12 mag 2022

La banda dei cacciatori di razzisti.

Ho letto, su un giornaletto filo censura in rete, che ci sono dei..... volontari dentro i social, così li hanno definiti, anonimi, perché temono le vendette dei censurati, che lottano contro l'odio e il razzismo.
Ora se io trovassi qualche delinquente che istiga a commettere reati avviserei la polizia postale, la magistratura e non i social, perché non è Facebook che impone le sue leggi, ma lo Stato, che dovrebbero essere uguali per tutti.
Le domande, che il pennivendolo in questione non si fa, sono varie, la prima sta nella violazione della privacy dei censurati, da parte di costoro, poi l'atto di agire in anonimato fa pensare ad un'associazione clandestina, che di fatto sono fuori legge da noi, per ovvi motivi.
Esiste poi la persecuzione politica evidente contro gli avversari, quindi l'anonimato serve per non essere individuati e rispondere penalmente di diversi reati penali.
Inoltre mi chiedo che mestiere svolgono costoro e chi li paga per fare questo, con quali denari, visto che tutto è celato, sotterraneo.
Infine come vengono poi premiati questi  volontari?
Un tempo avrebbero vinto dei concorsi truccati ed oggi il sospetto è sempre quello, me li vedo mentre si riposano in qualche ufficio pubblico, mentre scaricano le loro incombenze ai soliti non raccomandati, non tesserati di turno.