Qualcuno, poverino, ci crede, ma i giornalisti lo sanno bene, loro lavorano per qualcuno e le loro idee, quando le hanno, fatto a dir vero raro, le tengono ben celate in fondo alla loro mente.
Loro sanno che devono scrivere per questo o per quello, signori, oligarchie che hanno dati interessi da difendere ed ecco a voi la verità, parola sconosciuta in questo mondo, pigiata, tagliata, fatta a pezzi, presa a martellate, umiliata ed offesa… poverina.
Ecco a voi i salti nella razionalità dei discorsi, dove una causa non genera un effetto, ma la scia lacune grandi che nessun perché… può osare di chiedere, cosa ci sia dopo, o prima.
Il peggio assoluto lo si ha con il ragionamento al contrario, quando il presunto effetto giustifica la causa: uno è condannato perché è colpevole, ma essere condannati non significa essere colpevoli sempre, anzi, ci sono gli innocenti con condanne penali, quindi dire o far credere che una condanna provi…. razionalmente che quello è un criminale è un ragionamento irrazionale, utilizzato spesso dai nostri pennivendoli.
La causa genera l’effetto e non in contrario.