11 feb 2012

Riforma pesca UE WWF: “PESCHERECCI EUROPEI ALL’INSOSTENIBILE CONQUISTA DEGLI OCEANI”


 Riforma pesca UE
WWF: “PESCHERECCI EUROPEI ALL’INSOSTENIBILE CONQUISTA DEGLI OCEANI”

Nuovo rapporto WWF sull’espansione delle flotte dal 1950 a oggi con
mappa interattiva su www.wwf.it

SUBITO LA RIFORMA UE PER SALVARE PESCE E PESCA
La petizione WWF online sulla nuova piattaforma europea wwf.it/petizionepesca

Pescherecci europei in alto mare alla “conquista” degli oceani del mondo, con un’attività di pesca che in 60 anni, e in particolare dagli anni Ottanta, è diventata sempre più insostenibile. È l’immagine che emerge dal nuovo rapporto WWF “L’espansione delle flotte europee ed internazionali nell’oceano dal 1950 ad oggi”, corredato da una mappa animata pubblicata su www.wwf.it, che mostra come le flotte europee siano tra quelle che si sono spinte più lontano nei mari del mondo per pescare e trovare nuovi stock di pesce totalmente ignoti a noi consumatori, con un’intensità sempre maggiore e spesso al limite della sostenibilità e potenzialmente della legalità.
Un primato negativo stimolato dal calo delle catture nazionali e dagli sforzi per ridurre il numero dei pescherecci che pescano nelle acque europee, ciò ha portato gran parte delle flotte a concentrare i propri sforzi all’estero, il tutto favorito da accordi di pesca con i Paesi in via di sviluppo. La pratica immorale del cambiamento di bandiera (per cui le navi dell'UE eludono le norme comunitarie cambiando bandiera con quella di un paese non UE) e i sussidi per i carburanti hanno determinato l’attuale stato di sovrasfruttamento delle risorse ittiche, con  conseguenze deleterie non solo sugli stock ittici mondiali, ma anche nel lungo termine sullo stesso settore della pesca.

Per avviare la necessaria, ambiziosa riforma della Politica Comunitaria della Pesca (PCP), il WWF chiede all'UE di rendere la sua flotta da pesca sostenibile, e di impegnarsi a rendere ancor più sostenibile anche la gestione della pesca sulla scena internazionale. Serve coerenza tra le norme applicate in acque europee e quanto accade in acque internazionali o nei Paesi in via di sviluppo. Il WWF chiede anche che il miliardo di euro destinato alla gestione delle flotte in alto mare non venga in alcun modo utilizzato per finanziare pratiche di pesca distruttive e non sostenibili.

La riforma della politica comunitaria della pesca è un'occasione unica per fare in modo che tutti i pescherecci dell'UE siano rispettosi di habitat e stock ittici, ovunque essi operino nel mondo - ha dichiarato Marco Costantini Responsabile del Programma Mare WWF Italia - Se l'UE non riuscirà ad assumere un ruolo di leadership nella gestione della pesca e nella protezione degli oceani sulla scena internazionale, contribuirà essa stessa in maniera preponderante alla crisi globale della pesca, mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare globale nel lungo periodo. L'Europa ha purtroppo sempre mal gestito la pesca ed è quanto mai urgente una vera e propria riforma, radicale e coraggiosa, della Politica Comunitaria della Pesca.” conclude Costantini.
 
LA PETIZIONE PESCA ONLINE: OBIETTIVO 500.000 FIRME ENTRO SETTEMBRE
La Commissione Europea tende a partecipare con deboli mandati di negoziazione a livello internazionale, e mostra poca ambizione nel processo di riforma della pesca globale. Per sollecitare l'UE ad assumere un ruolo guida per eliminare la pesca illegale e promuovere attività che promuovano pratiche di pesca sostenibile a livello globale, proprio oggi il WWF rilancia su una nuova piattaforma europea la petizione pesca online suwwf.it/petizionepesca indirizzata al Presidente e ai Membri del Parlamento Europeo, per chiedere con l’aiuto di tutti i cittadini:

  • Di interrompere le pratiche distruttive di pesca (gestire la pesca in maniera coerente, costante e con prospettive di lungo termine, a livello di bacino, per consentire agli stock di ricostituirsi)
  • Di assicurare la presenza di pesce per le future generazioni (stabilire un insieme di regole condivise che consentano ai pescatori di prendere ciò che è ragionevole, scientificamente deciso, e soprattutto quando è necessario)
  • Di salvare i pescatori, le nostre tradizioni culturali e il pesce che mangiamo
  • Di applicare questi stessi principi a tutti i pescherecci europei ovunque essi operino nel mondo
NOTA: QUALCHE NUMERO SULLA FLOTTA EUROPEA
 
Ufficialmente, la flotta dell'Unione Europea che opera in acque extra-europee è composta di 718 pescherecci che rappresentano il 25% della flotta UE in termini di stazza lorda. Il 59% opera sotto la bandiera spagnola, il 14% sotto bandiera francese e il 10% sotto bandiera portoghese.

