L’odio sociale è alle stelle e in troppi sono convinti che Internet mantenga l’anonimato, come se si parlasse agli amici più fidati, o in famiglia, invece è un libro aperto.
Inoltre molte sono certi che nessuno li possa controllare: forse sarà vero per la grande parte dei casi, ma è forte la sensazione che ci siano individui privati, più che pubblici, convinti di essere nella legalità, che … schedano, … vigilano.
La schedatura degli avversari può avere scopi differenti: uno potrebbe avere finalità politiche, altro scopo invece ha solo fini commerciali, non ultimo è la finalità di preselezione per il lavoro.
Tutto questo avviene infischiandosene della legge sulla privacy.
Mi è capitato che qualcuno, qualche gruppo estremistico politicizzato, se ne vantasse pure: costoro non rispettavano la legge sulla Privacy, con il divieto di raccogliere dati sensibili su persone ed associazioni.
I dati sensibili sono quelli che riguardano le opinioni politiche, sindacali, religiose.
Costoro si pongono in posizione arbitraria, auto-incaricandosi di poteri non loro, come se compissero indagini, scordandosi che non è il loro compito, poi queste iniziative sono di prerogativa delle forze di polizia e della magistratura: loro possono solo avvisare gli organi competenti in caso individuassero di particolari reati, ma non possono compiere indagini.