13 set 2012

composizioni Clara Schumann ... la musica e la famiglia


Clara Schumann fu una musicista che nacque il 13 settembre 1819, fu moglie di Robert Schumann, Il noto musicista romantico e seppe organizzare la sua vita con 5 figli da crescere, l’amore del pianoforte, che suonava come concertista, ma anche come compositrice.
La sua epoca vedeva la donna come musa ispiratrice per gli artisti, ma non come persona capace di eseguire opere, scrivere e creare, che era da sempre una prerogativa maschile.
Lei era figlia della sua epoca, in pieno spirito romantico, ma seppe pure superare i limiti e i pregiudizi della sua epoca, pur essendo madre, moglie, diventando concertista e compositrice.

Curiosity . Marte e le nuove tecnologie


Curiosity sta studiando Marte e sta provando nuove tecnologie di controllo a distanza sul suolo marziano: questo robot non giocattolo telecomandato, ma la prova che l’automazione ha raggiunto grandi spazi e grandi successi pratici per molti usi, pacifici, ma anche militari.
Tutti noi conosciamo i droni, gli aerei senza piloti che colpiscono qualsiasi cosa nel mondo, uccidendo i nemici a migliaia di chilometri di distanza.
Ora è possibile creare una fanteria automatica, con un pezzetto di intelligenza, non dico artificiale, ma indipendente, per agire su tutti i fronti del pianeta.
Altri usi sono civili, come la ricerca, in zone pericolose di minerali, di piante o di studi in zone inospitali del pianeta.
Pochi si sono accorti che la ricerca spaziale può avere delle ricadute importanti in ogni settore, nel bene e nel male.

Berlusconi, Monti e Bersani, il gioco delle tre carte,


Berlusconi, Monti e Bersani, il gioco delle tre carte, ovvero la stabilità sociale ed economica di un sistema datato, da cambiare perché inadeguato alla cultura economica, sociale del mondo attuale: non è solo una questione di giustizia ed ingiustizia, perché i tre rappresentano un metodo di far politica valido sino agli anni Ottanta del secolo scorso, ma oggi sono totalmente inadeguati.
Il costo di questo genere di politica è altissimo, specialmente perché questi partiti stabili, anche dopo le elezioni, sono delle strutture parallele allo Stato, che hanno un peso consistente nella vita pubblica e sono la prima forza di interferenza verso i concorsi pubblici, gli appalti.

Blog Beppe Grillo e lo strano web della stampa nazionale


Quando si parla della rete, sui media, si fa un po' di confusione: si parla di rivolte sull'web, in questo caso contro Beppe Grillo, ma non si capisce chi sono coloro che si ribellano.
Ogni tanto si parla dell'Web in modo misterioso e si capisce che coloro che scrivono forse avranno fatto un corso per corrispondenza, cartacea e non elettronica, su Internet, ma, poveretti, non sanno cosa sia la rete.
Chi si ribella e per cosa si ribella su Internet?
Ci sono decine di migliaia, anzi centinaia di migliaia di gruppi di discussione, che singolarmente non contano nulla, fatti da decine di persone, nel migliore dei casi, se si escludono i doppi, tripli e anche di più, profili fasulli che si aggirano.
Così capita che 3 o 4 imbecilli facciano tanto rumore.
Tanto?
Solo per la stampa che è lì pronta ad ascoltarli, a leggerli: ecco a voi le famose rivolte della rete.
Cari compagni, camerati, ex democristiani, socialisti e radicali irriducibili, la rete è un'altra cosa: è ben più grande di un social network casereccio formato dai fedelissimi tesserati.

Clara Schumann ... una donna per la musica .. 193 esimo anniversario

Il 13 settembre compie gli anni Clara Schumann, una donna che seppe conciliare la passione per la musica, la famiglia  e l'educazione di 5 figli, come fanno oggi molte donne, che si dividono con l'attività di madre e con la loro carriera lavorativa.
Lei fu moglie del noto compositore Robert Schumann, ma questo non le impedì di superare i pregiudizi ottocenteschi e sicuramente fece scandalo con la sua attività di artista, sia come compositrice, che come suonatrice di pianoforte e concertista.
Lei superò ogni cosa e oggi ha l'onore di essere ricordata con un Doodle di Google, un onore planetario e un successo mondiale, ai suoi tempi nemmeno lontanamente immaginabile..

