Si può dire che Giorgio Napolitano abbia mantenuto un certo equilibrio istituzionale, cercando di rispettare la costituzione sempre: fu criticato da destra e da sinistra, ma rimase al di sopra delle parti.
Forse uscì dalle sue funzioni quando intervenne per certe leggi, fatte in fretta e furia come quella per Luana, ma poi lasciò decidere alla Consulta su questioni delicatissime, come il logo Alfano, bocciato dai giudici costituzionalisti.
Ora c'è la modifica della legge sullo statuto dei lavoratori, fatta senza interpellare le parti in causa, i sindacati, con l'arbitrato privato, senza passare dai giudici: è una legge che darebbe un grande potere agli imprenditori, contro i lavoratori dipendenti.
In particolare i nuovi assunti sarebbero costretti ad accettare questo arbitrato che gli toglierebbe il diritto di andare dal giudice del lavoro, che da sempre assicura un po' di giustizia sociale, o quasi.
Quindi Silvio, con quella frase voleva dire che era talvolta il Capo dello Stato a soppesare troppo ciò che loro, lui e i ministri, proponevano come decreti legislativi o proposte normative.