Quando ero giovane, a ragione, volevo vedere la fine di tutte le caste di raccomandati, allora più di oggi altezzosi, ridicoli e ben sistemati.
Oggi abbiamo la possibilità, per tutte le situazioni, di farci valere con Internet, che è uno strumento potentissimo, nel bene e nel male.
I raccomandati restano nei loro uffici da passacarte, ma ormai fanno solo ridere, quasi sempre.
Invece tutto pare evolversi troppo velocemente e fare i profeti è troppo difficile.
Invidio i giovani di oggi per le occasioni che hanno, ma non per la confusione culturale che sta attorno a loro, per la mancanza di valori sani da seguire, per i modelli demenziali che hanno da imitare, per esempio gli influencer, idioti nazionalpopolari.
Mi pare tutto confuso e non vedo nulla di nuovo, se non vecchiume e banalità, mentre il lavoro si degrada per i più deboli socialmente ed è sempre meno pagato.
Quando avevo vent'anni un netturbino guadagnava quanto un impiegato e qualche volta anche di più, un manovale nell'edilizia aveva un salario maggiore di quello di un professore.
So di tanti cottimisti nell'edilizia che si sono fatti letteralmente la casa, spesso una villetta singola, hanno mantenuto i figli e li hanno fatti studiare sino all'università.
Oggi tutto questo è solo un ricordo che lascia increduli i ragazzi di oggi.
Oggi puoi studiare, laurearti da casa, lavorare con smart working, in italiano telelavoro, ma sono scomparse le comunità popolari di quartiere, di borgo, di paese, che proteggevano i più fragili, i vecchi e i bambini.
I ragazzini erano difesi da maniaci e da bulli, i vecchi soli avevano sempre chi li aiutava e nessuno moriva senza nessuno al fianco.
Sì, il mondo è peggiorato tanto, pare che in troppi sperino di vivere di rendita, cresciuti da mamme che li esaltano e i padri che vanno a picchiare i professori per una nota giusta e sacrosanta.
Non nascondo che rimpiango i tempi in cui spesso la vita era dura, anche ingiusta, ma avevi a che fare con volti umani, che oggi non vedo più.