Monti .. gli chiedono di restare per finire le riforme?

Monti è convinto che il Paese ha bisogno di lui e questo è un dramma terribile: se gli chiedessero di restare ... ma non ha ancora pensato..
Comunque a primavera si conclude la sua esperienza politica... grazie a Dio.
Le sue riforme dovrebbero proseguire per anni e avremmo milioni di disperati nelle strade, le nostre industrie in crisi, o chiuse per sempre, ma il bilancio pubblico sarebbe sistemato.
Per fortuna il suo regno termina a primavera e non rimane che sperare che non si faccia lusingare da certe sirene, di nome Bersani o Casini: oltrettutto come sirene sono poco convincenti.

Marte ..Curiosity... la scoperta lenta e prudente

Per ora da Marte non arriva nulla di nuovo, tranne che l'avanzata sul suolo marziano è lento e prudente, con movimenti tranquilli di prova, che qualcuno ha definito attività ginnica.
Abbiamo avuto qualche autoscatto, che pare un atto pubblicitario e auto celebrativo, anzi, possiamo benissimo togliere la parola..."pare".
Infine la camminata del nostro robot sul suolo marziano è lenta verso il luogo dell'esplorazione, in cerca di una vita presente e passata improbabile, che nessuno spera di trovare, ma in cerca di minerali e metalli, di notizie scientifiche sul sistema solare, che interessano moltissimo agli studiosi, anche se sono cosucce poco popolari.

doodle di Google ...Clara Schumann una donna per la musica

Clara Schumann compie oggi gli anni, nacque a Lipsia il 13 settembre 1819, fu la moglie del notissimo Robert Schumann:  Google la ricorda perché fu una concertista, suonatrice di pianoforte, ma soprattutto fu una compositrice, che in pieno Ottocento significò una grande conquista al femminile.
Pur avendo avuto 5 figli Clara Schumann riuscì a gestire sia la sua vita famigliare che quella di musicista.
Così la vita famigliare della famiglia Schumann fu tutta accentrata attorno alla musica classica, fatto unico e modernissimo fu la vita della signora, che non fu l'ombra del marito, ma si dimostrò capace ed abile. superando i pregiudizi dell'epoca.

