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23 ott 2022

Immigrati utilizzati come arma politica.

La minaccia di disordini sociali con gli immigrati è stata lanciata, in modo non troppo velato, da questa classe politica progressista, che vede, per la prima volta nella storia, perdere potere, che corrisponde a perdere finanziamenti pubblici e incarichi particolari, che vanno dalla Rai all'ente o all'associazione inutile, ma rigorosamente a spese dello Stato.
Come avevo previsto, una classe di parassiti professionisti non si arrende e teme i cambiamenti, che non li sta portando il governo di Destra, appena nominato, ma la logica economica e di mercato, con gli eventi storici, di crescita di imperi e del loro declino, che ci riguardano tutti.
Quindi la loro indifferenza all'aumentare dei crimini di questi emarginati, nelle periferie, seguiva una logica precisa, quella eversiva, non sovversiva o rivoluzionaria, ma conservatrice.
Diciamo che vogliono sfruttare la piazza e le folle inferocite da lanciare contro il palazzo del potere, non per portare giustizia, ma per ostacolare qualsiasi cambiamento, con la fine di certi privilegi dei soliti cortigiani di corte, che vedono mettere in pericolo i loro vitalizi.
È la solita strategia della tensione che punta a far tanto rumore, ma a conservare la situazione, a fermare la storia, a "cambiare tutto per mutare nulla".
Il merito è il nemico numero uno di questi parassiti, che non stanno solo in parlamento, nei meandri delle pubbliche amministrazioni, ormai bastonate dalle varie politiche contro i veri o presunti fannulloni.
Stanno in quello che si può definire il parastato, il mondo degli appalti, dei posti in Rai, degli enti di controllo, nel giornali finanziati dallo Stato, che se fossero messi alla mercé del mercato verrebbero spazzati via in poche settimane.
La causa prima del nostro debito pubblico non sta nella spesa sanitaria, ma nello spreco dei soldi utilizzati nella sanità, con le tangenti e i favori al seguito, oppure non sta nei soldi spesi nelle pensioni dei lavoratori, ma nella sbagliata gestione di questi, che si dovevano utilizzare non per fare dei regali politici agli amici della classe politica di sinistra, ma si dovevano investire in fondi, in modo che i 300 mila Euro depositati in media, dopo 40 anni di lavoro per ciascuno di noi, tolti dai nostri stipendi, diventassero una rendita che copriva tutte le spese del pensionato sino alla sua morte, dopo essere stati una fonte di finanziamento positiva per il Paese.
Questa tesi era stata proposta dal Premio Nobel per l'Economia Modigliani, ma suscitò critiche e risate, guarda il caso, dai nostri vertici sindacali.
Sì, la classe politica al potere ora si fa turca, sposa le cause dei pederasti e degli islamisti, diventa schizofrenica, con appunto due personalità, difendendo gli islamisti a casa nostra e lotta contro il velo in Iran.
Ora propongono la rivolta degli immigrati e ne hanno fatti arrivare a milioni, in gran parte inutili o dannosi, anzi, più dannosi che altro.
Il fine eversivo era chiaro e con l'aiuto di questa vecchia e ridicola Unione Europea sperano di portarci il caos a casa e la chiusura oltre le frontiere, per poter restare comodamente sulle loro poltrone, come i vecchi nobili, un po' tonti, un po' cinici e presuntuosi, che utilizzavano la plebe furiosa e i briganti per fermare la storia. 
I nobili oggi non esistono più, ovvero nessuno vive con le terre date a coltivare ai contadini in cambio della metà dei raccolti, stando sempre con il sedere sulla poltrona.
Così pure questi parassiti finiranno schiacciati come si meritano, ma nel frattempo si rischia di pagare caro la loro stupida resistenza ai cambiamenti economici e storici in atto.
Io temo un futuro difficile e desidero prevenire vere rivolte di individui che se la prenderanno con il primo italiano di passaggio o la vecchietta, italiana, delle case popolari, dove vivono pure loro e a nostre spese.
Serve una politica decisa e una magistratura rinnovata ed adeguata, perché il finale sarà quello di sempre, le rivolte della plebe saranno soffocate, ma per far meno male e farsi meno male si deve agire il prima possibile con espulsioni definitive, mettendo in discussione le cittadinanze di molti delinquenti, per esempio annullando l'atto di cittadinanza per chi ha giurato di rispettare le nostre leggi e i nostri principi, ma poi ha atteggiamenti opposti.
Prima si agisce e meglio sarà per tutti, altrimenti, visto che esistono già, il lavoro sporco lo faranno i robot killer, trasformando la Fantascienza in qualcosa di terribile e disumano.

