13 ago 2010

Italia futura critica il governo

 


Italia Futura, l'associazione vicina a Montezemolo scende in campo con discorsi chiari: "Andare alle elezioni non risolverà i problemi. Perderemmo altri 6 mesi.

Berlusconi, Fini e Bossi hanno il dovere di chiudere lo scontro istituzionale, non degno di un Paese civile e di ricompattare la maggioranza".

Sempre Italia Futura non perdona Berlusconi e lo critica: "....un leader si misura sulla base dei risultati e questi ultimi, nel giudizio dei cittadini, sono deludenti".

Così Montezemolo entra nel dibattito, ma non apertamente: era evidente che il presidente della Fiat aveva un suo parere e volesse entrare in politica.

In realtà la Fiat ha sempre una sua presenza indiretta nella vita politica nazionale, ma non si è mai sbilanciata apertamente a favore o contro questo o quel governo.

In questo caso però, sembra che si schieri apertamente per un governo di salvezza nazionale.

Ora gli Italiani sono delusi, sempre, perché governare questo Paese è difficile: per fare ciò che vogliono gli italiani si dovrebbe essere impopolari, con decisioni drastiche e dure, così si tende sempre a tirare a campare, promettendo risultati favolosi che nessuno vede.

La critica di Italia Futura certamente mostra la distanza tra gli interessi della Fiat, che è sempre la prima attività industriale nazionale, da quelli dell'uomo più ricco d'Italia, con le sue televisioni e la raccolta pubblicitaria in competizione con Internet e stampa cartacea.

Era prevedibile che dietro i contrasti interni al governo ci fossero degli interessi non solo politici: ora la posizione ufficiosa del gruppo Fiat è quella di sottrarre il governo a Silvio Berlusconi.

L'uomo più ricco e potente d'Italia è in declino?

Un fatto insolito sta nel ...tradimento di Gianfranco Fini: fu sempre leale a Silvio, ma ora prende le distanze, sino alla rottura attuale.

E' finita l'era Berlusconi?

Si uniranno tutti assieme appassionatamente per sconfiggere il premier?

Ora Silvio pare la causa di tutti i mali del Paese, di tutti i difetti e di tutte le corruzioni, ma temo che il male non possa essere visto tutto in un uomo.

Berlusconi è un italiano, un italiano vero, con pregi e difetti: per questo piace tanto agli italiani .

E' odiato in modo uguale ed opposto all'amore che riceve.

Ora in molti chiedono la resa dei conti a Berlusconi: Fini vuole il suo diritto di delfino, erede al trono, la Fiat chiede una politica a sua favore, che dall'inizio del Novecento sino a oggi prosegue con tutti i governi, da Giolitti, passando dal regime fascista, con i democristiani e i socialisti sino a Berlusconi.

Montezemole ha lanciato la sfida e qualcuno dovrà rispondere: dietro di lui ci sono forze economiche che vanno oltre il gruppo Fiat, interessi e categorie sociali.

Io faccio un quadro complesso ed articolato delle parti in causa: abbiamo la Fiat e amici, con la media imprenditoria che non sempre apprezza la politica berlusconiana.

Berlusconi ha pure un grande rivale: internet.

Ora la pubblicità si muove e si sta spostando, anche se lentamente, nella rete: Silvio non può e forse non sa entrare nel meccanismo di Internet.

Così abbiamo delle potentissime multinazionali che non sopportano vincoli e limiti al loro ...naturale sviluppo: pochi se ne sono accorti, ma Internet vive grazie alla pubblicità.

Così abbiamo interessi che fanno fibrillare il governo e mettono in moto non tanto necessità di nuovi schieramenti, ma nuove politiche economiche e sociali.

Per questo che il potere di Berlusconi scricchiola?

Probabilmente c'è altro, oltre alle case monegasche, alle lotte per politiche di centro e di centro destra: l'Italia sta cambiando e il suo futuro è legato tantissimo alla rete.

Pochi se ne sono accorti, ma solo con la rete l'informazione non è più monopolio dei partiti e dei potentati economici nazionali.

Grazie alla rete il Paese va avanti, ma pure potrebbe restare al palo, se non saprà avanzare in questo settore, con una libertà assoluta, che escluda violenza ed abusi di ogni genere: quindi solo il partito della libertà, ovvero lo spirito autenticamente democratico, farà progredire l'Italia, mentre i monopoli economici e culturali ci fanno regredire.

Si attendono sviluppi, con o senza Berlusconi: non è mandando a casa Berlusconi che si risolvono i problemi, né tenendolo al suo posto che tutto si sistema.

Servono idee e analisi nuove o l'Italia finirà ai margini del futuro economico d'Europa e del mondo.