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7 feb 2019

Sindacalisti e doppia pensione, ecco perché muovono le piazze - Arduino Rossi


Eccoli infuriati….contro la quota cento.
Non erano contrari, a parole, contro la riforma Fornero?
Non hanno battuto le mani quando si sono toccati i privilegi dei politici e dei dirigenti pubblici, con le loro super pensioni, pagate da noi.
Perché sono così ostili a tutto questo?
Ecco a voi la sorpresa, loro si sono fatti, i dirigenti sindacali e i sindacalisti di …professione, la doppia pensione, sempre a nostre spese.
Non sarà per questo che mobilitano le piazze contro i lavoratori…scusate contro il governo?

20 nov 2010

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni

Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

E' chiaro?

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.



La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni



Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.



Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.



Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.



E' chiaro?



A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.



La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.

61 anni per andare in pensione

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni

Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

E' chiaro?

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.














Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni

Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

E' chiaro?

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36,

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.



La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni



Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.



Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.



Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.



E' chiaro?



A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un c.... di pensioni e di altro.



La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.

Pensioni a 61 dal 2011

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni.

Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

E' chiaro?

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.














E' chiaro?

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni

Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

E' chiaro?

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.

Le pensioni dal 2011

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni

Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

E' chiaro?

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni

Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

E' chiaro?

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni

Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

E' chiaro?

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.














Doppia fregatura per i pensionabili dal 2011: dal gennaio serviranno 61 anni per ottenere la pensione, così dicono i giornali.

La riforma del 2007 impose per il 2011 i 60 e 36 anni per andare in pensione, poi la manovra di luglio ha accresciuto a 12 mesi la finestra prima della pensione e così diventano 61 anni

Come al solito l'informazione giornalistica è sbagliata, o quanto meno imprecisa: la legge così porta la somma età anagrafica + quella lavorativa a 96, con un minimo di 35 anni coperti dai contributi per andare in pensione.

Dal 2013 la somma minima sarà 97, così si andrà in pensione a 62 + 35, o 61 + 36, scendendo sino a 58 anni e 39 anni con i contributi, poi chi avrà 40 anni di lavoro potrà andarsene in pensione anche a 55 anni anagrafici.

Mentre il gradino della finestra rimane e dopo questi requisiti, bisogna sommare i 9 mesi, sino ai 12 mesi del gradino della manovra di luglio.

E' chiaro?

A quanto pare ai giornalisti del settore non lo è, poi si trovano dei disperati che lavorano, come ho visto personalmente, attendendo l'età pensionabile che hanno già maturato, a loro insaputa, perché un giornalista minchione non ha capito un cazzo di pensioni e di altro.

La doppia fregatura la danno anche i giornali e pretendono i nostri soldi in contributi pubblici.

17 lug 2016

Cisl, Cgil, Uil e sindacati vari, tanti affari di gruppo

Sapere che i sindacalisti si sono.... guadagnati la doppia pensione, ovvero grazie alla contribuzione pagata dal datore di lavoro, perché il signorino è  in aspettativa, da una parte, mentre l'altra la pagano poveri tesserati, dimostra che da una parte sono ... stipendiati dai padroni e dall'altra fregano i lavoratori, perché  loro non avranno una pensione da fame, come la stragrande maggioranza dei lavoratori, ma doppia.
Eppure loro non hanno voluto riforme intelligenti, che avrebbero agganciato il sistema pensionistico a dei redditi da capitale, per sottrarre il peso economico delle pesnioni sulle nuove generazioni.

6 apr 2010

04/4 L'AMANTE DEL DIRETTORE (Racconto di Arduino Rossi)

