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29 mar 2011

Immigrati - extracomunitari - profughi o migranti in cerca di lavoro?


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I tunisini non sono dei falsi profughi, sono solo dei migranti che cercano un lavoro meglio pagato: è una questione di salario e nulla più.
In Italia e in Europa si guadagna di più anche per il cambio favorevole, per l'Euro, moneta forte rispetto a quelle del Nord d'Africa e di quasi tutto il 3° mondo, che se la si riporta in Patria permette a questa gente di vivere bene per anni, rispetto alle loro condizioni di vita.
Ormai certi immigrati campano nelle stesse condizioni economiche, se non peggiori, di casa loro, in Italia, in Europa.
Abitano in baracche, in case malconce, o in tuguri abbandonati delle periferie, ma quando riescono a risparmiare qualche soldo, questo diventa miracoloso per la famiglia rimasta a casa.
Ci si possono comprare farmaci e cibo, abiti e anche un'abitazione.
Così è proprio il cambio che rende conveniente il lavoro da noi, poi qui ci sono quelli che se ne approfittano e la scusa è sempre quella: gli italiani certi lavori non li vogliono più fare.
La frase però è....stata troncata, manca: “...a certe condizioni”.
Sì, vogliono un salario decente, con i contributi pagati, o almeno che dopo 10, o 12 ore di lavoro si guadagni non di meno di mille euro.
Poi gli italiani pretendono un minimo di sicurezza sul lavoro, per i cantieri e le fabbriche, pretendono il rispetto delle leggi del lavoro, con il rischio, per molti imprenditori che fanno lavorare in nero, di trovarsi in tribunale e di essere condannati, dovendo pagare i contributi pensionistici non versati e l'Iva evasa.
Così i tunisini hanno parecchie possibilità di trovar lavoro, specialmente se sono clandestini o semi-clandestini, specialmente se non conoscono le nostre leggi sul lavoro.

20 dic 2010

OBIETTIVO LAVORO NEWS: IL PIANO DI POLITICA DEL LAVORO E GLI INCENTIVI ALL'ASSUNZIONE
 
 
Obiettivo lavoro news, la rivista sul lavoro cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo, presenta le azioni del piano triennale di politica del lavoro volte ad incentivare le assunzioni di adulti che vivono soli con figli a carico, di ultra cinquantenni disoccupati, di disoccupati di lungo periodo, di persone in lista di mobilità o in Cigs o a rischio perdita di lavoro ma anche di persone a cui manchino 3 anni per raggiungere la pensione.
 
Nel Focus il corso di formazione per manutentore di impianti elettromeccanici, riservato ad adulti disoccupati, lavoratori precari e/o stagionali, con scadenza delle iscrizioni fissata entro le ore 17 del 26 gennaio prossimo.
 
Completano l'informazione il corso di formazione per mediatori organizzato dalla Chambre valdôtaine, per il quale è possibile presentare domanda di iscrizione via fax dalle ore 15 alle ore 18 di martedì 21 dicembre prossimo e il bando promosso dalla fondazione Vodafone Italia in collaborazione con Donna Moderna, per finanziare lo start up di progetti promossi a favore di donne in ambito di impresa sociale al femminile.
 
Le nuove offerte di lavoro provenienti dalle aziende valdostane disponibili presso i tre centri per l'impiego sono presenti nel sito dell'Amministrazione regionale www.regione.vda.it alla voce lavoro, dove è possibile iscriversi alla newsletter.
 
 

11 ott 2010

OBIETTIVO LAVORO NEWS: . Aosta


PROGRAMMA ARCO: NUOVE RISORSE PER L’ASSUNZIONE

Obiettivo lavoro news, la rivista sul lavoro cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo, questa settimana rilancia il Programma Arco, che vede una nuova dotazione di 10 milioni di euro per contributi finalizzati all’inserimento occupazionale. I bandi illustrati nel dossier offrono alle imprese valdostane contributi finalizzati all’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato, pieno o parziale, anche con contratto di apprendistato professionalizzante a tempo pieno e alla trasformazione dei contratti a termine in rapporti di lavoro a tempo indeterminato pieno o parziale. La nuova scadenza per presentare domanda di contributo è fissata al 31 marzo 2011.



Completano l’informazione la descrizione della figura professionale “dell’operatore di fattoria didattica” il cui video sarà inserito nelle apposite pagine del sito internet dell’Amministrazione Regionale, le due borse di studio destinate ad alunni residenti in Valle d’Aosta per effettuare un soggiorno di studio in un anno in un paese francofono per l’anno scolastico 20011/2012 e la riapertura dei termini per la presentazione dei progetti singoli da parte dell’Autorità di Gestione del Programma per la Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia 2007/2013.



Si ricorda inoltre che, presso il Centro per l’Impiego di Aosta, mercoledì 13 ottobre, verranno espletate le chiamate pubbliche su presenza, che questa settimana riguardano complessivamente 1 lavoratore presso la Comunità Montana Mont Emilius. I requisiti richiesti nonché le durate dei rapporti di lavoro proposti sono evidenziati nella rivista di questa settimana e nelle apposite pagine del sito internet dell’Amministrazione regionale alla voce lavoro.



Le nuove offerte di lavoro provenienti dalle aziende valdostane disponibili presso i tre centri per l’impiego sono presenti nel sito dell’Amministrazione regionale www.regione.vda.it alla voce lavoro, dove è possibile iscriversi alla newsletter.

29 mar 2011

Ultime notizie -Immigrati - extracomunitari - profughi o migranti in cerca di lavoro?


