31 dic 2010

Notizie News augura un buon 2011, specialmente ai più sfortunati

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2010 è finito e inizia questo benedetto 2011, che dovrebbe essere l'anno che ci porterà fuori dalla crisi, o così si spera, ma questa crisi strisciante non ci lascia in pace La disoccupazione si confonde con il precariato, quindi in molti e non più solo ragazzi, ma anche uomini e donne che spesso sono al limite dell'emarginazione sociale, talvolta scivolano sul fondo e finiscono senza casa. I barboni, come si chiamano in Lombardia, o senza fissa dimora, aumentano: sono i figli della disperazione, spesso hanno alle spalle malattie mentali mal curate, alcolismo, droga, ma anche semplice incapacità ad adeguarsi a regole sociali difficili, complesse, per mancanza di una preparazione scolastica e lavorativa da renderli competitivi. Sono loro le vere vittime della crisi e sono solo loro che pagano per i loro piccoli reati o grandi reati, perché non hanno soldi per gli avvocati, mentre altri se la cavano sempre. Sono luoghi comuni? Sarà pure banale, ma è la realtà oggettiva: a pagare sono soprattutto le persone più fragili, ma in particolare quelle sole. La famiglia in passato impediva che le crisi economiche facessero cadere in disgrazia le persone isolate. C'erano crisi terribili e la fame era diffusa, ma la famiglia sosteneva e aiutava tutti, o quasi, i membri della comunità: c'erano i borghi che erano delle grandi famiglie allargate, esisteva una solidarietà diffusa. Oggi invece, per qualcosa che pare una tempesta in un bicchiere d'acqua, rispetto alle grandi crisi del passato, in troppi non hanno più nulla: ogni città a centinaia, migliaia di disperati che la assediano. Molti sono figli........della colpa, ovvero di scelte sbagliate del passato, droga, alcool, carcere. Altri sono solo mariti separati o divorziati che devono pagare gli alimenti. La fine della famiglia, quella tradizionale, la fine dei piccoli borghi dove tutti conoscevano tutti, la fine dei valori cristiani, sostituiti da una competizione fine a se stessa, dall'indifferenza egoistica, da una crudeltà feroce e insensata, hanno trasformato un popolo, quello italiano, fatto da gente simpatica, da uomini e da donne socievoli, pronte ad aiutare anche i forestieri perché anche loro erano cristiani, che significava esseri umani, figli dello stesso Dio e nostri fratelli. Tutto questo non esiste più: un mondo popolare simpatico e bello, con nonne dolci e disponibili con tutti i bambini, da Nord a Sud, con una grande umanità e una saggezza che i nostri strizzacervelli proprio non conoscono, ahimè per noi. Tutto questo non esiste più, ma tornerà e vincerà sugli egoismi, sulla miseria umana: non può essere che così, perché la nostra società competitiva è a un bivio. La corruzione esaltata come merito, le scaltrezze, vista come una nobile virtù, di chi vende tutto, armi, droga e coscienza. sta andando in corto circuito: si deve cambiare se non si vuole affogare. Ormai non ci sarà sviluppo economico e futuro per i nostri figli, che stanno perdendo sempre più reddito, rispetto a noi, con lavori sempre più brutti, maltrattati e malpagati: o si cambia o ci sarà il declino, quello economico. Dipende da noi, solo riscoprendo qualche valore del passato l'Italia ricomincerà a crescere e poi basta con la compassione per i grandi ladri, coloro che ci hanno derubato i risparmi. Basta con gli sconti con i politici: o fanno qualcosa o se ne vanno a casa a lavorare. Basta liti politiche da bar sport, servono risultati, ma che siano veri e che non siano costati troppo, non solo economicamente. Auguro a tutti un 2011 di cambiamento, perché se non si cambia finiremo travolti dalla piccola e grande criminalità, dalla violenza politica e sociale, dalla disperazione e dai fallimenti.