L'ULTIMO
BRIGANTE DELLA VALLE BREMBANA
Quando
il corpo di Fracassetti fu portato a Santa Brigida, io fui tra i
primi ad occorrere e non nego che sentii compassione; aveva il capo
riverso, gli occhi spalancati e la morte non aveva ancora placato
l'espressione furiosa del suo viso.
Due
mandriani lo reggevano sulle loro spalle come una belva uccisa, con
le mani e i piedi legati ad un ramo.
Essi
ripetevano a tutti che lo avevano trovato cadavere e non avevano
visto l'assassino.
Ben
presto si riunì una folla allegra, che oltraggiava le spoglie del
criminale più pericoloso dell'alta valle Brembana.
I
suoi furti e le sue violenze gli avevano creato tanti nemici e per
questo da anni egli si era rifugiato nella valle Mora, zona impervia
e boscosa.
Si
nascondeva di giorno negli anfratti e di notte assaliva i casolari
isolati, ferendo o uccidendo chi reagiva.
Mia
madre lo aveva conosciuto sin da bambino e sosteneva che egli non
fosse cattivo per se stesso, ma avesse uno spirito diabolico nel suo
cuore.
Qualunque
ne fosse la causa era prepotente e vendicativo: persino i suoi pochi
amici lo avevano abbandonato.
A
dire il vero noi ragazzi del paese non avevamo nulla da temere: ci
divertivamo a chiamarlo nei boschi della valle Mora e al primo
fruscio scappavamo ridendo.
Un
giorno egli comparve veramente, ma non ci fece del male.
Erano
le donne le sue vittime preferite e avevano paura a rimanere isolate
in montagna.
Il
sollievo per la sua morte fu così grande che tutti i compaesani
arrivarono per vederlo finalmente impotente.
Qualche
pia vecchietta si fece il segno della croce, ma gli uomini non si
tolsero il cappello e le campane non suonarono a morto.
Il
parroco, don Martini, fu l'unico a provare pietà: lo ricompose,
sciogliendogli le mani e i piedi, lo ricoprì con un sudario fra le
contrarietà dei presenti.
Li
azzittì con la sua grossa voce: -Siamo cristiani e questa è sempre
un'anima battezzata!-
Invece
Fracassetti non aveva fatto differenza fra battezzati e animali,
usava con tutti la stessa brutalità.
I
montanari dei paesi vicini avevano subito le sue aggressioni e
avevano nominato Santa Brigida il paese di Fracassetti,
disonorandoci.
Eppure
nessuno aveva lottato contro le sue angherie e benché fosse
ricercato dalle guardie egli era divenuto sempre più spavaldo:
tornava in paese quando voleva, facendosi gioco della giustizia.
Aveva
superato ogni limite per la troppa sicurezza: aveva costretto sette
ragazze a seguirlo al suo nascondiglio, le aveva picchiate e qualcuna
fu violentata.
Egli
odiava la sua gente con insensata crudeltà.
Con
loro c'era una bambina di dodici anni, figlia di un uomo coraggioso,
che giurò di vendicarla.
Aveva
braccato il brigante con l'audacia di un cacciatore di orsi d'altri
tempi: aveva scoperto ogni suo rifugio e smascherato ogni suo
stratagemma, non concedendogli tregua.
I
becchini scavarono la fossa di Fracassetti tra i rovi, nella terra
sconsacrata oltre il cimitero.
Tutti
i compaesani assistettero alla conclusione della sepoltura: ora si
ritenevano tranquilli sapendolo sotto terra.
La
folla si disperse e don Martini restò solo; si inginocchiò,
pregando per la salvezza dell'ucciso e dell'uccisore.
Egli
aveva visto crescere Fracassetti e sapeva che non era malvagio, come
la gente credeva, ma piuttosto un disgraziato irresponsabile.
Fracassetti
non si era adattato alla vita dura del montanaro e aveva preferito
l'avventuroso vagabondaggio del brigante.
Don
Martini rientrò al tramonto nella vicina canonica e non dormì fino
a notte inoltrata.
Udì
dei colpi alla porta: non chiese chi fosse per prudenza, essendo
tempi difficili.
Per
altre due notti qualcuno bussò alla stessa ora con insistenza; alla
fine egli aprì al visitatore importuno.
Un
forte odore di zolfo lo costrinse a indietreggiare: un individuo
dall'aspetto meschino gli era davanti, con occhi neri, piccoli e
vivi, in un volto scuro.
Aveva
i capelli ispidi e arruffati, era interamente coperto di fuliggine.
Sembrava
un carbonaio, ma don Martini riconobbe in quelle sembianze il
Maligno, che gli chiese: -Libera lo spirito di Fracassetti dalle tue
preghiere, che lo tengono tra i morti esiliati e mi impediscono di
portarlo con me! Vuoi cambiare le leggi divine, mandando un peccatore
così incallito in Paradiso?-
Don
Martini gioì per la notizia: Fracassetti era tra gli spettri che
girovagano sulla terra, dal destino eterno incerto.
-Demonio,
non sei tu che stabilisci chi si salva e chi si danna! Solo il Cielo
può giudicare e le sue creature devono sottostare ai suoi voleri!-
-In
questo caso l'evidenza è palese e le tue orazioni offendono la
giustizia di Dio!-
Don
Martini gli chiuse la porta in faccia; non poteva competere
all'astuzia del Maligno, ma da buon prete di montagna sapeva agire
con decisione.
Il
Diavolo non si sarebbe arreso presto ed egli chiese ai due vecchi,
noti per la loro onestà, di restare a guardia della tomba del
Fracassetti, per impedire lo scempio o il trafugare della salma per
fini negromantici.
I
due saggi vegliarono per alcune notti: parevano due angeli della
morte dalla lunga fisionomia scarna.
Il
maligno non poté nulla contro i resti mortali di Fracassetti, ma i
due uomini, esperti dei casi della vita, dubitavano della salvezza
del brigante: -La grazia di Dio non ha limiti, però il male commesso
pesa sulle coscienze e trascina l'uomo alla dannazione!-
racconto di Arduino Rossi