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I tunisini non sono dei falsi profughi, sono solo dei migranti che cercano un lavoro meglio pagato: è una questione di salario e nulla più.
In Italia e in Europa si guadagna di più anche per il cambio favorevole, per l'Euro, moneta forte rispetto a quelle del Nord d'Africa e di quasi tutto il 3° mondo, che se la si riporta in Patria permette a questa gente di vivere bene per anni, rispetto alle loro condizioni di vita.
Ormai certi immigrati campano nelle stesse condizioni economiche, se non peggiori, di casa loro, in Italia, in Europa.
Abitano in baracche, in case malconce, o in tuguri abbandonati delle periferie, ma quando riescono a risparmiare qualche soldo, questo diventa miracoloso per la famiglia rimasta a casa.
Ci si possono comprare farmaci e cibo, abiti e anche un'abitazione.
Così è proprio il cambio che rende conveniente il lavoro da noi, poi qui ci sono quelli che se ne approfittano e la scusa è sempre quella: gli italiani certi lavori non li vogliono più fare.
La frase però è....stata troncata, manca: “...a certe condizioni”.
Sì, vogliono un salario decente, con i contributi pagati, o almeno che dopo 10, o 12 ore di lavoro si guadagni non di meno di mille euro.
Poi gli italiani pretendono un minimo di sicurezza sul lavoro, per i cantieri e le fabbriche, pretendono il rispetto delle leggi del lavoro, con il rischio, per molti imprenditori che fanno lavorare in nero, di trovarsi in tribunale e di essere condannati, dovendo pagare i contributi pensionistici non versati e l'Iva evasa.
Così i tunisini hanno parecchie possibilità di trovar lavoro, specialmente se sono clandestini o semi-clandestini, specialmente se non conoscono le nostre leggi sul lavoro.

Permesso di soggiorno Immigrati - extracomunitari - profughi o migranti in cerca di lavoro?


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I tunisini non sono dei falsi profughi, sono solo dei migranti che cercano un lavoro meglio pagato: è una questione di salario e nulla più.
In Italia e in Europa si guadagna di più anche per il cambio favorevole, per l'Euro, moneta forte rispetto a quelle del Nord d'Africa e di quasi tutto il 3° mondo, che se la si riporta in Patria permette a questa gente di vivere bene per anni, rispetto alle loro condizioni di vita.
Ormai certi immigrati campano nelle stesse condizioni economiche, se non peggiori, di casa loro, in Italia, in Europa.
Abitano in baracche, in case malconce, o in tuguri abbandonati delle periferie, ma quando riescono a risparmiare qualche soldo, questo diventa miracoloso per la famiglia rimasta a casa.
Ci si possono comprare farmaci e cibo, abiti e anche un'abitazione.
Così è proprio il cambio che rende conveniente il lavoro da noi, poi qui ci sono quelli che se ne approfittano e la scusa è sempre quella: gli italiani certi lavori non li vogliono più fare.
La frase però è....stata troncata, manca: “...a certe condizioni”.
Sì, vogliono un salario decente, con i contributi pagati, o almeno che dopo 10, o 12 ore di lavoro si guadagni non di meno di mille euro.
Poi gli italiani pretendono un minimo di sicurezza sul lavoro, per i cantieri e le fabbriche, pretendono il rispetto delle leggi del lavoro, con il rischio, per molti imprenditori che fanno lavorare in nero, di trovarsi in tribunale e di essere condannati, dovendo pagare i contributi pensionistici non versati e l'Iva evasa.
Così i tunisini hanno parecchie possibilità di trovar lavoro, specialmente se sono clandestini o semi-clandestini, specialmente se non conoscono le nostre leggi sul lavoro.

7 set 2010

Clandestinità in Italia e in Europa

 


Non sarà più possibile transitare liberamente in tutta Europa?

In pratica per certe etnie la libera Europa resterà un mito.

Il principio che tende ad escludere poveri ed emarginati dal movimento di popoli all'interno del continente europeo tradisce la natura dell'Unione Europea.

Ora c'è una costituzione, con un parlamento che ci impone direttive da rispettare se non si vogliono pagare delle "penali", come ditte che lavorano sotto un appalto: spesso le direttive fanno accapponare la pelle e ci si chiede.

Chi mandano gli europei a Bruxelles?

Non certamente il meglio dei politici del continente, non proprio individui eccezionali anche quando lavorano nei loro Paesi, o così pare dalle direttive che ogni tanto ci cadono sulla testa.

Ora, per colpa di scelte del passato un po' azzardate si vuole limitare la libertà di movimento, fatto certamente ingiusto in se stesso.

Con questo non voglio fare del buonismo facilone e demenziale, anzi sono certo che sia colpa del buonismo che siamo arrivati a tanto: se ci fossero state delle leggi coraggiose, una struttura giudiziaria capace di punire i delinquenti in modo chiaro e inequivocabile non saremmo arrivati a confondere i bambini rom con i vecchi ladri professionisti, i topi di appartamento, i ricettatori con i ragazzini costretti ad andare a rubare con minacce e botte.

I ladri, i papponi, i caporali che sfruttano la loro gente, i mascalzoni di ogni etnia meritano il carcere, anzi devono andare in carcere senza attenuanti, mentre gli sfruttati, i maltrattati devono essere rispettati, anche ospitati: quantomeno il lavoro e le energie da spendere per l'integrazione devono essere consumati per loro.

Ora si vuole limitare la libertà di transito a chi non può mantenersi, ma ci si scorda che la povertà non è una colpa, ma e una malattia da curare: sì, è una patologia spesso legata a modi di vivere antiquati, a una scarsa programmazione dell'esistenza, a una scarsa specializzazione lavorativa, a una bassa cultura.

Il lavoro per l'integrazione deve essere affiancato all'educazione dei principi democratici, alla libertà individuale, al rispetto e alla libertà delle donne: senza tutto questo si torna al passato.

In apparenza scacciare chi vive ai margini della società, che non hanno un lavoro, un qualsiasi reddito è giusto: non possiamo certamente ospitare tutti i miseri della terra, che sono almeno 3, o 4 miliardi di persone.

Certamente la politica che ha permesso a molti di costoro di entrare in Europa aveva dei fini non sempre positivi e onesti, benché qualcuno con grande ipocrisia vede nell'ospitalità, verso tutti questi disperati, un obbligo morale, un atto caritatevole: in realtà loro erano e sono qui per semplici motivi economici, di mercato del lavoro.

Da noi alcune forze economiche e imprenditoriali hanno preso al volo l'occasione di pagare di meno la manodopera, anche se scarsamente preparata, anche se sempre con difficoltà di comprensione linguistica.

