Quasi tutti stanno meglio dei loro padri: hanno delle difficoltà con il lavoro, ma ci si scorda che tutte le generazioni precedenti non hanno avuto fortuna per il lavoro, almeno in Italia.
Se non c'era disoccupazione si lavorava parecchio per quattro soldi.
Oggi c'è il lavoro precario, prima c'era il lavoro nero per poter iniziare ad avere un posto sicuro dopo mesi o anni.
Per i giovani l'inizio nel mondo del lavoro non è mai stato facile.
Cosa li fa sentire “schiavi”?
Sono pochi e su di loro le aspettative di padri, madri, nonni zii sin da piccoli li sovrastano: dovevano fare l'ingegnere, l'avvocato e l'avvocatessa, il medico, il musicista, il calciatore, la ballerina, la fotomodella, il direttore di banca.....
Loro cosa vogliono fare?
Come possono saperlo se sono stati sommersi da tonnellate di aspettative, da tante vite frustrate, che li vedono come i loro vendicatori.
Sì, questi sono motivi validi per voler fuggire dalla triste esistenza, dandosi allo sballo: forse sperano, sbagliando, di potersi liberare, ribellare a un mondo che li ha resi schiavi dentro convenzioni e oppressioni, usi, costumi e luoghi comuni.