3 dic 2020

Gli statali 2 – La Vendetta: La rabbia e le frustrazioni dei dipendenti pubblici Formato Kindle di Arduino Rossi (Autore) Formato: Formato Kindle

https://www.amazon.it/dp/B08LNWDDWZ 

Racconti scherzosi di Arduino Rossi
In copertina un dipinto in acrilico su tela di Arduino Rossi

Presentazione dell'autore
Questa è la seconda parte di una raccolta di racconti ironici, cattivelli, sarcastici, veritieri sul mondo del pubblico impiego: la vendetta è dei personaggi, che continuano a soffrire nella mediocrità quotidiana di un mondo senza sbocchi, un po' bugiardo, adatto alla vita da “piccioni”, da borghesi piccoli, piccoli, con difetti e timori, con rassegnazione e lotta continua contro......il proprio destino.
E' pure il proseguimento della raccolta “Gli statali, gioie e dolori del posto fisso”.
Sono 19 storie ambientate nella meschinità, nelle assurdità del posto fisso statale: i fannulloni hanno un cuore, un'anima, dei sentimenti e molte ambiguità di diverso genere, anzi di tutti i generi.
reali: la mia fantasia non ha bisogno di ricostruzioni dirette, dalla realtà.
Auguro a tutti una buona lettura e anche qualche sorriso, se non fossero possibili delle vere e spontanee risate.

1) Il pugile
2) La moglie del maresciallo
3) La rivoluzionaria rococò
4) Il diverso arrabbiato
5) La donna dalla faccia da uomo
6) Vittorio il rosso
7) La palazzinara
8) Il bello
9) La figlia del generale
10) Lo scemo in carriera
11) L'amico dell'onorevole
12) L’avvocato
13) Il salumiere
14) Il piallatore
15) Il grande uomo
16) La miliardaria
17) La zitellona incallita
18) Il bieco
19) Gina la lecchina

19 mar 2019

Sinistra storica e rivoluzionaria, lo sterco d’Italia - Arduino Rossi


Il tradimento verso i lavoratori italiani è evidente, dopo tante parole e promesse di rivoluzione improbabile, impossibile costoro hanno venduto chi sperava in un cambiamento e ci hanno venduto ai bancarottieri e ai criminali finanziari, che commettono reati gravissimi contro la nostra economia, come l'aggiotaggio.
Oggi la sinistra ha sposato la causa dei mercanti di schiavi, con i sindacalisti, i padroni e i preti.
Segue una logia filo corruzione e ladrocinio, delle potenti società in mano ai faccendieri, lascia che la droga rovini sempre i giovani e segue logiche demenziali alla moda, contro tutto ciò che è positivo, legato alla tradizione popolare.
Dire che a sinistra il letame fermenta è troppo semplice, si può dire che il marcio e la decadenza sono a sinistra, seguono le mode del ceto mediocre nazionale, formato da zombi che camminano.

23 gen 2019

Disoccupazione, paga chi credette nelle istituzioni e nei sindacati - Arduino Rossi


Oggi i salari italiani sono ai minimi dagli anni Ottanta del secolo scorso.
La politica per tagliare ….il costo del lavoro ha funzionato e oggi i salari dei lavoratori italiani sono tra i più bassi in tutta l’Unione Europea.
Terminate le lotte sociali i nostri padroni sono tornati ai loro sistemi, che ci stanno riportando, per i diritti, a livelli preindustriali, ottocenteschi.
Le politiche della sinistra ha superato la destra in questo campo, tagliando e dando…..flessibilità, che si è trasformato in precariato senza scampo.
A pagare soprattutto sono stati e sono i fedeli della sinistra storica, quella rivoluzionaria fu massacrata a suo tempo, mentre chi non si fidava di tutto questo, alla fine, si è arrangiato e si è protetto le spalle: gli altri, i fessi, restano fedeli alla sinistra e alle istituzioni, con tutta la retorica che viene propinata, ridondante e anche un po’ squallida, ridicola, patetica.

