30 dic 2010

WWF: 2010 ANNO NEGATIVO PER L’AMBIENTE

WWF:  2010 ANNO NEGATIVO PER L'AMBIENTE
IL BILANCIO AMBIENTALE DEL WWF


Per il WWF Italia il bilancio ambientale 2010 del nostro paese si chiude con
un segno negativo, se si esclude il grande sforzo fatto per adeguarsi al
contesto internazione sulla Convenzione della Biodiversità che ha visto nel
2010 l'approvazione della strategia nazionale (di cui però si attende la
cabina di regia Stato-Regioni).

Il primo problema nasce dalla mancata integrazione delle politiche
ambientali, e più in generale di una vera e propria strategia di
sostenibilità, all'interno dei vari ambiti d'azione del Governo.

La questione ambientale sembra separata dal contesto generale e fortemente
indebolita per una significativa difficoltà amministrativa e gestionale e
quindi di ruolo, in cui è caduto il Ministero dell'ambiente anche a seguito
di un taglio di risorse economiche che non trova eguali in nessun altro
dicastero.
Gli elementi salienti del fallimento delle politiche ambientali nel nostro
paese trovano un particolare punto di evidenza nell'ulteriore ritardo
accumulato nel settore delle politiche energetiche dove l'Italia rimane il
pese più arretrato a livello comunicatorio nel raggiungimento degli
obiettivi di Kyoto.
Avendo ormai definito la scelta per il nucleare  si  disincentiva però ogni
forma di crescita di energie alternative e di azioni tese al risparmio e
all'efficienza energetica.
La situazione appare poi aggravata dalle linee di sviluppo delle opere
infrastrutturali che, sebbene fortemente rallentate per la carenza economica
sottovalutata dal Governo, rafforzeranno il comparto stradale e quindi non
saranno utili alla diminuzione di gas serra provenienti dal settore
trasportistico.
Anche relativamente all'assetto del territorio il 2010 non segna alcun passo
in avanti e anche in questo caso la falcidie  economica del Ministero
ambiente si pagherà pesantemente in termini di mancati interventi nel
settore della prevenzione del rischio idrogeologico.
Nel frattempo assistiamo ad una spaventosa crescita urbanistica, con
conseguente nuova occupazione di territorio e consumo di suolo accompagnata
da piani casa che hanno contribuito a derogare le normative urbanistiche e
paesaggistiche e da piani di concessioni demaniali che ulteriormente hanno
contribuito alla cementificazione delle spiagge e all'occupazione delle
nostre coste.

Nel settore della tutela della natura il 2010 registra una grave crisi dei
parchi, salvati in extremis da un intervento in finanziaria, e una virulenta
ripresa delle lobby venatorie che hanno trovato soprattutto nel contesto
regionale una incomprensibile sponda alle loro richieste. Sulle  politiche
di conservazione il 2010 registra il gravissimo caso del declassamento del
parco nazionale  dello Stelvio, istituito nel lontano 1935,  che rischia di
diventare un pericoloso precedente a livello nazionale capace di squilibrare
i già difficili rapporti tra Stato, Regioni e enti locali.

Quello che preoccupa il WWF non è tanto il risultato del 2010 quanto la
mancanza di prospettive per il 2011 e per gli anni futuri. Non solo non si
intravede la possibilità di una politica ambientale di stampo europeo, che
potrebbe essere addirittura insufficiente, ma addirittura si vede ogni
azione di tutela e di conservazione sacrificata nel nome di interessi
specifici che hanno fatto perdere completamente di vista l'interesse
nazionale che la Costituzione mette in capo alla Stato.

E su questi temi a preoccupare non è solo l'azione o la mancata azione di
Governo, quanto l'incapacità di ogni parte politica di rappresentare in modo
adeguato questi valori e, conseguentemente, l'incapacità di svolgere
un'azione politica e amministrativa discontinua rispetto a un passato di
speculazione e inquinamento che porti il paese sulla strada della
sostenibilità.