I nuovi venuti accettano qualsiasi paga, a ribasso, qualsiasi condizione e quasi mai sono sindacalizzati: quando poi rischiano di chiedere i loro diritti perdono il posto di lavoro, spesso, subendo quella strana legge che nel mondo del lavoro esiste, ma nessuno l'ha scritta: se crei problemi da un datore di lavoro non troverai altro lavoro dagli altri imprenditori, se non quello più brutto e malsano.

Ora gli stranieri sul nostro suolo sono tanti, troppi e molti non si possono neppure rimandare a casa perché comunitari: così non rimane che trasformare questa bellissima Europa senza confini, il sogno di molti utopisti del passato, solo un privilegio per gente con un conto in banca, con le carte di credito e la possibilità di pagarsi una stanza in albergo.

Comunque non posso dare tutta la colpa, di tutto questo, solo a chi sta preparando questi limiti legali: il gioco è stato almeno a tre, i repressivi vengono dopo i permissivi utopisti incalliti.

Infine ci sono gli sfruttatori, che hanno visto in questa massa di "pezzenti" un'occasione di guadagno.

Oggi si proverà a respingerli, domani si ….....rinchiuderanno, per impedire a loro di tornare una seconda, una terza volta.

Cosa capiterà quando saranno troppi?

Non azzardo ipotesi: sono stato profeta di sventura troppe volte in passato.Clandestinità

25 lug 2011

OBIETTIVO LAVORO NEWS: UNA LEGGE REGIONALE PER SOSTENERE “LE NUOVE IMPRESE”

Aosta, lunedì 25 luglio 2011
 
Obiettivo lavoro news, la rivista sul lavoro cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo presenta la nuova legge regionale approvata dal Consiglio Valle lo scorso 8 giugno, volta a favorire e sostenere lo start up di imprese che sappiano promuovere la ricerca, la creatività e lo scambio.
 
Nel Focus il voucher di conciliazione, destinato all’acquisto di servizi di conciliazione vita-familiare/lavoro, previsto dalla convenzione tra la Regione e il Dipartimento per le pari opportunità.
 
Completano l’informazione i termini per le iscrizioni all’Università della Valle d’Aosta e la seconda edizione del “premio volontario dell’anno” promosso dal Consiglio Valle.
 
Si ricorda inoltre che, presso il Centro per l’Impiego di Aosta, il 27 luglio prossimo, verranno espletate le chiamate pubbliche su presenza, che questa settimana riguardano complessivamente 3 lavoratori presso la Comunità Montana Grand Paradis. I requisiti richiesti nonché le durate dei rapporti di lavoro proposti sono evidenziati nella rivista di questa settimana e nelle apposite pagine del sito internet dell’Amministrazione regionale alla voce lavoro.
 
Le nuove offerte di lavoro provenienti dalle aziende valdostane disponibili presso i tre centri per l’impiego sono presenti nel sito dell’Amministrazione regionale www.regione.vda.it alla voce lavoro, dove è possibile iscriversi alla news letter.
 

OBIETTIVO LAVORO NEWS: UNA LEGGE REGIONALE PER SOSTENERE “LE NUOVE IMPRESE”


Aosta, lunedì 25 luglio 2011
 

 
Obiettivo lavoro news, la rivista sul lavoro cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo presenta la nuova legge regionale approvata dal Consiglio Valle lo scorso 8 giugno, volta a favorire e sostenere lo start up di imprese che sappiano promuovere la ricerca, la creatività e lo scambio.
 
Nel Focus il voucher di conciliazione, destinato all’acquisto di servizi di conciliazione vita-familiare/lavoro, previsto dalla convenzione tra la Regione e il Dipartimento per le pari opportunità.
 
Completano l’informazione i termini per le iscrizioni all’Università della Valle d’Aosta e la seconda edizione del “premio volontario dell’anno” promosso dal Consiglio Valle.
 
Si ricorda inoltre che, presso il Centro per l’Impiego di Aosta, il 27 luglio prossimo, verranno espletate le chiamate pubbliche su presenza, che questa settimana riguardano complessivamente 3 lavoratori presso la Comunità Montana Grand Paradis. I requisiti richiesti nonché le durate dei rapporti di lavoro proposti sono evidenziati nella rivista di questa settimana e nelle apposite pagine del sito internet dell’Amministrazione regionale alla voce lavoro.
 
Le nuove offerte di lavoro provenienti dalle aziende valdostane disponibili presso i tre centri per l’impiego sono presenti nel sito dell’Amministrazione regionale www.regione.vda.it alla voce lavoro, dove è possibile iscriversi alla news letter.
 
 

6 nov 2010

Il costo del lavoro è alto se il lavoratore rende poco, o meglio se tutta l'organizzazione del lavoro è antiquata: il sistema economico italiano è vecchio per colpa dell'apparato pubblico, ma anche per la scarsa concorrenza all'interno della realtà produttiva.

Tremonti vuole misure per la ripresa, il Ministro dell'Economia vuole trovare i soldi per gli stipendi: servono 850 milioni per l'aliquota al 10% sul salario di produttività,

L'ipotesi è di portare questa riduzione per i redditi fino a 40mila euro.

Si parla di proroga a tutto il 2011 della cassa integrazione e quindi si tenta di rilanciare l'economia con l'aiuto ai salari più bassi e ai ceti lavorativi con stipendi inferiori.

Dopo le affermazioni di Luca Cordero di Montezemolo, che chiese perché le tasse sul lavoro siano superiori alle rendite finanziarie, si prendono provvedimenti.

A dire il vero attualmente la borsa e la finanza è sempre più asmatica, ma questo non conta per il presidente della Fiat: questa idea era dei sindacati e dell'estrema sinistra comunista, ma oggi è stata ripresa da altri.

Ridurre le tasse sul lavoro è una politica giusta, che favorisce l'occupazione, ma il problema italiano non è solo nel costo del lavoro, anzi non è questo il problema italiano: per troppo tempo si è posto la questione del costo del lavoro, in confronto con la Cina e i Paesi emergenti.

Il costo del lavoro è alto se il lavoratore rende poco, o meglio se tutta l'organizzazione del lavoro è antiquata: il sistema economico italiano è vecchio per colpa dell'apparato pubblico, ma anche per la scarsa concorrenza all'interno della realtà produttiva.