28 dic 2018

La sinistra storica, da rivoluzionaria a filo speculatori e usurai - ARDUINO ROSSI



Il mondo è dominato da costoro, che io definisco sciacalli, iene, ma forse e povere bestiole in questione si potrebbero offendere.
Sono il Terzo Cavaliere dell’Apocalisse, in nero su un cavallo nero che ha la sua bilancia iniqua, che porta la carestia.
Un tempo parlavano di rivoluzione a sinistra, mentre oggi di conservazione e non osano criticare il potere malsano delle lobby economiche e finanziarie, che servono, spudoratamente.

30 ott 2018

Sindacati, servi dei padroni? Non solo - ARDUINO ROSSI

Il peggio di un sistema come quello italiano sta nella vetusta struttura centralizzata e politicizzata detta sindacato, ovvero sto parlando di queste organizzazioni che hanno il fine non di migliorare le condizioni dei lavoratori per fini ideali, ma solo per fini ….clientelari.
Servono le forze politiche al potere, oggi alle opposizioni, lottano contro il potere costituito e alla fine stanno portando il Paese verso la sciagura, non rivoluzionaria, ma conservatrice.
Le lotte di classe sono finite e restano solo gli intrallazzi politico sindacale, con favoreggiamento verso le politiche padronali, che non vengono più contrastate, ma anzi favorite.

13 set 2018

Sinistra e tutti i suoi raccomandati - ARDUINO ROSSI

Io ho notato che proprio nel Pubblico Impiego loro sono forti, non perché i vecchi di quelle realtà sono di tradizione di sinistra….rivoluzionaria, ma perché la forza di questa realtà politica sta nella sua abilità a …vendere posti di lavoro, comunque a ….difenderli.
Avere una tessera di sinistra e sindacale permette ai cretini di fare carriera, ma solo nelle pubbliche amministrazioni, mentre nelle realtà del mondo, dove l’intelligenza e la volontà contano, sono sempre agli ultimi posti.
Così costoro si sono attaccati, non solo al cazzo, ma anche alla barca del Pd, che sta affondando, ma loro sperano sempre nella riscossa di questa forza morente e sognano il suo ritorno al potere….poveri illusi.


3 set 2018

Eversione di sinistra vecchia di decenni, ma spesso fascista - ARDUINO ROSSI

La sinistra, da sempre, in Italia è eversiva, oso dire rivoluzionaria, ma solo a parole: abbiamo sempre avuto una classe dirigente, nei partiti di sinistra, prima quello socialista e poi quello comunista, ambigua e opportunista, amante più del potere che degli ideali, poco avvezza al rischio, se non raramente.
Il partito fascista nacque dalla fuga a destra di Benito Mussolini, socialista rivoluzionario, diventato … reazionario.
Poi il PCI di Togliatti si accomodò dietro i partiti borghesi e si trasformò in forza di centro sinistra, lentamente.
Oggi invece pare rivedere il ritorno, confuso e ambiguo, di posizioni radicali, sfruttando quegli strani gruppi, spesso illegali e anche vere bande criminali, detti appunto centri sociali: pare voler richiamare la violenza di piazza di costoro per mettere sul piatto della bilancia delle trattative un po’ di atti violenti, giustificati magari per la….lotta per la casa, in modo da ottenere qualche vantaggio personale e di gruppo, di ciò rimane che della sinistra, oggi liberista e anche un po’ reazionaria.

2 lug 2018

Politici trasformisti, in Italia abbiamo i più abili professionisti del settore - ARDUINO ROSSI

Non faccio nomi, ma qualcuno forse può capire di chi sto parlando: il vecchio comunista che si ribella alla perdita del vitalizio, il politico nato nell’alta borghesia, anche nella nobiltà, che ha iniziato la sua carriera politica nell’estrema sinistra rivoluzionaria e maoista, oggi sta al centro, di sinistra si definisce, ma forse assomiglia più a un sinistro e le sue scelte sono filo padronale.
Sono tanti costoro che hanno fatto il salto della barricata, sorridendo, fregandosene delle contraddizioni e della loro vergognosa carriera da magna magna, ipocrita, spudorato,….da rinnegato di professione.

