La domanda non è un reato e sia l'avvocato dei diritti umani che Salvini lo sanno bene.
Siamo alle comiche, nessun tribunale può condannare qualcuno per una domanda, perché si fa un processo alle intenzioni.
Se io dico che il tal governo è corrotto commetto una diffamazione, ma se lo chiedo a qualcuno con il punto di domanda ho solo chiesto un'informazione e nulla più.
I giornalisti lo sanno bene ed è la prima regola che ho ricevuto da un direttore editoriale quando scrivevo sulla pagina della cultura di un periodico: diciamo pure che il rumore mediatico fa pure parte dello sporco mestiere dei giornalisti.
Fanno spesso tanto rumore per nulla.