Quando c'è una faccenda scabrosa i francesi dicono: -Cherchez la femme!-
La Signora Irene non fu istigatrice di nessun crimine, ma solamente la causa di un grande garbuglio.
Irene lavorava all'Ufficio di Controllo sui Patrimoni Pubblici e per la sua capacità e per la sua buona volontà sarebbe rimasta all'ultimo gradino della carriera sino alla pensione.
Non era colta e non era molto intelligente, ma possedeva quella furbizia istintiva che certe donne del Sud hanno nel sangue: esse conoscono l'arte della seduzione, che sveglia le passioni più calde in uomini non più giovani.
Ella era tondetta, dalle forme pronunciate e compatte, un poco "caserecce".
Faceva provare al sedotto la presunzione del maschio virile e aitante.
Queste tecniche le applicava con i superiori e con i colleghi che la potevano favorire: in poco tempo Irene migliorò la sua posizione nell'ufficio, passando da dattilografa impacciata a segretaria particolare del Direttore.
Si era attirata l'antipatia degli impiegati e ribatteva con disprezzo la crescente ostilità: -Mi sono creata una posizione e me la tengo!-
-E' il metodo che hai usato per fartela che non va!-
-Sono una Signora e non ammetto nessuna insinuazione sulla mia condotta!-
Si riteneva in una botte di ferro: si atteggiava a donna per bene e a madre affettuosa.
Probabilmente la sacralità della famiglia era fondamentale per lei, ma l'arrivismo innato la spronava a tradire le sue buone intenzioni.
La tresca con il Direttore non iniziò per un reciproco desiderio di concubinaggio.
Il Commendatore si considerava un uomo in perfetta forma, nonostante i suoi cinquantanove anni e non perdeva l'occasione di "allungare" le mani sulle impiegate: si avvicinava cauto e appoggiava la mano sulla spalla, poi approfittava della soggezione dovuta al suo grado e faceva scivolare la palma dove non doveva.
Irene non disprezzava questi gesti del Capoufficio, anzi sembrava che lo volesse provocare: si presentava nello studio del Capoufficio quando era certa di trovarlo solo, si avvicinava con movimenti lenti e sinuosi, prendendo pose che accentuavano la sua "figura curvilinea".
Fu uno scambio di favori: più lei concedeva e più lui la appoggiava.
Ella divenne primo funzionario di un reparto con quattro impiegati: quei poveretti dovevano subire sfuriate e umiliazioni dalla presuntuosa Caposettore, che non ammetteva la responsabilità dei suoi numerosi sbagli.
Il rapporto tra i due era ormai impudente: egli la ghermiva dietro le porte o negli angoli bui del corridoio, con poca attenzione alla decenza.
Da queste esuberanze "affettuose" in pubblico nacquero molti pettegolezzi: -Vogliono divorziare! Lei vuole abbandonare i figli! Si racconta che lei ha molti altri amanti e il Direttore è geloso!-
I soliti viscidi seminatori di zizzania si erano "preoccupati" di avvisare il marito e la moglie ingannati, con caustiche lettere anonime.
I due cornuti, dopo l'ennesima epistola, dubitarono della lealtà dei coniugi.
Il marito di Irene, Giorgio, si presentò a casa della Signora Carpone, moglie del Commendatore: -Gentile Signora! Sono dispiaciuto, ma devo darle una brutta notizia!-
Geltrude lo fece entrare, riattandosi il vestito e accomodandosi i capelli brizzolati, folti e vigorosi.
Era ancora una bella donna, dal sorriso buono e dallo sguardo infantile: solo le rughe marcate erano indizio della sua età, quasi senile.
Giorgio si stava morsicando le labbra e non riusciva a parlare: stava stropicciando tra le dita nervose un pacchetto di lettere.
Sorrise un po' impacciato e le disse, consegnandole le lettere: -Sono sinceramente rammaricato, ma pure lei deve conoscere la verità!-
Ella lesse qualche frase e sospirò, rivolgendosi a lui: -Crede in queste menzogne? Mio marito è sempre stato un uomo onesto e un padre esemplare!-
-Ci sono troppi riscontri con la realtà per essere solo delle illazioni!-
Discussero vivacemente: Geltrude pianse, Giorgio maledisse la consorte ed entrambi decisero di allearsi per salvare le famiglie.
Fu allora che telefonarono alla mia agenzia e io, giovane agente privato senza clienti, mi posi a loro disposizione.
Mi informai sugli orari dei presunti adulteri, confrontai ogni particolare delle abitudini dei due e mi fu tutto chiaro: essi si incontravano al sabato pomeriggio in un alberghetto periferico.
Irene aveva l'alibi delle spese nei negozi del centro città e Carpone giustificava le uscite con gli straordinari in ufficio.
Il mio metodo di indagine è scientifico: i pedinamenti e i travestimenti li utilizzo solo dopo aver valutato le possibili
ipotesi con il mio computer.
Divisi la città in zone e valutai i tempi di percorrenza di un auto nel traffico del sabato dalle case dei concubini: individuai l'area dove si sarebbe dovuta trovare l'alcova.
Detti delle mance ai portieri di cinque pensioni per consultare i registri degli ospiti: finalmente scoprii i nomi dei due "traditori".
Avvisai i miei clienti e preparai tutti gli arnesi del mio mestiere per trovare le prove schiaccianti.
Non c'erano edifici vicino alla pensione: eravamo in aperta campagna, c'era solo qualche albero, ma senza foglie perché era
gennaio e non era possibile appostarsi vicino.
Affittai una camera accanto alla stanza dei due amanti e attesi.
Per mia sfortuna dimenticai la macchina fotografica sul balcone del portiere.