8 ago 2017

#Chiesa #Cattolica e le #ipocrisie #mortali - ARDUINO ROSSI

Di cosa sto parlando?
Della pedofilia, che è sempre stata nascosta in molte realtà, ma lo schifo particolare della Chiesa sta nell’omertà, che spesso in passato si trasformava in accuse contro i bambini….tentatori dei preti.
Mentre l’ortodossia cattolica denunciava qualsiasi pensiero sessuale, naturale e positivo che fosse, certi preti abusavano dei bambini e loro non solo celavano il tutto, ma proteggevano i carnefici, addirittura  incolpando le vittime.
Inoltre la Chiesa è sempre stata filo padronale, filo potere costituito, con ciò non voglio dire che avrebbero fatto bene essere rivoluzionaria, ma almeno al di sopra delle parti.
I soldi li avevano i padroni e quindi loro stavano con costoro e stanno ancora.

7 mag 2017

#Guerra #santa, un affare di miliardi - ARDUINO ROSSI

Il paradiso può  attendere, ma i soldi no.

Il mistero dei traffici economici che stanno alle spalle di certi predicatori sono evidenti.
Sono simili se non gli stessi di quelli che finanziano le Ong?
La guerra è  un grande affare e da quando esistono imperi, regni, mercanti, c'è  chi si è  arricchito e l'ha favorita.
Santa o laica, nazionalista o colonialista, rivoluzionaria, tutto serve a far soldi.
Amen.

11 dic 2016

Gentiloni, il conte ...rivoluzionario

Dopo una lunga lotta contro l'oppressore lui sale al potere, per formare il nuovo governo.
Era uno di Democrazia Proletaria, prima ancora un giovane rivoluzionario del movimento di estrema sinistra di allora.
Prima cosa era stato?
Un rampollo della famiglia Gentiloni, conti cattolici, oso dire......conservatori.
Poi ritornò  in politica, negli anno Novanta, dopo la .... sbornia rivoluzionaria con Rutelli, sindaco di Roma e da lì  la sua abilità. ... diplomatica lo pose in una posizione intermedia: oggi ci darà  un governo conservatore, molliccio, ibrido, adatto a tutto e inutile se non dannoso.

7 gen 2016

oggi news, Politica italiana, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, prove di inciucio

L’odio e … l’amore si confondono spesso nella vita e nella…. Politica, Renzi resta sempre il perno di questa politica ambigua, senza ideali, senza progetti, senza programmi e tutti proclami, mentre la rabbia dei 5stelle si affievolisce mammano si avvicinano al potere e assomigliano a un centro sinistra moderato, oso dire moscio.
L’uscita dall’area euro sta scomparendo dalla politica … rivoluzionaria delle… stelline e appare un accordo dietro l’altro, per il bene del Paese, naturalmente, ma per le leggi peggiori in assoluto, che non solo sono  non prioritarie, ma anche dannose, come le famigerate Unioni Civili.
Purtroppo avevo previsto questo fattaccio e per di più i grillini al potere appaiono proprio mediocri, se non peggio.

19 mag 2014

Amnistia e indulto ultimissime, Matacena, il latitante ci ha colpiti

Amnistia e indulto ultimissime, Matacena, il latitante ci ha colpiti tutti con la sua richiesta di … chiudere, di fatto, le carceri, perché annullano la personalità, fatto voluto, dei poveri carcerati, mafiosi compreso.
La sua posizione, oso dire, rivoluzionaria ed anarchica, appare strana in un ex deputato di Forza Italia, nota per le sue scelte giustizialiste verso i criminali piccoli, piccoli.

22 ago 2013

Facebook home e la sfida a internet per tutti, in tutto il mondo

L'idea di portare internet a ben 5 miliardi di persone in tutto il mondo, in pratica a tutti coloro che vivono almeno n una baracca, che riescono ad avere un'alimentazione sufficiente per campare e superare la giornata, pare incredibile e rivoluzionaria.
L'ipotesi in se stessa sarebbe veramente rivoluzionaria perché internet porterebbe a costoro idee e metodi per uscire dalla loro miseria, ma il problema sta appunto in questo fatto.
Come potranno costoro, semi analfabeti, senza e.e. spesso, miserabili, ad accostarsi a Internet?

20 ago 2013

Kyenge è anarchica rivoluzionaria?

Kyenge è anarchica rivoluzionaria?
La signora infatti sostiene che “La terra è di tutti”.
La frase è bella ed è tipica degli anarchici senza legge né Stato.
Un ministro si può permettere tale affermazione?
Lei ha giurato sulla Costituzione e sulle leggi dello Stato, che non comportano il transito libero e senza regole di cose o persone.
Sarebbe stato meglio per il Pd proporre un altro ministro per l’integrazione.


Kyenge ora fa l’internazionalista rivoluzionaria: “la terra è di tutti.”