L'Unione europea consuma il 25% del pesce del mondo. Oggi importa il 65% dei prodotti della pesca disponibili sui propri mercati interni.
Il report e la mappa sono consultabili: www.wwf.it  
Firma la petizione su: wwf.it/petizionepesca

BELPAESE ADDIO: NEI PROSSIMI 20 ANNI A RISCHIO 75 ETTARI AL GIORNO


BELPAESE ADDIO:

NEI PROSSIMI 20 ANNI  A RISCHIO 75 ETTARI AL GIORNO

ANALISI E PROPOSTE PER PORRE FINE AL CONSUMO DI SUOLO

Nella Road Map ‘Anti-cemento’:
limiti alla edificazione nei piani paesaggistici e moratoria delle nuove costruzioni, lotta all’abusivismo,  l’uso della leva fiscale, fasce di rispetto per tutelare le coste e i fiumi

Guarda la fotogallery dell’Italia che scompare sul sito wwf.it e fondoambiente.it
 
Un’Italia erosa dalle lobby del cemento e del mattone che fagocitano per sempre, al ritmo di 75 ettari al giorno, tesori naturalistici e paesaggistici, terreni agricoli  e spazi di aggregazione sociale che non saranno più restituiti all’ambiente e alla collettività: è la fotografia di un processo irreversibile e in crescita, quello della perdita di territorio, che FAI e WWF tracciano nel Dossier sul consumo del suolo “Terra Rubata – Viaggio nell’Italia che scompare” presentato oggi a Milano, in cui vengono illustrate le analisi e le proposte delle due associazioni. Secondo il Dossiernei prossimi 20 anni la superficie occupata dalle aree urbane crescerà di circa 600mila ettari, pari ad una conversione urbana di 75 ettari al giorno,  raffigurabile come un quadrato di 6400 kmq.
La stima, emerge da un’indagine condotta su 11 regioni italiane, corrispondenti al 44% della superficie totale, secondo cui l’area urbana in Italia negli ultimi 50 anni si è moltiplicata, secondo i dati ufficiali, di 3,5 volte ed è aumentata, dagli anni ’50 ai primi anni del 2000, di quasi 600mila ettari -  oltre 33 ettari al giorno e 366,65 mq a persona con valori medi oltre  il 300% e picchi di incremento fino al 1100% in alcune regioni - equivalenti all’intera regione del Friuli Venezia Giulia, come risulta da unprogetto di ricerca promosso dall’Università degli Studi dell’Aquila in collaborazione con il WWF Italia, l’Università Bocconi,l’Osservatorio per la Biodiversità, il Paesaggio Rurale e il Progetto sostenibile della Regione Umbria.

