5 gen 2011

Tremonti, Bossi, il governo e i voti che ci sono, ma l'Udc come terzo incomodo

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Tremonti vorrebbe le elezioni subito e la Lega ci starebbe, ma Silvio non vuole e così partono le promesse e le minacce velate, qualcuno addirittura sostiene che Berlusconi abbia insinuato che, senza di lui, Tremonti sarebbe finito.

La Lega non vuole l'Udc, ma il Cavaliere vorrebbe uscire dall'angolo di destra per ritrovare a conquistare il centro, con qualche moina, con qualche nuovo ...acquisto, ovvero conversione alla maggioranza di qualche deputato, specialmente di Fli, di Fini.

Questa strana maggioranza ha le sue fibrillazioni e ancora a tenerla unita è proprio lui, il premier, il Cavaliere, Silvio: è il più amato e il più odiato dagli italiani.

E' pure l'unico in grado di tenere unita una coalizione, ma come lo fa è meglio non saperlo e capirlo.

A sinistra non sanno andare d'accorso, bisticciano e i leader sono tanti, troppi: serve qualcuno che sappia mediare tra le varie posizioni, spesso confuse.

Abbiamo il caso Di Pietro, che non è proprio di sinistra: ha un'anima giustizialista e legalista di ...destra, ma con Berlusconi non poteva avere buoni rapporti.

Poi c'è il nucleo duro del Pd, formato in prevalenza da gente uscita dalla scuola del vecchio Partito Comunista, ma ormai trasformata e modellata alla scuola della sinistra europea: tutto ciò che scende dal Nord delle Alpi è preso a modello, come simbolo di civiltà.

Si vede che per loro l'Italia è un Paese incivile, antico, medioevale, da rimodellare con le mode culturali, o pseudo culturali del gelido Nord.

Tra le varie caratteristiche del Pd c'è quella di aver scordato la sua origine, o le sue radici, di partito dei lavoratori: oggi ha molte forme e molte espressioni, ma solo un'ala emarginata del partito, quella di sinistra, è vicino alle questioni dei lavoratori.

Pure il sindacato che si è sempre posto accanto al vecchio PCI, la CGIL, oggi è un po' snobbato, guidato da gente filo sinistra, talvolta filo sinistra estrema.

La conquista del centro è alla base di molte lotte e di molte manovre, ma non è solo una faccenda di centro da prendere e tenere, è in gioco la logica dell'alternanza nel nostro Paese.

I due poli sono nati male, sono poco uniti e spesso si sfilacciano: l'Italia è il Paese dei molti partiti da sempre, delle numerose divisioni, della grande confusione, della politica vissuta come il tifo sportivo.

Preoccupante invece è il ritorno dei gruppi estremi, di destra e di sinistra, che segnalano un malcontento mai visto dalla nascita della Repubblica a oggi.

I gruppi estremistici hanno una caratteristica sociale che li unisce e li caratterizza: sono spesso formati da gente emarginata, che potrebbe scivolare nella violenza, nella droga, nell'alcolismo, parlo della base popolare di questi gruppi e non dei vertici

Non è sempre così, ma oggi è pure scomparso l'intellettuale di sinistra. Il docente universitario di fama europea che scriveva la base teorica del movimento.

A destra invece si rientra nel ...sistema e si sale sulla barca della maggioranza, restando pure tranquilli e silenziosi, quasi, cercando di non esprimere troppo forte le vecchie idee, che ogni tanto escono ancora.

Le occasioni storiche per ...movimentare questo povero Paese rimangono sempre tante e pretestuose: si specula su tutto, sul caso Battisti, sul massacro dei Copti in Egitto.

Tutto è utile per attaccare gli avversari politici, per polemizzare, come fossimo tutti al bar sport sotto casa e dopo qualche bicchiere di vino o di birra, si inizia a parlare di calcio, di donne e di politica.

Siamo sempre italiani.