Kyenge ora fa l’internazionalista rivoluzionaria: “la terra è di tutti.”
Il Pd deve essere tornato alle sue origine, dopo questa affermazione, scordandosi gli Stati e le relative leggi: la terra è di tutti, ma tutti non possono fare ciò che vogliono sulla terra degli altri.

Infatti i colonialisti giustamente furo scacciati dall'Africa, per esempio vorrei aprire centrali eoliche e fotovoltaiche nel deserto del Sahara, ma le leggi degli Stati del Nord Africa mi ostacolerebbero e potrei vedermi sottratto i miei beni, perché infedele.

10 set 2012

narrativa ... IL BUIO DELL'ALBA









IL BUIO DELL'ALBA

Camminare era il mio passatempo preferito: non avevo altro i quel borgo campagnolo, dove mi ero ritirato per trascorrere la vecchiaia.
Non avevo più interessi da tempo e dopo una giovinezza piena di avvenimenti, fatti entusiasmanti, avevo messo la testa a posto.
Fui assunto come impiegato ministeriale, grazie a un mio zio monsignore con appoggi a corte.
Ero un fedele suddito dell'Arciduca, Signore della mia regione, florida ed arretrata, dove ogni innovazione era vista con sospetto.
A vent'anni avevo partecipato a moti rivoluzionari, con la facilità e l'entusiasma dell'età: ero finito anche sulle barricate e solo per un miracolo non mi ero buscato qualche
palla in testa.
Molti miei compagni di studi, con i miei ideali, morirono combattendo o furono feriti e imprigionati nelle terribili segrete del palazzo reale.
I pochi che uscirono per la grazia dell'Arciduca, dopo anni,
erano delle larve umane: erano ammalati ai polmoni, con pochi anni davanti a sé.
Io invece feci carriera e presto passai nella Polizia segreta: da giovane rivoluzionario divenni spia e servitore del decadente sistema giudiziario, economico, politico di quel piccolo ridente Stato.
Sapevo che eravamo alla fine di un'epoca.
La storia è inesorabile: ciò che ha resistito per secoli può crollare in un solo giorno, quando un potere è così vecchio da non comprendere il nuovo che incalza.
Feci il mio dovere sino alla maturità avanzata: ero riuscito a far infiltrare un mio uomo in ogni gruppo eversivo.
Più che voler reprimere direttamente tutto e tutti, avrei dovuto far arrestare metà della popolazione del Ducato, mi limitavo a prevenire rivolte, complotti, attentati.
I miei metodi si fondavano sulla delezione, sul tradimento degli amici grazie alle minacce verso le famiglie.
Con la tortura e gli arresti segreti, ero riuscito a reggere il potere dell'Arciduca oltre ogni ottimistica previsione.
La famiglia regnante era composta da corrotti, viziosi, degenerati nobili principi che non si curavano dei fatti pubblici: erano interessati più ai divertimenti di corte, a soddisfare i loro capricci.
I lavori sporchi erano demandati ai ligi funzionari come me: la riscossione delle tasse e il mantenimento dell'ordine pubblico era un affare che non doveva interessare i nobili regnanti.
Sicuramente si sarebbero liberati di noi appena il loro potere sarebbe stato in pericolo, scaricando su noi tutte le colpe, tutte le responsabilità.
Chiesi e finalmente ottenni la mia uscita dal servizio con una magra pensione, con un discreto premio in denaro per i meriti conseguiti in tanti anni di fedeltà.
Lasciai ai miei subalterni il compito di dover patire le ire del popolo, quando questo si sarebbe rivoltato.
Ero il proprietario di una vasta tenuta, acquisita in modo illecito, con un esproprio a un ribelle fuggito all'estero.
Possedevo pure oro, gioielli e titoli che mi avrebbero permesso di cercare asilo in un paese straniero quando, eventualmente, le cose si fossero messe male.
Avevo parecchi nemici: in troppi mi avrebbero messo un laccio al collo per vendicare figli, mariti, padri da me fatti sparire in modo subdolo.
Quanti morti avevo sulla coscienza? Molti, tantissimi.
Diversi cospiratori non avevano resistito alle torture, altri erano rimasti sepolti vivi nelle segrete del palazzo del potere: una fortezza medioevale con vasti e intricati sotterranei dove svanivano gli oppositori più testardi, i caporioni più audaci.