E in 50 anni (1951 – 2011) persino quei comuni che si sono svuotati a causa dell’emigrazione sono cresciuti di oltre 800 mq per ogni abitante perso. Resta la piaga dell’abusivismo edilizio, che dal 1948 ad oggi ha ferito il territorio con 4,5 milioni di abusi edilizi, 75mila l’anno e 207 al giorno, e in favore negli ultimi 16 anni ci sono stati 3 condoni (1985, 1994 e 2003). Poi ci sono le cave che nel solo 2006 hanno mutilato il territorio escavando  375 milioni di tonnellate di inerti e 320 milioni di tonnellate di argilla, calcare, gessi e pietre ornamentali. I progetti delle grandi infrastrutture, invece, mettono a rischio 84 aree protette192 Siti di Interesse Comunitario  e 64 International Bird Area. Si registra poi in agricoltura dal 2000 al 2010 una diminuzione dellaSuperficie Aziendale Totale (SAT) dell’8% e della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) del 2,3%, mentre il numero delle aziende agricole e zootecniche diminuisce nello stesso periodo del 32,2% in meno di aziende agricole e zootecniche. Il risultato è un territorio meno presidiato e più fragile: in Italia circa il 70% dei Comuni è interessato da frane che, tra il 1950 e il 2009, hanno provocato 6439 vittime tra morti, feriti e dispersi. Allarmante anche il rischio desertificazione: il 4,3% del territorio italiano è considerato “sensibile a fenomeni di desertificazione” e il 12,7% come “vulnerabile”.
Tra le proposte di FAI e WWF contenute nella road map per fermare il consumo del suolo (vedi scheda di approfondimento), ci sono: severi limiti all’urbanizzazione nella nuova generazione di piani paesistici e, in attesa della loro definitiva redazione, la richiesta di una moratoria delle nuove edificazioni su scala comunale; il censimento degli effetti dell’abusivismo ediliziosu scala comunale per contrastare più efficacemente il fenomeno; dare priorità al riuso dei suoli anche utilizzando la leva fiscale per penalizzare l’uso di nuove risorse territoriali; procedere ai Cambi di Destinazione d’Uso solo se coerenti con le scelte in materia di ambiente, paesaggio, trasporti e viabilità. E ancora: rafforzare la tutela delle nostre coste estendendo da 300 a 1000 metri dalla linea di battigia il margine di salvaguardiadifendere i fiumi non solo attraverso il rispetto delle fasce fluviali ma con interventi di abbattimento e delocalizzazione degli immobili situati nelle aree a rischio idrogeologico; farsi carico degli interventi di bonifica dei siti inquinati, escludendo che i costi di bonifica vengano compensati attraverso il riuso delle aree a fini edificatori.

WWF: 15 nuove zone Ramsar in Tunisia E in Italia sono 1511 le zone umide


WWF:  15 nuove zone Ramsar in Tunisia

E in Italia sono 1511 le zone umide

Eventi gratuiti nelle Oasi il 4-5 e 12 febbraio, su wwf.it i programmi

 
Un remoto lago salato ai margini del Sahara è in testa alla lista di 15 nuove zone umide riconosciute dalla Convenzione di Ramsar in Tunisia, annunciate proprio in occasione della Giornata Mondiale delle zone umide che come ogni anno si celebra il 2 febbraio. 
 
Chott Elguetar è un sito di 7.400 ettari con un lago intermittente, vitale per la sopravvivenza 
dell’Orice dalle corna a sciabola, dell’Addax e della Gazzella dama e contiene inoltre tracce di attività umana, religiosa e industriali, datate 40.000 anni fa.

 

Il WWF ha accolto con favore l'annuncio, sottolineando che la designazione della Tunisia di 15 nuovi siti Ramsar raddoppia quasi il totale del paese, portandolo a 35.
"Queste designazioni sono il risultato di un lungo processo che richiede impegno e tempo da parte del governo e delle associazioni di  conservazione", ha affermato Faouzi Maamouri, Coordinatore   del WWF in Tunisia. "Ma questo vuole anche dire che anche con tutto ciò che questo paese ha vissuto di recente, vi è un forte impegno per la protezione delle zone umide e dei servizi che forniscono per le persone e la natura."


La Convenzione di Ramsar, così chiamata per la firma avvenuta nella città iraniana con lo stesso nome, è un trattato intergovernativo per mantenere e conservare le zone umide di importanza internazionale - o siti Ramsar; tra questi fiumi, laghi, paludi, mangrovie, barriere coralline e altre zone umide naturali o artificiali.
 
"La Giornata mondiale delle zone umide è un momento per riflettere sull’importanza degli ecosistemi d'acqua dolce da cui noi tutti dipendiamo", ha detto Fabrizio Bulgarini, Responsabile Conservazione del WWF Italia. "Ma le aggiunte più recenti alla lista Ramsar - e le altre che verranno - mostrano che il lavoro di conservare delle zone umide prosegue ogni giorno dell'anno. Essendo il WWF uno dei cinque partner  internazionali che sono stati con la Convenzione sin dall'inizio, siamo orgogliosi di sostenere dalla nostra fondazione i principi di questo accordo internazionale".


Per festeggiare la Giornata mondiale delle zone umide sabato 4 e domenica 5 febbraio il Wwf Italia aprirà alcune sue Oasi, con entrata gratuita, da nord a sud (maltempo permettendo, per questo si consiglia di verificare localmente i programmi).

 
Secondo l’inventario nazionale delle zone umide, redatto dal Ministero dell’Ambiente  in Italia sono identificati ben 1511 siti. L’estensione totale è di 771.125 ettari. Il 48% sono laghi e fiumi, 32% ambienti marini e costieri e il 20% zone umide artificiali. Di questi solo il 6% non è ancora protetto. Tra questi 53 siti sono riconosciuti di importanza internazionale secondo la Convenzione di Ramsar.
 
