Oggi si considerano giovani anche i 35enni, che vanno a puttane e a froci, hanno un fegato messo peggio del nonno ubriacone e hanno altri 35 anni anni di lavoro da precari di fronte a loro.
Ormai per loro il lavoro sarà sino ai settantanni e sarà a singhiozzo: la vita facile si trasforma in un'esistenza di stenti e di fame.
Speriamo per loro che la Caritas sia sempre disponibile a distribuire minestre calde ai poveretti: è l'unica certezza che resiste e resisterà per i giovani di "successo".