Da noi ci sono troppe organizzazioni di categoria che difendono i diritti dei gruppi economici in blocco e non vedono la necessità di una leale concorrenza all'interno delle categorie.

Commercianti, artigiani, imprenditori, ma pure sindacati vari difendono giustamente i diritti dei loro associati, ma spesso creano delle nicchie protette, dove non è possibile entrare per altri, che farebbero concorrenza e porterebbero una differente organizzazione lavorativa, con nuove tecnologie e investimenti intelligenti.

29 mar 2011

Migranti Immigrati - extracomunitari - profughi o migranti in cerca di lavoro?


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I tunisini non sono dei falsi profughi, sono solo dei migranti che cercano un lavoro meglio pagato: è una questione di salario e nulla più.
In Italia e in Europa si guadagna di più anche per il cambio favorevole, per l'Euro, moneta forte rispetto a quelle del Nord d'Africa e di quasi tutto il 3° mondo, che se la si riporta in Patria permette a questa gente di vivere bene per anni, rispetto alle loro condizioni di vita.
Ormai certi immigrati campano nelle stesse condizioni economiche, se non peggiori, di casa loro, in Italia, in Europa.
Abitano in baracche, in case malconce, o in tuguri abbandonati delle periferie, ma quando riescono a risparmiare qualche soldo, questo diventa miracoloso per la famiglia rimasta a casa.
Ci si possono comprare farmaci e cibo, abiti e anche un'abitazione.
Così è proprio il cambio che rende conveniente il lavoro da noi, poi qui ci sono quelli che se ne approfittano e la scusa è sempre quella: gli italiani certi lavori non li vogliono più fare.
La frase però è....stata troncata, manca: “...a certe condizioni”.
Sì, vogliono un salario decente, con i contributi pagati, o almeno che dopo 10, o 12 ore di lavoro si guadagni non di meno di mille euro.
Poi gli italiani pretendono un minimo di sicurezza sul lavoro, per i cantieri e le fabbriche, pretendono il rispetto delle leggi del lavoro, con il rischio, per molti imprenditori che fanno lavorare in nero, di trovarsi in tribunale e di essere condannati, dovendo pagare i contributi pensionistici non versati e l'Iva evasa.
Così i tunisini hanno parecchie possibilità di trovar lavoro, specialmente se sono clandestini o semi-clandestini, specialmente se non conoscono le nostre leggi sul lavoro.

7 apr 2011

OBIETTIVO LAVORO NEWS: AL VIA IL NUOVO BANDO PER LE BORSE DI RICERCA

OBIETTIVO LAVORO NEWS: AL VIA IL NUOVO BANDO PER LE BORSE DI RICERCA
 
Obiettivo lavoro news, la rivista sul lavoro cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo, presenta il nuovo invito pubblico per la presentazione di progetti di specializzazione individuali nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico finanziabili con borse di ricerca e buoni formativi per la ricerca. L'invito sarà aperto fino al 28 dicembre 2012 e mette a disposizione 1minilione 200mila euro.
 
Nel Focus il premio ITWIIN 2011, che ha come obiettivo di valorizzare i successi professionali di donne creative ed attive negli ambiti della ricerca, dell'innovazione e del trasferimento tecnologico.
 
Completano l'informazione il corso di cittadinanza attiva cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Si Voisin a Verrayes e la presentazione delle comunicazioni obbligatorie per i lavoratori domestici, che a partire dall'aprile 2011 non potrà più avvenire tramite i moduli cartacei ma soltanto attraverso i servizi telematici a disposizione dei cittadini.
 
Si ricorda inoltre che, presso i Centri per l'Impiego di Aosta e Morgex, mercoledì 6 aprile verranno espletate le chiamate pubbliche su presenza, che questa settimana riguardano complessivamente 7 lavoratori presso le Comunità Montane Grand Paradis e Valdigne Mont Blanc. I requisiti richiesti nonché le durate dei rapporti di lavoro proposti sono evidenziati nella rivista di questa settimana e nelle apposite pagine del sito internet dell'Amministrazione regionale alla voce lavoro.
 
Le nuove offerte di lavoro provenienti dalle aziende valdostane disponibili presso i tre centri per l'impiego sono presenti nel sito dell'Amministrazione regionale www.regione.vda.it alla voce lavoro, dove è possibile iscriversi alla newsletter.

12 feb 2024

#VDAORIENTA 2024: si chiude il 1° salone dell'orientamento in Valle d’Aosta, oltre 850 studenti hanno visitato gli stand Sold out per i due eventi aperti al pubblico



Il lun 12 feb 2024, 17:41 Ufficio Stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta <comunicati_stampa@regione.vda.it> ha scritto:

 


Bureau de presse
Ufficio stampa


COMUNICATO STAMPA

 

Aosta, lunedì 12 febbraio 2024

#VDAORIENTA 2024:

si chiude il 1° salone dell'orientamento in Valle d'Aosta, oltre 850 studenti hanno visitato gli stand

Sold out per i due eventi aperti al pubblico

Più di 850 studenti hanno animato #VDAorienta, il 1/o Salone dell'orientamento in Valle d'Aosta per guidare i giovani nella scelta consapevole del loro futuro, svoltosi l'8 e il 9 febbraio scorsi in piazza Chanoux, ad Aosta: una due giorni che ha rappresentato una tappa importante per l'empowerment e lo sviluppo professionale dei giovani studenti valdostani.

All'interno della tensostruttura allestita nella piazza centrale di Aosta vi erano 35 stand tra Università, Accademie, ITS, Associazioni, Istituzioni e Agenzie per il lavoro e più di 50 workshop che hanno offerto strumenti, conoscenze e opportunità a studenti e studentesse delle classi IV delle scuole secondarie di secondo grado e anche ai tanti visitatori che hanno approfittato dell'apertura al pubblico del giovedì pomeriggio.

Gli stand dell'Amministrazione regionale hanno raccolto una grande partecipazione e interesse per le opportunità di lavoro all'estero con Eurodyssée, le borse di studio, le agevolazioni ai trasporti e i servizi del Centro per l'Impiego regionale. Tanti anche i giovani che hanno usufruito dello sportello del Centro Orientamento del Dipartimento Politiche del lavoro e della formazione che ha fornito e fornisce durante l'anno un servizio B2B per supportare tutti coloro che stanno affrontando la transizione da un ciclo scolastico ad un altro o l'ingresso nel mondo del lavoro.