Le zone umide sono gli ecosistemi più a rischio del Pianeta, ma allo stesso tempo straordinari bacini di vita, serbatoi di CO2.
Il 90% delle aree umide sono scomparse nell'ultimo secolo nella sola Europa.
Secondo la Commissione europea, fra il 1950 e il 1985 si sono registrate le perdite maggiori: in
Francia (67%), Italia (66%), Grecia (63%), Germania (57%) e Olanda (55%).
L’Italia ospita 53 siti Ramsar. Dei circa 3 milioni di ettari originari, all'inizio del ventesimo secolo ne restavano 1.300.000 ettari.
Si stima che a questi ambienti sia legato circa il 12% delle specie animali totali, che diventano il 40% aggiungendo quelle vegetali. Quasi il 50% delle specie di uccelli presenti in Italia sono legate alle zone umide.
Le aree umide forniscono acqua potabile, aiutano a riciclare l'oro blu e producono il 24% del cibo
del Pianeta.
Circa due miliardi di uccelli migratori ogni primavera attraversano l'Italia, ponte nel Mediterraneo
fra Africa ed Europa, dai piccoli luì alla grande cicogna bianca. Le nostre aree umide rappresentano
per molti un ''pit stop'', una sorta di area di servizio lungo le autostrade delle migrazioni per la sosta,
l'alimentazione, ma anche la nidificazione.
 
Secondo lo studio redatto dall’ISPRA “Contributi per la tutela delle zone umide” a cui ha partecipato anche il WWF, “gli ambienti umidi possono essere sottoposti ad un gran numero di minacce antropogene a scala differente: i cambiamenti climatici a scala globale, la frammentazione e la trasformazione territoriale (bonifiche, urbanizzazione e artificializzazione in senso lato) a scala regionale/di paesaggio e un gran numero di altri fattori e processi a scala locale (es.: introduzione e invasione di specie alloctone, stress idrico, inquinamento, interramento, pascolo, fruizione non controllata, abbandono pratiche colturali, tra cui quelle legate alla piscicoltura). “
 
La tutela di queste aree umide è fondamentale non solo per la biodiversità ma anche per la sicurezza idraulica e la lotta al dissesto idrogeologico in quanto rappresentano elementi del territorio capaci di contenere piogge sempre più spesso eccezionali e fenomeni di esondazione e piene.
 
Fin dalla prima Oasi, il lago di Burano, il WWF ha contribuito concretamente alla tutela del patrimonio superstite di zone umide in Italia. Oggi sono 40 quelle inserite nel sistema delle oltre 100 oasi WWF in tutta Italia, per una superficie complessiva di circa 15.000 ettari di zone umide, pari alla metà dell’intera estensione delle oasi ( oltre 30.000 ettari). Di queste ben 10 sono Zone Umide Ramsar ovvero sono riconosciute a livello internazionale come aree particolarmente preziose per la tutela dell’avifauna.
In questi giorni nelle oasi WWF si possono ammirare decine di migliaia di uccelli acquatici e in particolare anatre selvatiche (dal germano reale al moriglione, dal mestolone all’alzavola), folaghe, aironi di più specie (airone cenerino, airone bianco maggiore, airone guardabuoi, garzetta), limicoli di più specie (avocetta, pettegola, piovanelli, ecc.), gabbiani.

Appuntamento con il WWF, per giornate di birdwatching, monitoraggio delle specie, laboratori per bambini, nelle Oasi di Burano, Orbetello, Orti Bottagone (Toscana), Alviano (Umbria), Le Cesine (Puglia), Persano (Campania) e altre, programmi aggiornati sul sito wwf.it .

