I primi, da noi, sono coccolati, sempre protetti, gli altri invece sono trattati peggio dei cani randagi, che hanno dei diritti, i cani randagi ovviamente.
Così chi fa il suo dovere e accetta i lavori che il mercato del lavoro propone è disprezzato e bastonato, è di fatto il servo utile che si può maltrattare.
Poi se fa carriera, piccola o grande che sia, può essere ancora di più odiato.
Questa regola colpisce ancora e i figli tontoloni di mamma loro, che per giungere dove vuole mamma e papà servono tanti e tanti soldi in corsi, in ripetizioni e scuole private, possono sempre andare, a invecchiare, nel centro sociale, in attesa in un futuro radioso, che pare solo politico.
I locali sono stati rubati con un'azione illegale, dentro un edificio abbandonato e malsano.
Poi arriverà il comune a gestione progressista, che ruberà risorse ai cittadini per favorire questi ragazzoni, tra spaccio, azioni criminali varie e tanto altro.
Quindi il poveretto che andò a lavorare a 15 anni o che ha sempre fatto il suo dovere a scuola, magari pagandosi gli studi in estate con qualche lavoro, dovrà mantenere lo sfaticato che a quarant'anni è ancora un adolescente ribelle.
Perché avviene questo?
Perché l'Italia è ancora un Paese che non premia il merito, la fatica, ma il politicamente corretto e mantiene situazioni medioevali, di casta, con lavori e favoritismi.
Così il pennivendolo e il professore istrione, ambiguo e voltagabbana, difendono l'illegalità, commettendo i reati di favoreggiamento morale, istigazione a delinquere e apologia di reato, ma nessuno li porterà di fronte a un giudice.
Il giudice poi condannerebbe chi denuncia e non i colpevoli, seguendo una non logica assurda, adatta ai fedelissimi del sistema corrotto e in putrefazione.