12 set 2012

di fantasmi storie .... IL DRAGO VOLANTE








IL DRAGO VOLANTE

Più nessuno crede ai draghi volanti, eppure ci fu un tempo nel quale questi mostri terrorizzavano le genti delle valli alpine.
Molti libri antichi raccontano gli orrori causati da queste belve demoniache, in alcuni casi si ritrovano le descrizioni minuziose del loro aspetto e delle loro abitudini.
Io non so a quale specie appartenesse quello che infestò l'alta valle Brembana, ma sicuramente fu uno tra i più feroci: sbranava il bestiame e i guardiani che lo affrontavano.
Era gente povera: l'allevamento era l'unica loro ricchezza e quell'enorme volatile portò la carestia.
Non si alzava molto dal suolo e talvolta strisciava la pancia squamosa da rettile sui tetti delle case, il suo vorticoso agitare le ali spandeva una malefica polvere gialla che insecchiva gli orti e faceva cadere le foglie dagli alberi.
Un giorno un vagabondo si inoltrò nell'alta valle, forse per sfuggire alla giustizia o a qualche vendetta.
Era un uomo forte, ma con le mani delicate e con la schiena diritta di chi non aveva mai lavorato.
Pareva un soldato, di quelli che stanchi della divisa si mettono a servizio dei tirannelli di campagna.
Egli non era uno che amava la disciplina e un padrone: finiti i denari del congedo sarebbe passato probabilmente ad ingrossare le file dei briganti della valle.
Parlava contro voglia e non rispondeva a domande sul suo passato, però ascoltava tutti: in particolare si interessava dei fatti dei malviventi e delle leggende dei bottini nascosti.
Un vecchio contadino affilava la falce al bordo del suo prato e il vagabondo gli chiese del vino, così discussero di vari argomenti e il discorso si fermò sul drago: -Se tu non l'hai mai visto sei fortunato! Nessun essere ha le sue sembianze! Il capo è coperto di penne gialle e la schiena rossa è piagata. Il petto è increspato di dure lamine cartilaginee che lo proteggono sino sotto il mento ed esso le scuote quando è furioso, agitandole con la testa e causando un assordante rumore!-
-Vecchio, nessuno ha mai pensato di ucciderlo?-
-Molti hanno perso la vita nel tentativo di contrastarlo, perché erano inesperti pastori, armati di bastoni!-
-Se voi valligiani pagaste un premio sarei disposto a portarvi la sua testa. Ovviamente pretendo una ricca taglia, da farmi campare per molto tempo, soddisfacendo tutti i miei desideri!-
-Non farlo! Quella non è una belva di questo mondo; Dio ha permesso a Satana di liberarla dall'Inferno per fini sconosciuti, noi dobbiamo rassegnarci e pregare!-
Il forestiero spese gli ultimi soldi per un malandato archibugio e si avventurò sulle tracce del drago. Per sua sfortuna la belva si spostava e gli sfuggiva sempre, quell'essere doveva pur avere una tana ed egli la trovò.
-Eccomi belva appestata! Niente e nessuno è sfuggito a Fosco!-
Quella pareva l'entrata dell'Inferno: non si vedeva dove terminava e i vortici del vento imprigionato risuonavano in un lamentoso fruscio.
A sera il drago rientrò nella sua tana, si appollaiò sull'orlo della voragine e stese le alette, guardandosi intorno.
Fosco era ben nascosto tra i cespugli: -Che essere orrendo! Miseri quelli che sono finiti tra le sue fauci!-
Sulla fronte del mostro un diamante grosso come un pugno era incastonato tra le grinza delle squame.
-Maledizione! Devo impossessarmi di quella pietra e vivrò nell'abbondanza sino alla vecchia!-
Il drago agitava la coda nodosa e colpiva gli arbusti vicini, fiutava l'aria e spalancava l'ampia bocca, digrignando i denti contro eventuali nemici.
-Il diamante sarà mio, devo agire con furbizia, e non nei pressi della sua tana, dove conosce ogni nascondiglio!-
Il mostro emise uno dei suoi agghiaccianti urli e si lasciò cadere, sparendo nel buio.
Poco distante Fosco trovò una pozza acquitrinosa, dove il mostro
si abbeverava e attorno rinvenne con orrore i resti dei feroci pasti.
Il puzzo nauseabondo lo dissuase dall'idea di un appostamento nei pressi.
