19 gen 2011

Dati Istat - 1 giovane su 5 non lavora e non studia

prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online


La generazione ”né né” è numerosissima: sono 2 milioni i giovani che dai 15 ai 29 anni non studiano né lavorano e rappresentano il 21,2% dei giovani italiani, sono circa uno su 5

Questo è secondo i dati Istat.

Sono definiti anche giovani Neet , ovvero quelli non inseriti: sono 2 milioni di giovani, che attendono.....un concorso in comune, un posto alle poste, ormai sempre più raro, che ritengono questo o quel lavoro indegno, pur non avendo un titolo di studio adeguato per pretendere di più.

Lavoreranno sino a 70 anni e prima o poi dovranno svolgere dei mestieri che li renderanno infelici, insoddisfatti.

E' tutta colpa delle mamme che voglio i figli tutti in giacca e cravatta, con un bel posto fisso in banca o alla peggio in comune?

Forse, ma i ragazzoni dovrebbero crescere e valutare ciò che possono fare: certi lavori possono essere provvisori, poi il lavoro non è un disonore.

Invece purtroppo questi, che vengono chiamati “bamboccioni”, spesso hanno i soldi del papà e della mamma, che dicono: “C'è tempo per il lavorare”.

Intanto gli anni passano e il mercato del lavoro si chiude per i nullafacenti: se non hai precedenti esperienze lavorative e hai buchi negli anni importanti, finisci in basso, fuori mercato.

Le alternative sono nei corsi per diventare artigiani, che in pochi vogliono fare, ma che danno certezza di lavoro e anche spesso buoni guadagni: in pochi si dedicano a queste alternative, poco di moda, perché tutti considerano...... disonorevole il lavoro manuale.

I giovani che attendono il loro momento: perdono tempo e si...rovinano la vita, o diventano dei carrieristi di qualche ente poco utile, con la raccomandazione di papà e di mamma.

Credendo che lo studio, il lavoro e l'impegno siano valori troppo importanti scoprire che esistono due milioni di nulla facenti mi sconvolge un po'.

Comunque non è tutta colpa loro, anzi, forse non lo è quasi mai: non voglio assolvere i ragazzi d'oggi e le mamme, ma un fatto è certo, diventa difficilissimo per molti ragazzi entrare nel mondo del lavoro.

Il lavoro, sia come dipendenti sia autonomo è cristallizzato: non bisogna licenziare i lavoratori anziani, creando altra disperazione, per dare posto ai giovani, neppure pre-pensionare i quarantenni si darà spazio a questi due milioni di senza ….... speranze.

La retorica che afferma che i giovani non vogliono più svolgere certi lavori e li lascino agli extracomunitari è spesso falsa, se non ipocrita: sono sempre i figli degli altri a doversi adattare a certi brutti lavori.

Gli spazzini, i panettieri, lavoro che si svolge di notte, l'inserviente in ospedale sono sempre più gestiti da cooperative che giocano al ribasso sul costo del lavoro: gli italiani ne vengono spesso esclusi perché non ricattabili, perché conoscono la legge e si potrebbero difendere, chiedere i propri diritti.

Così coloro che non riescono ad ottenere quelle difficili ed ambite lauree scientifiche, ingegneria per esempio, che danno certezza alle carriera, se non addirittura aprono la strada alla libera professione, aspettano il loro posto, invecchiando

Il “vile” lavoro manuale degli artigiani si può evolvere, generando piccole imprese con dipendenti e piccole industrie, ma tutto questo appartiene a un'altra epoca: i ragazzi si considerano vincenti senza entrare in gioco.

E' la mammina che gli ha resi così certi che tutte le porte della vita si apriranno davanti a loro senza fatica?

Forse sì, forse no, ma certamente loro ne sono certi e attendono, attendono, non protestano neppure troppo, tanto il papà lascia a loro, il sabato sera, l'auto per uscire con gli amici.

A 30 anni, una o due generazione fa, si era degli uomini maturi, oggi sono ancora dei ragazzi con molte.....”speranze”, che però si realizzeranno in un futuro lontanissimo, ad utopia.