24 ago 2010

Così si rimandano le decisioni coraggiose e difficili al futuro: saranno sempre più faticose e impopolari da realizzare.

Le parolacce tra il centro e i leghisti rappresentano la fine di una politica educata, tra avversari quasi cortesi, che non si sarebbero mai abbassati a chiamarsi "stronzi" e altro.

Ora siamo nell'epoca che spinge a una politica della decisione, dell'azione e vincerà le elezioni chi saprà dimostrare che sanno fare, sanno risolvere i problemi.

Finalmente l'era delle ideologie è definitivamente tramontata, anche la classe politica vive ancora secondo la logica dei tradimenti a palazzo, degli accordi sotto banco.

Poi oltre alla destra nostrana e alla sinistra sognatrice esiste un Paese pure capace, disgustato da tutte queste beghe da comare.

Prima o poi la politica diverrà una cosa seria per gente seria?

Probabilmente sarà così: gli istrioni e gli intrallazzatori verranno mandati a casa loro, magari a lavorare veramente, a provare la fatica di tutti i giorni.

Perché, prima di discutere come dividersi la torta del potere, non discuta sul programma e su cosa fare per uscire dalla crisi.

Per esempio, invece di parlare se questo o quello possono entrare nella maggioranza, perché non si parla delle eventuali modifiche che costoro porteranno al programma di governo: questo potrebbe interessarci molto di più di un ministro e di un sottosegretario in più o in meno.

Se il cambiamento portasse una modifica nel programma, votato dagli elettori a quel punto i cittadini potrebbero pretendere una giustificazione e un chiarimento: noi cittadini pretendiamo di essere rispettati e non trattati come degli eterni minorenni, anzi come dei poveri allocchi.