Fosco rubò un agnello e lo legò sulla cime di una radura, collocandolo bene in vista e attese per parecchio tempo.
Il drago si accorse della facile preda e calò su di essa con le fauci aperte.
Fosco accese la miccia dell'archibugio: -Avanza, su vieni! Basterà un colpo e sarò ricco!-
Sicuro di sé si avvicinò per sparargli direttamente negli occhi, mentre il mostro placido sbranava l'agnello.
L'archibugio gli esplose tra le mani ed egli cadde ferito, la vista gli si annebbiò; purtroppo Fosco non svenne e capì che il drago lo stava azzannando.
Il suo grido di dolore fu udito da un gruppo di contadini, che accorsero in suo soccorso, armati di forconi e di zappe.
Era troppo tardi, il drago volava via indisturbato ed essi raccolsero i resti dello sventurato: la testa intatta con gli occhi spalancati e con la bocca tesa per l'ultimo rantolo.
La seppellirono nel luogo della tragedia e posero una croce di legno, ritornando al loro lavoro borbottando: -Chi lo combatte muore sbranato e chi si rassegna muore di fame, perché perde tutto il bestiame!-
Il vento del Nord aveva sospinto il drago volante sopra le loro case e i loro pascoli, ancora una gelida folata lo trasportò lontano.
I montanari non vollero sapere dove fosse andato, a loro bastava di esserne liberati.
La vita ritornò normale per tutti, soltanto i contadini che avevano seppellito Fosco non dormivano tranquilli, ogni notte quell'anima in pena piangeva e chiedeva aiuto.
Ci fu pure qualche ignaro viandante che vide, accanto alla croce, le spettro di un uomo così disperato: provò più compassione che paura.
La notizia si sparse e nessuno osava avvicinarsi alla tomba dopo il tramonto, nelle cascine il sonno era difficile e tutti si tappavano le orecchie, ma quel sussurro ininterrotto penetrava in ogni fessura.
Trascorsero decenni e la gente abbandonò la sua abitazione, pur di non sentirsi anime dolenti.
L'ultima famiglia di contadini rimasta non voleva lasciare i propri beni; si diceva che essi avevano ormai sul volto il colore dei morti e che fossero delle anime perse.
Il più anziano della famiglia decise di interpellare un frate eremita, che girovagava nella valle e predicava inaspettato nelle piazze contro i vizi, minacciando il castigo di Dio.
Si raccontava che era stato espulso dal suo convento per le pratiche alchimistiche e per i riti negromantici; ora non si sapeva quanti anni avesse perché anche i vecchi se lo ricordavano con la barba bianca, la pelle rugosa e gli occhi intorpiditi.
Tutti lo temevano e i parroci, benché lo considerassero un eretico, non lo scacciavano per le sue poco ortodosse pratiche esoteriche: quel frate stregone riusciva dove loro fallivano.
La decisione di chiamarlo fu presa tra incertezza e tra timori, finché un giorno lo videro sul sentiero che conduceva alla cascina: -Vi siete finalmente rivolti a me, sciocchi miscredenti! Quest'anima del Purgatorio chiedeva un po' di pace e voi vi nascondevate dentro le vostre case, non ascoltandola!-
Il rito esorcistico doveva essere compiuto di notte e con due componenti della famiglia: il più giovane e il più vecchio.
Il frate impastò dell'erba con della terra e sparse l'intruglio sulla tomba.
-Neppure le ortiche e le spine avete tolto! Solo la natura ha avuto compassione di lui, coprendo la sua sepoltura con fiori!-
Tutti e tre restarono in preghiera sino a notte inoltrata: finalmente lo spirito comparve, si gettò ai piedi del frate e gli chiese scampo per gli orrori dell'altra vita.
Il severo eremita si commosse e lo benedì, recitando le orazioni in un latino scorretto: -Ora ritorna da dove sei venuto e non disturbare mai più il sonno dei vivi!-
Poi il pio uomo si rivolse ai due testimoni sbigottiti: -Non vi infastidirà più, ma voi pregate per abbreviargli le pene, abbiate misericordia e Dio l'avrà per voi! So già che da domani la vita ricomincerà serena e sicura, dimenticherete il dolore patito e riaprirete le porte al male!-