I due eventi aperti al pubblico, targati #Vdalavora, hanno registrato il tutto esaurito con Leonardo Lotto che ha fornito preziosi consigli sul tema della "scelta", suggerendo ai tanti giovani presenti di essere umili per essere ambiziosi e soprattutto di essere liberi nelle scelte, senza paletti, con la consapevolezza che si può sbagliare ma il bello è anche quello di saper ovviare ai propri errori.

La psicoterapeuta Stefania Andreoli ha chiuso la manifestazione con un Teatro Giacosa gremito, soprattutto di genitori desiderosi di ricevere consigli per affrontare serenamente una fase cruciale della vita, ovvero la scelta del futuro da parte dei propri figli.

"#VDAorienta in questa edizione e nelle edizioni future si pone l'obiettivo di tracciare le linee guida per un dialogo continuo tra il mondo educativo, il tessuto imprenditoriale e le nuove generazioni, - commenta l'Assessore allo Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile, Luigi Bertschy  -  sottolineando l'importanza della sinergia tra formazione e mercato del lavoro e ribandendo come un evento così strutturato sia un vero e proprio investimento nel futuro dei giovani. Nei prossimi giorni analizzeremo le osservazioni e le proposte di studenti e docenti e le utilizzeremo per migliorare la prossima edizione di #VDAorienta".

Dichiarazione dell'Assessore Guichardaz

Secondo l'Assessore ai Beni e Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali Jean-Pierre Guichardaz "con il Salone dell'orientamento pensiamo di essere riusciti ad interpretare un forte bisogno di conoscenza e di consapevolezza, sia da parte degli studenti e delle loro famiglie, sia del mondo del lavoro. Fornire le adeguate informazioni sui percorsi di studio e sulle opportunità di impiego ai ragazzi che si avviano a concludere le scuole superiori e alle loro famiglie, che non possono essere escluse dai progetti di vita dei loro figli, è un modo anche per evitare fallimenti personali, senso di frustrazione, abbandoni scolastici e lavorativi. Scelte efficaci, informate e ragionate sono il segreto del successo scolastico e di una soddisfacente vita lavorativa e personale. È anche questo un modo per essere vicini ai nostri ragazzi, gli adulti di domani".

 

 @vdaufficiale  

 regionevalledaosta.official

 Regione Valle d'Aosta

 Regione Autonoma Valle d'Aosta

 RegVdA

 

0134

us

 

Fonte: Assessorati dello Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile e dei Beni e Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali – Ufficio stampa Regione autonoma Valle d'Aosta



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T. 0165 27 32 00 - 32 90
F. 0165 27 34 02
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Questa comunicazione è stata generata tramite l'applicativo
Municipium

7 set 2010

Troppi europei senza un reddito che si muovono in Europa

 


Non sarà più possibile transitare liberamente in tutta Europa?

In pratica per certe etnie la libera Europa resterà un mito.

Il principio che tende ad escludere poveri ed emarginati dal movimento di popoli all'interno del continente europeo tradisce la natura dell'Unione Europea.

Ora c'è una costituzione, con un parlamento che ci impone direttive da rispettare se non si vogliono pagare delle "penali", come ditte che lavorano sotto un appalto: spesso le direttive fanno accapponare la pelle e ci si chiede.

Chi mandano gli europei a Bruxelles?

Non certamente il meglio dei politici del continente, non proprio individui eccezionali anche quando lavorano nei loro Paesi, o così pare dalle direttive che ogni tanto ci cadono sulla testa.

Ora, per colpa di scelte del passato un po' azzardate si vuole limitare la libertà di movimento, fatto certamente ingiusto in se stesso.

Con questo non voglio fare del buonismo facilone e demenziale, anzi sono certo che sia colpa del buonismo che siamo arrivati a tanto: se ci fossero state delle leggi coraggiose, una struttura giudiziaria capace di punire i delinquenti in modo chiaro e inequivocabile non saremmo arrivati a confondere i bambini rom con i vecchi ladri professionisti, i topi di appartamento, i ricettatori con i ragazzini costretti ad andare a rubare con minacce e botte.

I ladri, i papponi, i caporali che sfruttano la loro gente, i mascalzoni di ogni etnia meritano il carcere, anzi devono andare in carcere senza attenuanti, mentre gli sfruttati, i maltrattati devono essere rispettati, anche ospitati: quantomeno il lavoro e le energie da spendere per l'integrazione devono essere consumati per loro.

Ora si vuole limitare la libertà di transito a chi non può mantenersi, ma ci si scorda che la povertà non è una colpa, ma e una malattia da curare: sì, è una patologia spesso legata a modi di vivere antiquati, a una scarsa programmazione dell'esistenza, a una scarsa specializzazione lavorativa, a una bassa cultura.

Il lavoro per l'integrazione deve essere affiancato all'educazione dei principi democratici, alla libertà individuale, al rispetto e alla libertà delle donne: senza tutto questo si torna al passato.

In apparenza scacciare chi vive ai margini della società, che non hanno un lavoro, un qualsiasi reddito è giusto: non possiamo certamente ospitare tutti i miseri della terra, che sono almeno 3, o 4 miliardi di persone.

Certamente la politica che ha permesso a molti di costoro di entrare in Europa aveva dei fini non sempre positivi e onesti, benché qualcuno con grande ipocrisia vede nell'ospitalità, verso tutti questi disperati, un obbligo morale, un atto caritatevole: in realtà loro erano e sono qui per semplici motivi economici, di mercato del lavoro.

Da noi alcune forze economiche e imprenditoriali hanno preso al volo l'occasione di pagare di meno la manodopera, anche se scarsamente preparata, anche se sempre con difficoltà di comprensione linguistica.

I nuovi venuti accettano qualsiasi paga, a ribasso, qualsiasi condizione e quasi mai sono sindacalizzati: quando poi rischiano di chiedere i loro diritti perdono il posto di lavoro, spesso, subendo quella strana legge che nel mondo del lavoro esiste, ma nessuno l'ha scritta: se crei problemi da un datore di lavoro non troverai altro lavoro dagli altri imprenditori, se non quello più brutto e malsano.