Il padrone della pensione si insospettì e mi portò personalmente in camera l'attrezzatura fotografica.
Io mi posi davanti all'entrata per nascondere i miei strumenti di lavoro, l'energumeno mi sospinse e volle vedere quello che stavo facendo.
Mi disse, indicando gli obiettivi fotografici: -Lei è un fotografo professionista?-
-Sì, certamente! Amo la campagna in inverno, che è stupenda se ben fotografata!-
-Anche con la nebbia, come oggi?-
Gli spiegai che il paesaggio nebbioso era tra i preferiti nei concorsi fotografici.
Egli non mi credette e se ne uscì borbottando, salutandomi a malapena: -Va bene! Buona sera!-
Conclusi di accomodare nel mio zainetto l'attrezzatura e mi arrampicai sulla grondaia: raggiunsi il tetto, rompendo qualche tegola e legai la corda a un comignolo, calandomi sino alla finestra dei due lussuriosi.
Il Direttore si dimenava come un ossesso sulla sua sottomessa: per dimostrarsi virile rischiava l'infarto.
Io rimasi in una posizione precaria, appeso e con i piedi appena appoggiati sul davanzale: fui sul punto di perdere la macchina fotografica e di infrangere la finestra.
Ero così assorto nel mio lavoro che non mi accorsi dello scricchiolare del comignolo, che cedette: precipitai, salvando istintivamente il materiale fotografico con una mano e con l'altra mi aggrappai a un filo dei panni, che rallentò la mia
caduta.
Non ebbi conseguenze serie: mi rialzai contento per lo scampato pericolo.
Mi accorsi dell'albergatore, che mi era accanto, aveva compreso le mie intenzioni e mi aveva tenuto sotto controllo: -Ma bravo! Volevi farmi credere d'essere un fotografo di paesaggi, però non mi hai specificato di quali!-
Le mie giustificazioni non furono nemmeno ascoltate egli mi sequestrò il rullino, ruppe i miei delicati strumenti sotto i piedi, mi dette un paio di sonori schiaffoni e mi disse: -Vattene, guardone! Non chiamo la polizia per compassione di te, ma che non ti incontri più!-
Avvisai i miei clienti della certezza dell'adulterio, ma non potei darne le prove.
Ero bruciato: non avrei potuto indagare in quella pensione.
I due traditi decisero di proseguire nella ricerca delle prove da soli: prenotarono una stanza per il sabato successivo e attesero l'arrivo dei due "colombelli".
Il Dottor Cattaneo e la sua amante non vennero: erano stati avvertiti da un loro amico poliziotto dell'intervento della squadra della Buoncostume nella pensione.
La polizia da tempo investigava sugli ospiti e sui traffichi di quell'alberghetto: sospettava che fosse un luogo di incontro della malavita e di ritrovo di prostitute.
Un magistrato moralista aveva coordinato l'inchiesta: voleva porre un freno al dilagare dell'adulterio, che rovinava molte famiglie per bene.
Quando gli agenti irruppero, Giorgio e Geltrude erano assieme: aspettavano i reciproci coniugi con l'intento di scoprirli sul fatto e svergognarli.
Invece furono loro a subire l'umiliazione di un fermo di polizia per accertamenti: furono ammanettati e fatti salire malamente sul cellulare.
Alla questura c'era un fotografo, di un giornale locale, in cerca di scandali: infatti, tra noti pregiudicati e prostitute, c'erano uomini d'affari, notabili e un sacerdote.
Giorgio e Geltrude furono prescelti come esempio della doppia vita della città: -Impiegato modello, madre e moglie apparentemente irreprensibile si incontravano in un locale di appuntamenti!-
La loro fotografia venne messa sul giornale: Geltrude era in lacrime e si copriva il volto, mentre Giorgio minacciava con un pugno il fotografo.
Dopo un breve interrogatorio furono rilasciati, ma a casa vennero trattati da adulteri.
L'ipocrita Direttore dell'ufficio dichiarò di voler divorziare: -Il mio nome e la mia carriera sono stati infangati! I nostri figli dovranno cambiare scuola...-
Irene fece una scenata da melodramma: ruppe parte della cristalleria, quella che non le piaceva più.
Maledisse il marito, senza risparmiare le ingiurie: -Sei la vergogna della nostra famiglia! Sporcaccione! Degenerato! Dio ti punirà!-
A questo punto io non potei rimanere con le mani in mano: rintracciai l'albergatore, appena uscito dal carcere e lo pagai per il rullino sequestrato.
Il manigoldo mi trattò con interessata cordialità: -Se mi avessi spiegato prima le tue intenzioni, non ci sarebbero stati malintesi: ti avrei lasciato fare tutte le fotografie che volevi!-
Telefonai ai miei clienti e chiesi loro di venire nel mio ufficio con i loro relativi coniugi.
Il finale fu molto agitato e la mia mobilia subì qualche danno: Giorgio inseguiva Irene con l'intento di "strangolarla".
Geltrude colpiva con un cuscino da sedia la testa calva del marito, mettendo tanta foga da impedire ogni tentativo di difesa.
Il mio intervento placò gli animi: i litiganti si riappacificarono per amore dei figli e per salvare ciò che rimaneva delle loro reputazioni.
La conclusione fu per tutti "positiva", meno che per me: non ricevetti un centesimo d'onorario.
-Io e Geltrude siamo stati arrestati per colpa tua, vorresti essere pagato? Spero che ti ritirino la licenza!-
RACCONTO TRATTO DAL LIBRO "Gli statali. Gioie e dolori per il posto fisso”
Scritto da Arduino Rossi
Morpheo editore – Narrativa
presente in IBS e altre librerie online
http://www.morpheoedizioni.it/Gli_Statali.htm

