21 ago 2010

 

Gli europei e gli italiani non rifiutano certi lavori perché pesanti e sporchi, ma perché vogliono salari migliori, per attività faticose anche se scarsamente specializzate.

Gli extracomunitari accettano tutto, in tutte le condizioni, comprese quelle malsane e pericolose: l'importante che il salario sia superiore a quello che ricevono al loro Paese di origine.

Se si iniziasse a chiamare le cose con il loro nome, i fatti come stanno, evitando la ridondante retorica buonista, non avremmo rimpatri forzati, né cittadinanze tolte, né disperati respinti in Libia su imbarcazioni che rischiano di affondare.

La politica di questi anni difficili, di crisi, dovrebbe essere severa e razionale, ma con un senso di umanità di fondo, altrimenti gli orrori del passato saranno ancora tra noi.