Ora gli stranieri sul nostro suolo sono tanti, troppi e molti non si possono neppure rimandare a casa perché comunitari: così non rimane che trasformare questa bellissima Europa senza confini, il sogno di molti utopisti del passato, solo un privilegio per gente con un conto in banca, con le carte di credito e la possibilità di pagarsi una stanza in albergo.

Comunque non posso dare tutta la colpa, di tutto questo, solo a chi sta preparando questi limiti legali: il gioco è stato almeno a tre, i repressivi vengono dopo i permissivi utopisti incalliti.

Infine ci sono gli sfruttatori, che hanno visto in questa massa di "pezzenti" un'occasione di guadagno.

Oggi si proverà a respingerli, domani si ….....rinchiuderanno, per impedire a loro di tornare una seconda, una terza volta.

Cosa capiterà quando saranno troppi?

Non azzardo ipotesi: sono stato profeta di sventura troppe volte in passato.

25 ott 2010

Aosta - OBIETTIVO LAVORO FSE: CORSI DI LINGUA ITALIANA PER STRANIERI


Obiettivo lavoro news, la rivista sul lavoro cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo, presenta i progetti formativi destinati alla diffusione della conoscenza della lingua e della cultura italiana tra i cittadini extracomunitari regolarmente presenti in Italia. Previsti dalla normativa vigente in materia di immigrazione, i corsi sono tesi a favorire l'integrazione sociale dei cittadini extra comunitari, cui si aggiungono a quelli cofinanziati dal FSE volti al loro inserimento lavorativo.
 
Nel Focus è presentato il corso di formazione TIME-OUT per giovani disoccupati privi di una qualifica professionale o di un diploma, che offre l'opportunità di definire percorsi di avvicinamento al lavoro e di accrescere le proprie competenze. La scadenza iscrizioni è fissata per venerdì 29 ottobre.
 
Completano l'informazione un'iniziativa della Commissione Europea che intende cofinanziare 54 progetti che abbiano la finalità di rafforzare la partnership tra le organizzazioni della società civile di volontariato e il Rapporto dell'UE sui diritti dei cittadini europei che lavorano all'estero.
 
Si ricorda inoltre che, presso il Centro per l'Impiego di Aosta, mercoledì 27 ottobre, verranno espletate le chiamate pubbliche su presenza, che questa settimana riguardano complessivamente 6 lavoratori presso le Comunità Montane Grand Combin e Grand Paradis. I requisiti richiesti nonché le durate dei rapporti di lavoro proposti sono evidenziati nella rivista di questa settimana e nelle apposite pagine del sito internet dell'Amministrazione regionale alla voce lavoro.
 
Le nuove offerte di lavoro provenienti dalle aziende valdostane disponibili presso i tre centri per l'impiego sono presenti nel sito dell'Amministrazione regionale
www.regione.vda.it alla voce lavoro, dove è possibile iscriversi alla newsletter.
 
 

7 set 2010

La logica dell'Europa senza confini

 


Non sarà più possibile transitare liberamente in tutta Europa?

In pratica per certe etnie la libera Europa resterà un mito.

Il principio che tende ad escludere poveri ed emarginati dal movimento di popoli all'interno del continente europeo tradisce la natura dell'Unione Europea.

Ora c'è una costituzione, con un parlamento che ci impone direttive da rispettare se non si vogliono pagare delle "penali", come ditte che lavorano sotto un appalto: spesso le direttive fanno accapponare la pelle e ci si chiede.

Chi mandano gli europei a Bruxelles?

Non certamente il meglio dei politici del continente, non proprio individui eccezionali anche quando lavorano nei loro Paesi, o così pare dalle direttive che ogni tanto ci cadono sulla testa.

Ora, per colpa di scelte del passato un po' azzardate si vuole limitare la libertà di movimento, fatto certamente ingiusto in se stesso.

Con questo non voglio fare del buonismo facilone e demenziale, anzi sono certo che sia colpa del buonismo che siamo arrivati a tanto: se ci fossero state delle leggi coraggiose, una struttura giudiziaria capace di punire i delinquenti in modo chiaro e inequivocabile non saremmo arrivati a confondere i bambini rom con i vecchi ladri professionisti, i topi di appartamento, i ricettatori con i ragazzini costretti ad andare a rubare con minacce e botte.

I ladri, i papponi, i caporali che sfruttano la loro gente, i mascalzoni di ogni etnia meritano il carcere, anzi devono andare in carcere senza attenuanti, mentre gli sfruttati, i maltrattati devono essere rispettati, anche ospitati: quantomeno il lavoro e le energie da spendere per l'integrazione devono essere consumati per loro.

Ora si vuole limitare la libertà di transito a chi non può mantenersi, ma ci si scorda che la povertà non è una colpa, ma e una malattia da curare: sì, è una patologia spesso legata a modi di vivere antiquati, a una scarsa programmazione dell'esistenza, a una scarsa specializzazione lavorativa, a una bassa cultura.

Il lavoro per l'integrazione deve essere affiancato all'educazione dei principi democratici, alla libertà individuale, al rispetto e alla libertà delle donne: senza tutto questo si torna al passato.

In apparenza scacciare chi vive ai margini della società, che non hanno un lavoro, un qualsiasi reddito è giusto: non possiamo certamente ospitare tutti i miseri della terra, che sono almeno 3, o 4 miliardi di persone.

Certamente la politica che ha permesso a molti di costoro di entrare in Europa aveva dei fini non sempre positivi e onesti, benché qualcuno con grande ipocrisia vede nell'ospitalità, verso tutti questi disperati, un obbligo morale, un atto caritatevole: in realtà loro erano e sono qui per semplici motivi economici, di mercato del lavoro.

Da noi alcune forze economiche e imprenditoriali hanno preso al volo l'occasione di pagare di meno la manodopera, anche se scarsamente preparata, anche se sempre con difficoltà di comprensione linguistica.