 
GLI APPUNTAMENTI (causa maltempo è preferibile verificare i programmi contattando le oasi):
LAGUNA DI ORBETELLO  (Toscana)    
Sabato 4 febbraio   Ore 8 ritrovo al Centro visite, Località Ceriolo III (S.S. Aurelia Km 148,300) Albinia .  Dai capanni sulla Laguna CENSIMENTO  dei Fenicotteri   e LETTURA DEGLI  ANELLI colorati alle loro zampe.
ore 10  TECNICA DI MONITORAGGIO e rudimenti di BIRD WATCHING e di  RICONOSCIMENTO visivo e uditivo degli uccelli: le anatre di superficie,  le spatole  e i limicoli, come il piro-piro e il piovanello. Telefono:   0564/870198 E-mail:      oasiorbetello@wwf.it

Emergenza neve e freddo anche per gli animali Appello del WWF e degli ornitologi: i cittadini possono aiutare gli uccelli affamati




Emergenza neve e freddo anche per gli animali

Appello del WWF e degli ornitologi: i cittadini possono aiutare gli uccelli affamati
Mangiatoie “fai da te” con il riciclo e briciole sui balconi

L’ondata di maltempo sta mettendo a durissima prova anche gli animali in tutta Italia. Per questo il WWF e gli ornitologi della Stazione Ornitologica Abruzzese, attivi in una delle regioni più colpite, lanciano un appello affinché i cittadini aiutino, quando possibile, gli animali in difficoltà sul territorio nazionale. Anche piccoli gesti, come lasciare sui balconi e nei giardini in aree non bagnate briciole di dolci e biscotti, possono sostenere i piccoli uccelli in un momento così critico.

In questo momento di freddo anomalo in cui gran parte del terreno è coperto dalla neve le Oasi del WWF rivestono un ruolo di rifugio ancor più determinante, non solo perché offrono aree tranquille in cui gli animali possono rifugiarsi, ma qui possono trovare cibo grazie al personale del WWF che sta provvedendo a rifornire le mangiatoie.
Avere la possibilità di rifugiarsi in aree protette e di disporre facilmente di cibo può far la differenza tra la vita e la morte per molti animali dopo il grande dispendio di energie procurato dal gelo” dice Fabrizio Bulgarini responsabile conservazione WWF Italia.

Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia “Periodi di freddo estremo sarebbero fenomeni naturali, uno dei tanti fattori di selezione naturale che agiscono sulla fauna. L’avifauna italiana è, però, già sotto forte stress per la cementificazione del territorio e per un’attività venatoria insostenibile che si è appena conclusa. Inoltre, a causa dell’eccessiva antropizzazione, sono scomparse quelle aree litoranee e di fondovalle in cui trovavano rifugio queste specie nei periodi più freddi. Basti pensare alla conurbazione della costa adriatica colpita in queste ore dal maltempo, che ha soppiantato decine di migliaia di ettari di aree umide che accoglievano questi uccelli in periodi critici come questi oppure alle aree di fondovalle e gli stessi corsi d’acqua ormai lastricate di capannoni industriali, superstrade e cementificato. Inoltre i fenomeni estremi collegati ai cambiamenti climatici causati dall’uomo stanno diventando sempre più frequenti e costituiscono un’ulteriore minaccia. Per questo riteniamo di dover lanciare un appello ai cittadini affinché aiutino l’avifauna in questo periodo di grande difficoltà.”

Dichiara Augusto De Sanctis, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese “Questa ondata di maltempo arriva in un momento assai delicato per molte specie che si stavano predisponendo alla migrazione verso nord oppure alla nidificazione. Le nostre città sono letteralmente invase da piccoli  passeriformi, come pispole, pettirossi, verzellini e addirittura allodole che cercano rifugio anche nelle aiuole spartitraffico. I cittadini possono aiutare questi animali in palese difficoltà in maniera molto semplice, lasciando ad esempio sul balcone briciole di dolci e biscotti oppure frutta secca. Anche appendere pezzi di lardo agli alberi di un giardino è un modo semplice e molto efficiente per rifocillare animali come cince e pettirossi. Chi vuole può anche pensare di riciclare bottiglie di plastica riempiendole di semi oppure di costruire una mangiatoia di legno. E’ importante che i punti dove si lasciano semi e briciole siano protetti dall’acqua e ovviamente siano lontane da aree frequentate dai gatti”.

Olimpiadi 2020 WWF-FAI: “CANDIDATURA DI ROMA VA RIVISTA E CORRETTA”





Olimpiadi 2020

WWF-FAI: “CANDIDATURA DI ROMA VA RIVISTA E CORRETTA”

Sbagliato prevedere il Villaggio Olimpico e il Villaggio Media
 a ridosso del Tevere in aree vincolate e a rischio esondazione

L’APPELLO: Istituzioni e sportivi promuovano Olimpiadi ‘sostenibili’

Su wwf.it il dossier inviato a Monti e al CONI con l’analisi del progetto ‘Roma 2020’

Una candidatura da rivedere e risistemare, che in una città occidentale di un Paese avanzato non può essere pretesto per un aumento dei pesi e dell’estensione urbana in aree di pregio ambientale, ma che deve essere l’occasione per  realizzare meglio le previsioni di piano regolatore, con servizi efficienti e collegamenti rapidi con il resto della città”. Così il WWF e il FAI-Fondo Ambiente Italiano intervengono nel dibattito sulla candidatura di Roma per ospitare le Olimpiadi del 2020, sulla quale hanno elaborato un dettagliato dossier inviato alla Presidenza del Consiglio e al CONI.