racconto di Arduino Rossi

racconto reali ....... L'ULTIMO BRIGANTE DELLA VALLE BREMBANA









L'ULTIMO BRIGANTE DELLA VALLE BREMBANA

Quando il corpo di Fracassetti fu portato a Santa Brigida, io fui tra i primi ad occorrere e non nego che sentii compassione; aveva il capo riverso, gli occhi spalancati e la morte non aveva ancora placato l'espressione furiosa del suo viso.
Due mandriani lo reggevano sulle loro spalle come una belva uccisa, con le mani e i piedi legati ad un ramo.
Essi ripetevano a tutti che lo avevano trovato cadavere e non avevano visto l'assassino.
Ben presto si riunì una folla allegra, che oltraggiava le spoglie del criminale più pericoloso dell'alta valle Brembana.
I suoi furti e le sue violenze gli avevano creato tanti nemici e per questo da anni egli si era rifugiato nella valle Mora, zona impervia e boscosa.
Si nascondeva di giorno negli anfratti e di notte assaliva i casolari isolati, ferendo o uccidendo chi reagiva.
Mia madre lo aveva conosciuto sin da bambino e sosteneva che egli non fosse cattivo per se stesso, ma avesse uno spirito diabolico nel suo cuore.
Qualunque ne fosse la causa era prepotente e vendicativo: persino i suoi pochi amici lo avevano abbandonato.
A dire il vero noi ragazzi del paese non avevamo nulla da temere: ci divertivamo a chiamarlo nei boschi della valle Mora e al primo fruscio scappavamo ridendo.
Un giorno egli comparve veramente, ma non ci fece del male.
Erano le donne le sue vittime preferite e avevano paura a rimanere isolate in montagna.
Il sollievo per la sua morte fu così grande che tutti i compaesani arrivarono per vederlo finalmente impotente.
Qualche pia vecchietta si fece il segno della croce, ma gli uomini non si tolsero il cappello e le campane non suonarono a morto.
Il parroco, don Martini, fu l'unico a provare pietà: lo ricompose, sciogliendogli le mani e i piedi, lo ricoprì con un sudario fra le contrarietà dei presenti.
Li azzittì con la sua grossa voce: -Siamo cristiani e questa è sempre un'anima battezzata!-
Invece Fracassetti non aveva fatto differenza fra battezzati e animali, usava con tutti la stessa brutalità.
I montanari dei paesi vicini avevano subito le sue aggressioni e avevano nominato Santa Brigida il paese di Fracassetti, disonorandoci.
Eppure nessuno aveva lottato contro le sue angherie e benché fosse ricercato dalle guardie egli era divenuto sempre più spavaldo: tornava in paese quando voleva, facendosi gioco della giustizia.
Aveva superato ogni limite per la troppa sicurezza: aveva costretto sette ragazze a seguirlo al suo nascondiglio, le aveva picchiate e qualcuna fu violentata.
Egli odiava la sua gente con insensata crudeltà.
Con loro c'era una bambina di dodici anni, figlia di un uomo coraggioso, che giurò di vendicarla.
Aveva braccato il brigante con l'audacia di un cacciatore di orsi d'altri tempi: aveva scoperto ogni suo rifugio e smascherato ogni suo stratagemma, non concedendogli tregua.
I becchini scavarono la fossa di Fracassetti tra i rovi, nella terra sconsacrata oltre il cimitero.
Tutti i compaesani assistettero alla conclusione della sepoltura: ora si ritenevano tranquilli sapendolo sotto terra.
La folla si disperse e don Martini restò solo; si inginocchiò, pregando per la salvezza dell'ucciso e dell'uccisore.
Egli aveva visto crescere Fracassetti e sapeva che non era malvagio, come la gente credeva, ma piuttosto un disgraziato irresponsabile.
Fracassetti non si era adattato alla vita dura del montanaro e aveva preferito l'avventuroso vagabondaggio del brigante.
Don Martini rientrò al tramonto nella vicina canonica e non dormì fino a notte inoltrata.
Udì dei colpi alla porta: non chiese chi fosse per prudenza, essendo tempi difficili.
Per altre due notti qualcuno bussò alla stessa ora con insistenza; alla fine egli aprì al visitatore importuno.
Un forte odore di zolfo lo costrinse a indietreggiare: un individuo dall'aspetto meschino gli era davanti, con occhi neri, piccoli e vivi, in un volto scuro.
Aveva i capelli ispidi e arruffati, era interamente coperto di fuliggine.
Sembrava un carbonaio, ma don Martini riconobbe in quelle sembianze il Maligno, che gli chiese: -Libera lo spirito di Fracassetti dalle tue preghiere, che lo tengono tra i morti esiliati e mi impediscono di portarlo con me! Vuoi cambiare le leggi divine, mandando un peccatore così incallito in Paradiso?-
Don Martini gioì per la notizia: Fracassetti era tra gli spettri che girovagano sulla terra, dal destino eterno incerto.
-Demonio, non sei tu che stabilisci chi si salva e chi si danna! Solo il Cielo può giudicare e le sue creature devono sottostare ai suoi voleri!-
-In questo caso l'evidenza è palese e le tue orazioni offendono la giustizia di Dio!-
Don Martini gli chiuse la porta in faccia; non poteva competere all'astuzia del Maligno, ma da buon prete di montagna sapeva agire con decisione.
Il Diavolo non si sarebbe arreso presto ed egli chiese ai due vecchi, noti per la loro onestà, di restare a guardia della tomba del Fracassetti, per impedire lo scempio o il trafugare della salma per fini negromantici.
I due saggi vegliarono per alcune notti: parevano due angeli della morte dalla lunga fisionomia scarna.
Il maligno non poté nulla contro i resti mortali di Fracassetti, ma i due uomini, esperti dei casi della vita, dubitavano della salvezza del brigante: -La grazia di Dio non ha limiti, però il male commesso pesa sulle coscienze e trascina l'uomo alla dannazione!-

racconto di Arduino Rossi