I nuovi venuti accettano qualsiasi paga, a ribasso, qualsiasi condizione e quasi mai sono sindacalizzati: quando poi rischiano di chiedere i loro diritti perdono il posto di lavoro, spesso, subendo quella strana legge che nel mondo del lavoro esiste, ma nessuno l'ha scritta: se crei problemi da un datore di lavoro non troverai altro lavoro dagli altri imprenditori, se non quello più brutto e malsano.

Ora gli stranieri sul nostro suolo sono tanti, troppi e molti non si possono neppure rimandare a casa perché comunitari: così non rimane che trasformare questa bellissima Europa senza confini, il sogno di molti utopisti del passato, solo un privilegio per gente con un conto in banca, con le carte di credito e la possibilità di pagarsi una stanza in albergo.

Comunque non posso dare tutta la colpa, di tutto questo, solo a chi sta preparando questi limiti legali: il gioco è stato almeno a tre, i repressivi vengono dopo i permissivi utopisti incalliti.

Infine ci sono gli sfruttatori, che hanno visto in questa massa di "pezzenti" un'occasione di guadagno.

Oggi si proverà a respingerli, domani si ….....rinchiuderanno, per impedire a loro di tornare una seconda, una terza volta.

Cosa capiterà quando saranno troppi?

Non azzardo ipotesi: sono stato profeta di sventura troppe volte in passato.

Gli ideali del trattato di Schengen sono stati traditi?

 

A Parigi si discute su cosa fare degli immigrati europei indesiderati, in particolare dei rom, ovvero gli zingari.

Roberto Maroni, Ministro dell'Interno ha parlato al Seminario sull'immigrazione a Parigi: "Dobbiamo poter prevedere provvedimenti di espulsione e rimpatrio anche per i comunitari che non rispettano le regole ......Vi sono regole che stabiliscono il diritto di risiedere stabilmente nell'Unione, che però è regolato da limiti con sanzioni inadeguate".

Così la proposta di limitare il trattato di Schengen, entrato in vigore nel 1995 ora sta prendendo consistenza.

Non sarà più possibile transitare liberamente in tutta Europa?

In pratica per certe etnie la libera Europa resterà un mito.

Il principio che tende ad escludere poveri ed emarginati dal movimento di popoli all'interno del continente europeo tradisce la natura dell'Unione Europea.

Ora c'è una costituzione, con un parlamento che ci impone direttive da rispettare se non si vogliono pagare delle "penali", come ditte che lavorano sotto un appalto: spesso le direttive fanno accapponare la pelle e ci si chiede.

Chi mandano gli europei a Bruxelles?

Non certamente il meglio dei politici del continente, non proprio individui eccezionali anche quando lavorano nei loro Paesi, o così pare dalle direttive che ogni tanto ci cadono sulla testa.

Ora, per colpa di scelte del passato un po' azzardate si vuole limitare la libertà di movimento, fatto certamente ingiusto in se stesso.

Con questo non voglio fare del buonismo facilone e demenziale, anzi sono certo che sia colpa del buonismo che siamo arrivati a tanto: se ci fossero state delle leggi coraggiose, una struttura giudiziaria capace di punire i delinquenti in modo chiaro e inequivocabile non saremmo arrivati a confondere i bambini rom con i vecchi ladri professionisti, i topi di appartamento, i ricettatori con i ragazzini costretti ad andare a rubare con minacce e botte.

I ladri, i papponi, i caporali che sfruttano la loro gente, i mascalzoni di ogni etnia meritano il carcere, anzi devono andare in carcere senza attenuanti, mentre gli sfruttati, i maltrattati devono essere rispettati, anche ospitati: quantomeno il lavoro e le energie da spendere per l'integrazione devono essere consumati per loro.

Ora si vuole limitare la libertà di transito a chi non può mantenersi, ma ci si scorda che la povertà non è una colpa, ma e una malattia da curare: sì, è una patologia spesso legata a modi di vivere antiquati, a una scarsa programmazione dell'esistenza, a una scarsa specializzazione lavorativa, a una bassa cultura.

Il lavoro per l'integrazione deve essere affiancato all'educazione dei principi democratici, alla libertà individuale, al rispetto e alla libertà delle donne: senza tutto questo si torna al passato.

In apparenza scacciare chi vive ai margini della società, che non hanno un lavoro, un qualsiasi reddito è giusto: non possiamo certamente ospitare tutti i miseri della terra, che sono almeno 3, o 4 miliardi di persone.

Certamente la politica che ha permesso a molti di costoro di entrare in Europa aveva dei fini non sempre positivi e onesti, benché qualcuno con grande ipocrisia vede nell'ospitalità, verso tutti questi disperati, un obbligo morale, un atto caritatevole: in realtà loro erano e sono qui per semplici motivi economici, di mercato del lavoro.

Da noi alcune forze economiche e imprenditoriali hanno preso al volo l'occasione di pagare di meno la manodopera, anche se scarsamente preparata, anche se sempre con difficoltà di comprensione linguistica.

I nuovi venuti accettano qualsiasi paga, a ribasso, qualsiasi condizione e quasi mai sono sindacalizzati: quando poi rischiano di chiedere i loro diritti perdono il posto di lavoro, spesso, subendo quella strana legge che nel mondo del lavoro esiste, ma nessuno l'ha scritta: se crei problemi da un datore di lavoro non troverai altro lavoro dagli altri imprenditori, se non quello più brutto e malsano.

Ora gli stranieri sul nostro suolo sono tanti, troppi e molti non si possono neppure rimandare a casa perché comunitari: così non rimane che trasformare questa bellissima Europa senza confini, il sogno di molti utopisti del passato, solo un privilegio per gente con un conto in banca, con le carte di credito e la possibilità di pagarsi una stanza in albergo.

Comunque non posso dare tutta la colpa, di tutto questo, solo a chi sta preparando questi limiti legali: il gioco è stato almeno a tre, i repressivi vengono dopo i permissivi utopisti incalliti.

Infine ci sono gli sfruttatori, che hanno visto in questa massa di "pezzenti" un'occasione di guadagno.

Oggi si proverà a respingerli, domani si ….....rinchiuderanno, per impedire a loro di tornare una seconda, una terza volta.

Cosa capiterà quando saranno troppi?

Non azzardo ipotesi: sono stato profeta di sventura troppe volte in passato.