La pace della campagna mi dava un po' di sollievo e cercavo di aver un buon rapporto con i villici: gente semplice e buona, ancora fedeli alla Chiesa e al potere dello stanco Arciduca.
Si parlava di semine, di fatti piccoli e grandi della comunità.
Io ero anche generoso con gli orfani e le vedere, con i poveretti e il parroco.
Questo modo di comportarmi mi aveva reso molto simpatico nel
borgo.
Fu grazie ai miei contadini che seppi in tempo della sommossa sanguinosa, in corso da giorni nella capitale: gli studenti erano tornati sulle barricate e le guardie erano fuggite, come all'epoca della mia rivoluzione fallita.
Da oltre confine si muovevano le valide truppe del nostro potente vicino, che veniva in soccorso di un potere così logoro da cadere a pezzi.
Invece di affrontare le truppe nemiche questa volta i rivoltosi si erano ritirate sulle colline.
Si erano riunite con gli uomini del principe democratico, traditore della nobiltà, che voleva diventare sovrano di tutti i ducati, di tutte le contee.
La battaglia decisiva si sarebbe combattuta vicino al mio borgo.
Fui ancora io a raccogliere informazioni fondamentali, che permisero alle truppe imperiali di sconfiggere e di rimandare alla prossima occasione la riscossa dei costituzionalisti.
Il potere restava assoluto ancora per poco, forse pochissimo.
Per me era importante morire suddito di un ducato antico e non vivere da cittadino di qualche repubblica, costretto a subire una democrazia ipocrita e ciarlona.
Tornai alle mie passeggiate, lunghe e salutari, che iniziavano all'alba.
Il sole spuntava appena oltre il confine dell'orizzonte e inondava le colline con i colori dell'autunno.
La piccola pianura, con al centro il borgo, era sovrastata dal campanile, dal castello ed era tutta gialla per le ultime messi.
Ero quasi felice per la vista di quel panorama la mattina che lo incontrai: era seduto su una pietra miliare della strada principale.
Mi fissava e sogghignava: era ancora giovane, sereno e colmo di quell'entusiasmo che portò con sé sul patibolo, quando urlò il mio nome di traditore e giurò che si sarebbe
vendicato anche da morto.
Fu lui a parlare per primo: -Come stai, Gianmarco? Spero bene!-
L'ultima volta lo avevo visto penzolare dalla forca: il mio coraggio e il mio cinismo furono messi a dura prova.
Mi ripresi, certo che avessi agito per una giusta causa: -Che vuoi? Ti vedo finalmente, hai mantenuto la promessa!-
-Ti fa piacere incontrarmi, caro amico?-
-No! Anima dannata!-
Paolo si strinse nelle spalle: -Dimenticavo! Tu sei un uomo giusto! Hai la coscienza linda! Tutto il sangue che hai fatto versare non ti pesa sull'anima, perché confessi ogni giorno questi orribili peccati!-
Quel maledetto sapeva cosa dicessi al mio confessore, che mi ripeteva: -Meriti sicuramente il Paradiso: hai agito solo a fin di bene, per la Chiesa e l'autorità costituita, contro i nuovi empi ideali politici.-
Avrei dovuto liberarmi dei miei beni, illecitamente ottenuti, dandoli a qualche ordine religioso o alla parrocchia, così non avrei avuto più colpe da scontare nell'altra vita.
Invece quello spirito inquieto di Paolo voleva mettere a dura prova la mia fede, la mia pace interiore a fatica ricomposta.
-Paolo! Sono pronto a far cantare per te qualche Santa Messa!-
-Come sei generoso, caro traditore! Non sai che questo non basta: i Giuda nell'Oltretomba dovranno pagare con dolori infiniti.-
-Non è vero, menti! Mi sono pentito amaramente delle mie colpe!-
Paolo iniziò a ridere come solo lui sapeva fare: in passato le sue risate mi avevano trascinato in momenti di schietta allegria, nelle bettole o nelle case di tolleranza per studenti goliardici.
La sua presenza durava pochi minuti prima dell'alba: l'ora più fosca secondo la tradizione popolare, quando gli spiriti incontrano i vivi.
Io non volevo dimostrarmi vigliacco, neppure davanti a uno spettro: mi presentavo poco prima dell'aurora, quando la luce si diffonde tenue e grigia.
Lui appariva con i primi raggi del sole, prendeva forma come un'ombra naturale: per me era così ovvia la sua presenza che lo considerai un conoscente con cui scambiare quattro chiacchiere.
