La sua elezione non è poi la fine del mondo, ma solo il segno di cambiamenti in atto da tempo: il disimpegno statunitense in tante aree del pianeta, per il costo delle truppe, mentre il risorgere di tanti nazionalismi che promettono nuove alleanze internazionali.
Trump continuerà la politica estra di Obama, mutandone i fini, ovvero minor impegno a Est, ridando fiato a Putin e alla sua Russia, disimpegno in Medio Oriente, lotta al terrorismo e qualche attrito con le teocrazie islamiche, che perdono potere e importanza economica, mano mano che si avvicina l'esaurimento del loro petrolio, stimato circa tra 30 anni o poco più.
Poi le sue spacconate elettorali servivano per attirare un certo tipo di elettore medio statunitense, xenofobo, razzista, conservatore sotto tanti punti di vista e nulla più.
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