Nel documento WWF e FAI hanno analizzato la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 rilevando come il progetto allo stato attuale dei documenti sia contradditorio rispetto agli intenti dichiarati, che sono ampiamente condivisibili. Nella candidatura invece non è assolutamente condivisibile la localizzazione del Villaggio Olimpico e del Villaggio Media. Inoltre vi sono alcune lacune che non permettono di valutare gli interventi di adeguamento su parte degli impianti esistenti; mentre alcune delle soluzioni relative alla mobilità non appaiono rispondente alle esigenze prioritarie dei quartieri maggiormente popolosi di Roma.

Al fine di una corretta valutazione della candidatura, WWF e FAI hanno assunto come riferimenti per le loro valutazioni il Piano Territoriale Paesistico Regionale, il Piano di Bacino del Tevere, il Piano Regolatore Generale del Comune di Roma, ilPiano Strategico di Sviluppo 2011-2020 di Roma Capitale (PSS).

E’ vero, le Olimpiadi rappresentano una grande opportunità e sono un evento di straordinario di fascino e bellezza e che Roma ha molti presupposti che le consentono legittimamente di  ambire a ospitare nuovamente i Giochi Olimpici e che la candidatura avanzata da Roma per i Giochi del 2020 valorizza gli impianti esistenti e potrebbe portare alla città risorse per migliorare servizi importanti”, spiegano WWF e FAI.

E’ però anche vero – continuano le associazioni - che nei termini avanzati la candidatura di Roma aumenta il consumo di suolo della città in violazione  del Piano Paesistico Regionale e del Piano di Bacino del Tevere oltre che in deroga al Piano Regolatore. Se Roma intende dunque credibilmente ottenere la possibilità di svolgere le Olimpiadi deve decidere una diversa collocazione del Villaggio Olimpico e del Centro Media che, previsti a Tor di Quinto e Saxa Rubra, insistono in aree di pertinenza fluviale del Tevere su cui gli strumenti di pianificazione prevedono invece verde attrezzato e non cubature che dopo i giochi si trasformerebbero soprattutto in nuove residenze”.

In questi giorni si stanno susseguendo appelli a sostegno della candidatura di Roma. Il WWF e il FAI chiedono di avere la serenità per distinguere l’idea delle Olimpiadi a Roma dal progetto presentato, che, per come redatto e per alcune delle soluzioni individuate, rischia proprio di pregiudicare l’idea delle Olimpiadi a Roma.  Sarà infatti ben difficile che il CIO non prenda visione della delicatezza e della problematicità delle aree proposte.
Proprio per questo FAI e WWF chiedono a coloro che stanno sostenendo l’idea delle Olimpiadi a Roma,  soprattutto agli sportiviche hanno rappresentato un’istanza largamente condivisibile, di fare in modo che prevalga il buon senso e che un bellissimo evento non diventi l’ennesima occasione per speculazioni edilizie e per aumentare la cementificazione della Capitale.

Animalisti italiani - ENPA – LAC - LAV - Legambiente - LIPU-BirdLife Italia –


Animalisti italiani -  ENPA – LAC - LAV - Legambiente - LIPU-BirdLife Italia –
VAS  Verdi ambiente e società - WWF Italia

CACCIA, CORTE COSTITUZIONALE: ILLEGITTIMI I CALENDARI VENATORI PER LEGGE
Le associazioni: “un terremoto nel panorama regionale, saltano leggi di 5 regioni e province autonome. Ora adeguarsi compiutamente alla tutela delle specie”

Le leggi di Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e province autonome di Trento e Bolzano sui calendari venatori sono da considerarsi illegittime. Cade anche la strategia di alcune regioni di raggirare le indicazioni nazionali e comunitarie attraverso lo strumento della legge. Le regioni di conformino rapidamente alle regole di tutela ambientale, non solo per le deroghe ma anche per i calendari venatori.”