Paolo non rinunciava al suo disprezzo: -Giuda! Cosa ti ha detto il tuo amico prete? Una Messa non basterà sicuramente! Per mettermi a tacere occorre altro! Lo sai bene che sono testardo.-
-Anima in pena, che vuoi ancora da me? Torna all'inferno!-
-Gianmarco, non essere scortese! Non è nel tuo stile. Stai perdendo la pazienza?-
Mi punzecchiava, mi tormentava.
Io non potevo rinunciare a lui come non si possono evitare le nostre cattive abitudini, che fanno tanto male alla salute del corpo e dell'anima.
Nel tempo ero diventato un pio osservante delle più rigide tradizioni religiose: in passato, se avessi saputo che mi sarei trasformato in un bigotto, mi sarei schernito, scandalizzato.
Gli anni, la paura della morte con tutte le vittime delle repressioni che tornavano spesso nei miei pensieri avevano operato quella trasformazione inaspettata.
Da cinico e materialista, opportunista davanti al potere della Chiesa, ero divenuto un accanito frequentatore di novene, di confraternite, attento a ogni segno del Cielo.
Invece l'unica prova datami dell'esistenza di qualcosa dopo la morte era quel macabro mio amico, sempre pronto a deridermi, a farmi sentire a disagio, a ricordarmi tutte le mie colpe.
Non mi rimase che donare tutto ciò che avevo, illecitamente posseduto o legalmente ereditato dalla mia famiglia, ai poveri.
In cambio ottenni una cella, la più umile, nel locale convento dei frati: mi concessero pure un pasto caldo e la promessa di un po' preci, dopo la mia morte.
Indossavo anch'io il saio e a piedi nudi, da penitente, tutte le mattine, all'alba, mi presentavo all'appuntamento da Paolo: -Hai visto che ora mi sono spogliato di tutto!-
-Gianmarco, speri che questo basti?-
-Se non basta, che devo fare ancora?-
Paolo scomparve, ma il suo sorriso mi rimase dentro: non era sarcastico come negli altri incontri.
Non mi tolsi dalla testa che forse il mio amico avesse ragione: non era sufficiente il mio pentimento, dovevo fare qualcosa per rimediare al male fatto.
Andai a piedi sino alla capitale e lì incominciai a denunciare tutte le mie colpe, chiedendo ad alta voce il perdono dei parenti delle vittime e quello di Dio.
La notizia che stessi svelando i crimini del potere si diffuse e giunse anche a corte: i miei ex-subalterni, che mi odiavano, pensarono bene di farmi arrestare e di pormi sotto processo.
Fu un giudizio sommario e rapido, oltre che a porte aperte: l'Arciduca aveva deciso di liberarsi di me e di scaricare su me le più gravi responsabilità dello Stato.
Fui condannato a morte, nonostante la mia condizione di penitente e di reo confesso: decisero di farmi impiccare al più presto per tapparmi la bocca una volta per tutte.
Nella mia cella c'era lui, Paolo, che ora era soddisfatto: -Forse sarebbe stato meglio per te non tradire: morire con il tuo onore, impiccato a vent'anni. Non preoccuparti per il dopo: hai terminato bene una vita sciagurata. E' solo questo che conta per loro, quando sarai di là!-
-Ho paura, Paolo! Mi accompagni?-
Mi prese sottobraccio e non fu necessario che le guardie mi trascinassero sino al nodo scorsoio: salii con un passo sicuro.
Mentre mi mettevano la corda al collo cantavo una vecchia canzone rivoluzionaria: quella che i giovani di quarant'anni prima avevano urlato, stonato sulle barricate, quando stavano per essere falciati dai cannoni caricati a mitraglia.

racconti di Arduino Rossi

31 ago 2012

Doodle di Google . Maria Montessori compie gli anni, un donna geniale italiana conosciuta in tutto il mondo


Il metodo educativo di Maria Montessori si basava su alcuni principi educati come il riconoscimento delle dote innate del bambino, vederlo come un essere completo e non come un essere dipendente dagli adulti, prendere in considerazione le sue energie, le sue doti morali, ovvero la sua capacità di amare, che nell'adulto spesso scompare.
Giocare sulla libertà e non sulla disciplina, per arrivare all'auto disciplina, scoperta geniale e rivoluzionaria del suo metodo.

11 giu 2012

ultime notizie - Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.