12 apr 2010

12/4 Le strane motivazioni per la condanna di Google (Angelo Ruben)


Il giudice milanese Oscar Magi ha depositato le motivazioni che hanno portato ala condanna a tre dirigenti Google: "In particolare deve ritenersi che il reato nel caso in questione (la violazione della privacy per un video su un minore disabile) sia stato sicuramente commesso anche all'estero".
Il fatto risale al 2006, quando un gruppo di bulli si “divertivano” a maltrattare un minore autistico, compagno della stessa scuola e a diffondere le scene più disgustose su Youtube.
La strana motivazione dimostra che i giudici non sono totalmente a conoscenza di cosa sia Internet, infatti si sostiene: "Non vi è dubbio, che per lo meno parte del trattamento dei dati immessi a Torino sia avvenuto fuori dall'Italia, in particolare negli Usa, luogo dove hanno indubitabilmente sede i server di proprietà di Google".
Le miliardi di pagine web prodotte in un anno, le decine di milioni di siti che nascono e muoiono ogni giorno, le centinaia di milioni di immagini inserite su Google umanamente non possono essere controllate, se non su indicazione degli utenti e dopo un periodo di valutazione umana più o meno lungo.
Se si pretendesse un'auto censura di tutto ciò che appare sui motori di ricerca significherebbe assumere una folla di censori, che farebbero crollare il servizio, per i costi altissimi.
Internet chiuderebbe.