Lo affermano le associazioni Animalisti italiani, Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia, VAS  e WWF Italia a proposito della sentenza n. 20/2012 della Corte Costituzionale che, raccogliendo un ricorso del Governo, ha dichiarato illegittima la legge recante calendario venatorio della regione Abruzzo e ribadito la potestà esclusiva dello Stato in materia di tutela delle specie cacciabili.

 Questa fondamentale sentenza della Corte Costituzionale, la prima sulla materia, sebbene si riferisca in particolare alla legge della regione Abruzzo (che peraltro aveva cessato i suoi effetti) ha una esplicita portata complessiva e va a bocciare ogni regione che abbia inteso o intenda prevede il calendario venatorio mediante una legge provvedimento, affermando invece l’obbligo di emanarlo esclusivamente con la forma dell’atto amministrativo.

La scelta che si provveda con atto amministrativo”, afferma la Corte, “è l’unica coerente” e “si inserisce armonicamente nel tessuto della legge n. 157 del 1992” non solo perché consente “ai cittadini e alle loro organizzazioni rappresentative la possibilità di tutelare i propri interessi legittimi dinanzi al competente giudice amministrativo” ma anche e soprattutto perché mantiene aperta la possibilità di agire in modo rapido sui contenuti del calendario venatorio stesso qualora si ravveda la necessità di intervenire, porre in essere nuove tutele, rivedere tempi, luoghi e specie cacciabili o anche le modalità con cui l’attività venatoria viene prevista.

In questo senso, la Corte ha peraltro ribadito come “la selezione, sia delle specie cacciabili, sia dei periodi aperti all’attività venatoria, implichi l’incisione di profili propri della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, che fanno capo alla competenza esclusiva dello Stato” e dunque “il legislatore nazionale ha perciò titolo per imporre alle Regioni di provvedere nella forma dell’atto amministrativo, anziché in quella della legge”.

La storica sentenza della Corte Costituzionale pone fine al diffuso espediente del ricorso alla legge per emanare i calendari venatori e ha un effetto dirompente su molte regioni italiane, che vedono di fatto crollare il proprio impianto venatorio: le leggi di Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche ma anche le province autonome di Trento e Bolzano da questo momento devono considerarsi illegittime, così come illegittimi saranno tutti gli eventuali atti, anche provinciali, che ne verranno eventualmente dedotti.
Per inciso, si noti che la Corte ha anche sottolineato l’obbligo, previsto dalla legge 157/92, di emanare il calendario venatorio “entro e non oltre il 15 giugno di ogni anno”. Un vincolo finora largamente disatteso ma che da oggi andrà rispettato strettamente.

L’effetto di questa sentenza -concludono le associazioni- è dirompente e parifica il tema del calendario venatorio a quello delle deroghe: per entrambi, le leggi sono illegittime. Non solo dunque crollano le leggi di importanti regioni italiane, ma fallisce anche il progetto di varie amministrazioni di ricorrere allo strumento legislativo per raggirare le prescrizioni comunitarie e disattendere le iniziative dello Stato a tutela delle specie, tra cui la Guida ISPRA 2010. Ora le regioni non hanno più scuse né alibi. Si adeguino compiutamente al sistema di tutele, a partire dal prossimo calendario venatorio”.


IRAN: Marsiglia (FederPetroli Italia) - Embargo situazione critica, margini industriali in calo


COMUNICATO STAMPA
Roma, 2012
IRAN: Marsiglia (FederPetroli Italia) - Embargo situazione critica, margini industriali in calo
Avevamo già esternato il problema lo scorso anno in sedi istituzionali. Ci sarà un approvvigionamento che favorirà i mercati spot con grande incidenza di costo, margini in calo nei prossimi mesi su tutta l'industria del nostro settore.
"L'embargo iraniano rappresenterà un grande problema per la situazione petrolifera italiana, l'AIE (Agenzia Internazionale dell'Energia) ha prospettato una situazione che non condividiamo,FederPetroli Italia aveva già esternato lo scorso anno, in sedi istituzionali, l'apprensione a quello che si sta verificando oggi con l'Iran" - a margine della decisione presa dai 27 paesi dell'Unione Europea, il Presidente della FederPetroli Italia - Marsiglia commenta in una nota dopo la riunione con alcune aziende del settore.
Continua Marsiglia - "L'Iran come già da tempo detto, oltre ad essere un importante fornitore non solo per il nostro paese, è un produttore di greggio di elevata qualità per la produzione di prodotti derivanti dalla raffinazione, usati in grandi quantità da alcune raffinerie italiane. Siamo preoccupati per la corsa alla diversificazione degli approvvigionamenti che ci sarà, non siamo il solo paese che acquista greggio iraniano e, in questo momento, potrebbero essere privilegiati paesi con rapporti di cooperazione con la Repubblica Iraniana non a favore dell'embargo, mi riferisco ai paesi asiatici, già importatori da qualche tempo, in larga misura del greggio iraniano. Saranno favoriti per forza di cose i mercati spot di prodotto, questo comporterà il calo dei margini su tutta l'industria del settore petrolifero. L'adeguamento degli impianti per altri tipi di greggi similari, la scelta di nu! ovi fornitori e le variabili temporali, comporteranno dei problemi non da poco. Se la situazione resterà stabile è inevitabile l'aumento del greggio sui mercati nei prossimi mesi. Per adesso attendiamo maggiori notizie sulla situazione dello Stretto di Hormuz per poter definire e interagire su operazioni decisive di politiche di approvvigionamento".