29 mar 2011

Novità - Immigrati - extracomunitari - profughi o migranti in cerca di lavoro?


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I tunisini non sono dei falsi profughi, sono solo dei migranti che cercano un lavoro meglio pagato: è una questione di salario e nulla più.
In Italia e in Europa si guadagna di più anche per il cambio favorevole, per l'Euro, moneta forte rispetto a quelle del Nord d'Africa e di quasi tutto il 3° mondo, che se la si riporta in Patria permette a questa gente di vivere bene per anni, rispetto alle loro condizioni di vita.
Ormai certi immigrati campano nelle stesse condizioni economiche, se non peggiori, di casa loro, in Italia, in Europa.
Abitano in baracche, in case malconce, o in tuguri abbandonati delle periferie, ma quando riescono a risparmiare qualche soldo, questo diventa miracoloso per la famiglia rimasta a casa.
Ci si possono comprare farmaci e cibo, abiti e anche un'abitazione.
Così è proprio il cambio che rende conveniente il lavoro da noi, poi qui ci sono quelli che se ne approfittano e la scusa è sempre quella: gli italiani certi lavori non li vogliono più fare.
La frase però è....stata troncata, manca: “...a certe condizioni”.
Sì, vogliono un salario decente, con i contributi pagati, o almeno che dopo 10, o 12 ore di lavoro si guadagni non di meno di mille euro.
Poi gli italiani pretendono un minimo di sicurezza sul lavoro, per i cantieri e le fabbriche, pretendono il rispetto delle leggi del lavoro, con il rischio, per molti imprenditori che fanno lavorare in nero, di trovarsi in tribunale e di essere condannati, dovendo pagare i contributi pensionistici non versati e l'Iva evasa.
Così i tunisini hanno parecchie possibilità di trovar lavoro, specialmente se sono clandestini o semi-clandestini, specialmente se non conoscono le nostre leggi sul lavoro.

2 mag 2011

OBIETTIVO LAVORO NEWS:

OBIETTIVO LAVORO NEWS:

 

STUDIARE AL POLO TECNOLOGICO DI VERRES

Obiettivo lavoro news, la rivista sul lavoro cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo presenta il corso di Laurea in Ingegneria, del PTV e informa della possibilità offerta agli studenti del politecnico di Torino con sede a Verrès, che hanno potuto frequentare un primo anno comune di Ingegneria, di proseguire con il secondo anno del corso di laurea in Ingegneria Informatica a Verrès o con il secondo anno di qualunque corso di ingegneria del Politecnico a Torino.

Completano l'informazione il bando per la presentazione di progetti per favorire la diffusione della conoscenza della lingua italiana tra i cittadini extracomunitari e la domanda di contributo per iniziative di Promozione della legalità e della sicurezza.

Si ricorda inoltre che, presso i Centri per l'Impiego di Aosta e Verrès il 4 maggio prossimo, verranno espletate le chiamate pubbliche su presenza, che questa settimana riguardano complessivamente 12 lavoratori presso il Comune di Aosta e le Comunità Montane Grand Paradis e Monte Cervino. I requisiti richiesti nonché le durate dei rapporti di lavoro proposti sono evidenziati nella rivista di questa settimana e nelle apposite pagine del sito internet dell'Amministrazione regionale alla voce lavoro.

 

 

 

Le nuove offerte di lavoro provenienti dalle aziende valdostane disponibili presso i tre centri per l'impiego sono presenti nel sito dell'Amministrazione regionale www.regione.vda.it alla voce lavoro, dove è possibile iscriversi alla news letter

29 mar 2011

Ultima ora - Immigrati - extracomunitari - profughi o migranti in cerca di lavoro?


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
I tunisini non sono dei falsi profughi, sono solo dei migranti che cercano un lavoro meglio pagato: è una questione di salario e nulla più.
In Italia e in Europa si guadagna di più anche per il cambio favorevole, per l'Euro, moneta forte rispetto a quelle del Nord d'Africa e di quasi tutto il 3° mondo, che se la si riporta in Patria permette a questa gente di vivere bene per anni, rispetto alle loro condizioni di vita.
Ormai certi immigrati campano nelle stesse condizioni economiche, se non peggiori, di casa loro, in Italia, in Europa.
Abitano in baracche, in case malconce, o in tuguri abbandonati delle periferie, ma quando riescono a risparmiare qualche soldo, questo diventa miracoloso per la famiglia rimasta a casa.
Ci si possono comprare farmaci e cibo, abiti e anche un'abitazione.
Così è proprio il cambio che rende conveniente il lavoro da noi, poi qui ci sono quelli che se ne approfittano e la scusa è sempre quella: gli italiani certi lavori non li vogliono più fare.
La frase però è....stata troncata, manca: “...a certe condizioni”.
Sì, vogliono un salario decente, con i contributi pagati, o almeno che dopo 10, o 12 ore di lavoro si guadagni non di meno di mille euro.
Poi gli italiani pretendono un minimo di sicurezza sul lavoro, per i cantieri e le fabbriche, pretendono il rispetto delle leggi del lavoro, con il rischio, per molti imprenditori che fanno lavorare in nero, di trovarsi in tribunale e di essere condannati, dovendo pagare i contributi pensionistici non versati e l'Iva evasa.
Così i tunisini hanno parecchie possibilità di trovar lavoro, specialmente se sono clandestini o semi-clandestini, specialmente se non conoscono le nostre leggi sul lavoro.

30 ago 2013

lavoro che non c'è ... Disoccupazione record in Italia con 3 milioni di disperati senza lavoro,

Disoccupazione record in Italia con 3 milioni di disperati senza lavoro, in gran parte sono giovani, che sfiorano il 40% della disoccupazione.
La situazione è drammatica e la politica del governo è rivolta a creare posti di lavoro e non lavori con reddito, infatti proprio la scomparsa dei posti di lavoro nel pubblico impiego crea disperati.
Invece il lavoro si crea facendo un salto colturale, che spinga a creare attività ad alto reddito figlio del lavoro di qualità, che va dalla ricerca, al turismo intelligente, anche verso la nostra arte.
Con il reddito poi si creano altri lavori, sempre specializzati: invece i nostri imprenditori preferiscono ridurre solo il costo del lavoro e nulla più.