15 nov 2017

Pensioni, rubate e la guerra delle generazioni - ARDUINO ROSSI

Ci raccontano tante idiozie sulle pensioni, come quella terribile, disgustosa e demenziale che i vecchi hanno rubato  la pensione ai giovani, ma chi ha lavorato 40 anni, magari in fabbrica o sulle impalcature.
Si scodano i diritti acquisiti dei boiardi di regime, che mangiano vitalizzi da 5 mila, 10 mila euro al mese per dirigenze pubbliche, per lavori da porta borse speciali o ex deputati.
Si scordano che il sistema era da riformare anni fa, passando a una rendita sui contributi versati.
Si scordano che furono loro, per difendere i loro privilegi, che non portarono avanti tali iniziative, con i loro amichetti dei sindacati, quelli con la doppia pensione, pagata da noi lavoratori.

7 nov 2017

Pensioni e fregature, la casta e amichetti difendono i loro privilegi - ARDUINO ROSSI

Il sistema pensionistico non si può…toccare, è sacro.
Perché?
Perché se si cambia loro perdono i privilegi, da super burocrati, ai politici, sino ai sindacalisti con doppia pensione.
Perché non assicurare a tutti gli anziani una pensione minima per vivere, ma prima ancora un sistema di rendita, dove i contributi diventano investimenti?
Il sistema che si deve protare avanti deve modificarsi negli anni, ma alla fine ognuno si riprenderà ciò che ha versato, con il profitto che maturerà gradatamente nel tempo.
Loro non vogliono questo o sarebbero costretti a rinunciare ai vitalizzi, ricevendo ciò che hanno veramente versato.
Per questo motivo il sistema è sacro, rigidissimo ed intoccabile, ma sulle nsotre spalle interamente, con dentro loro e i loro amichetti, da mantenere tutti molto bene.

16 mar 2021

Perché certi sciacalli sono tanto accoglienti?