Il Fatto Quotidiano - Mario Monti e i nostri giornali, che lo amano con grande passione


Mario Monti è il più amato dalla stampa italiana, forse tutti gli leccano il culo per avere sovvenzioni pubbliche, alla faccia del liberalismo sbandierato per gli altri e non per la stampa, che deve essere sempre sovvenzionato dallo Stato, ma attraverso i partiti politici.
Così i nostri amici giornalisti hanno trovato il loro eroe, che taglierà l'articolo 18, che imporrà il liberismo a quasi tutti, tranne ai giornali, alle banche e alle assicurazioni.
Che brava persona, che brave persone sono i giornalisti, eppure costui, Mario Monti, è l'uomo della grande finanza ed è andato da loro e si è …. inginocchiato, parlando male degli italiani, popolo arretrato, che crede ancora nel posto fisso, nel rispetto verso i lavoratori, che hanno dei diritti.
Per loro, i grandi speculatori mondiali, invece esistono solo gli schiavi da sfruttare e questo lo chiamano progresso: i giornalisti non sanno cosa sia la dignità e il libero pensiero e così proseguono a …. leccare, leccare il culo dei loro editori.

La Stampa quotidiano - Mario Monti e i nostri giornali, che lo amano con grande passione


Mario Monti è il più amato dalla stampa italiana, forse tutti gli leccano il culo per avere sovvenzioni pubbliche, alla faccia del liberalismo sbandierato per gli altri e non per la stampa, che deve essere sempre sovvenzionato dallo Stato, ma attraverso i partiti politici.
Così i nostri amici giornalisti hanno trovato il loro eroe, che taglierà l'articolo 18, che imporrà il liberismo a quasi tutti, tranne ai giornali, alle banche e alle assicurazioni.
Che brava persona, che brave persone sono i giornalisti, eppure costui, Mario Monti, è l'uomo della grande finanza ed è andato da loro e si è …. inginocchiato, parlando male degli italiani, popolo arretrato, che crede ancora nel posto fisso, nel rispetto verso i lavoratori, che hanno dei diritti.
Per loro, i grandi speculatori mondiali, invece esistono solo gli schiavi da sfruttare e questo lo chiamano progresso: i giornalisti non sanno cosa sia la dignità e il libero pensiero e così proseguono a …. leccare, leccare il culo dei loro editori.

Liberazione - Mario Monti e i nostri giornali, che lo amano con grande passione


Mario Monti è il più amato dalla stampa italiana, forse tutti gli leccano il culo per avere sovvenzioni pubbliche, alla faccia del liberalismo sbandierato per gli altri e non per la stampa, che deve essere sempre sovvenzionato dallo Stato, ma attraverso i partiti politici.
Così i nostri amici giornalisti hanno trovato il loro eroe, che taglierà l'articolo 18, che imporrà il liberismo a quasi tutti, tranne ai giornali, alle banche e alle assicurazioni.
Che brava persona, che brave persone sono i giornalisti, eppure costui, Mario Monti, è l'uomo della grande finanza ed è andato da loro e si è …. inginocchiato, parlando male degli italiani, popolo arretrato, che crede ancora nel posto fisso, nel rispetto verso i lavoratori, che hanno dei diritti.
Per loro, i grandi speculatori mondiali, invece esistono solo gli schiavi da sfruttare e questo lo chiamano progresso: i giornalisti non sanno cosa sia la dignità e il libero pensiero e così proseguono a …. leccare, leccare il culo dei loro editori.