Il sistema economico italiano è stato creato sulla corruzione, sugli affari sporchi e i rapporti tra politica e faccendieri, non li chiamo imprenditori perché quasi mai lo sono.
Questo rapporto però ha creato un debito pubblico enorme, che cadrà su di noi e i nostri figli.
Hanno incolpato i lavoratori che vogliono andare in pensione a 60 anni dopo 40 anni di lavoro.
Questi buffoni ci pensano tutti deboli in matematica, infatti bastano due conti e scoprire che sono solo dei luridi ladri.
Un salario medio di 21 mila euro all'anno genera 7 mila euro di contributi pensionistici, che moltiplicati per 40 ci danno 280 mila euro di capitale accumulato, che se fosse stato depositato in fondi a basso rischio avrebbero reso sino a diventare più del doppio, questo calcolo è stato fatto sul valore reale del denaro escludendo l'inflazione. 
Così il pensionato, con 40 anni di lavoro, si troverebbe la somma di 600 mila euro, che con una rendita misera del 3%, senza rischi, renderebbe 18 mila euro all'anno, senza toccare il capitale.
In pratica il sistema pensionistico attuale ha derubato il poveretto dell'esempio, noi poveri fessi, di una fetta importante dei nostri stipendi, perché con una gestione simile avremmo un capitale sufficiente per campare almeno altri 100 anni, senza sussidi pubblici.
Invece con i nostri soldi hanno mantenuto e mantengono i politici, che attingono dalle nostre pensioni, prendono soldi pure con il reddito di cittadinanza oggi per comprarsi gli elettori, in passato si sono comprati i voti con le false pensioni di invalidità, i sindacalisti si sono fatti e si fanno ancora la doppia pensione, a nostro scapito.
Ecco perché tutti questi ladri erano contrari a una riforma pensionistica seria, che permettesse di trasformare il sistema da solidarietà tra generazioni, che poi si era solidali ai politici corrotti e ai sindacalisti venduti, in un sistema che creasse reddito, da permettere, alla fine di una carriera lavorativa, di avere una piccola rendita legittima, che ci accompagnasse sino alla fine della nostra vita.
Ci hanno derubato e i bastardi che ci hanno raccontato che i...... migranti ci pagano le pensioni ci stanno imbrogliando, meriterebbero il carcere per truffa.
Così il sistema sta saltando, il debito pubblico prima o poi scoppierà e i mercati pretenderanno la loro parte, a quel punto saremo tutti nei guai e la povera Grecia insegna, ma loro, i politicanti, cercano di salvarsi le poltrone sotto il sedere, con nuovi elettori importati.
Così i truffatori, gli imbroglioni che ripetono idiozie in diretta televisiva, che convincono gli allocchi, i fessi che si sentono protetti perché hanno una buona....... raccomandazione, continuano a urlare.
Loro sanno, che prima o poi, la festa finirà e sperano di scappare, come i ratti, prima che la nave vada a fondo, mentre saremo noi ad affogare.
Di chi sto parlando?
Dei sindacalisti, dei tesserati, dei preti che gestiscono l'8 per mille, ma soprattutto dei faccendieri, che non sono imprenditori, infatti fanno i soldi, come per il caso del Monte dei Paschi di Siena, scappando con il bottino e lasciando i debiti allo Stato.
I migranti servono, come il terrorismo islamico, per distrarci e noi pensiamo e penseremo sempre più all'ordine pubblico, alla guerra civile strisciante e  loro potranno godere dei nostri soldi tranquillamente all'estero.

28 nov 2015

Pensioni, vecchiaia, anzianità, un sistema che si regge sulle menzogne

Il nostro sistema pensionistico è  una truffa storica, che in  altri popoli avrebbe fatto scoppiare la rivoluzione, ma da noi questo non avviene per colpa di un sistema di informazioni fasulle che ci impediscono di capire.
Hanno usato i soldi dei lavoratori per gestire politicamente favori, con pensioni da ricchi i politici, i dirigenti pubblici e compari.
Hanno... regalato a categorie povere, veramente misere o fasulle, pensioni sociali, per due voti in più, con i soldi dei contributi pubblici.
Hanno regalato la... pensione di reversibilità  alle badanti quarantenni e i sindacalisti si sono presi la doppia pensione, oggi non ci sono più  soldi per chi ha faticato e ora non ha più  salute  e forze per lavorare, magari con 60 anni di età  e 40 anni di lavoro.
Che schifo.

3 feb 2019

Sindacati in piazza? Ma state a casa vostra. - Arduino Rossi

https://notizienews1.blogspot.com/search?q=sindacati+piazza

Il popolo delle camminate scende in piazza, i raccomandati e i mangia pane a tradimento di sempre si uniscono con i loro amichetti sindacalisti, con la doppia pensione a nostre spese.
Eccoli in piazza contro il razzismo, ma nessuno di loro sa cosa sia. 
Hanno le idee un po' confuse, peggio di certi giudici ridicoli. 
Il peggio dei professionisti del fancazzismo scende ancora nelle strade, vecchi e rincoglioniti, con il nipotino minchioni, che deve essere assunto negli uffici comunali, se vincerà il Pd. 

2 mar 2019

Milano, grande manifestazione anti razzista - Arduino Rossi

https://notizienews1.blogspot.com/search/label/cultura

I sindacalisti con doppia pensione, i preti pedofili e loro santi protettori e i loro seguaci, i tossicodipendenti dei centri sociali e tutti i raccomandati dei concorsi truccati dove erano?
I padroni e i buoni personaggi dello spettacolo, con i loro concerti che rendono tanto per i novelli schiavi extracomunitari, dov'erano?
Un mio amico sostiene che fossero tutti lì..... in cerca di visibilità, in difesa dei loro pulisci cessi in nero, da sfruttare sempre più. 
Sala, il sindaco di Milano, tanto voluto dai minchioni c'era con il popolo dei fancazzisti, che al sabato non sanno che cazzo fare. 
Così affermano le solite malelingue, ma si sa che la lingua batte dove il dente duole. 
A chi fa male il dente?