Ci saranno 350 organizzazioni di tutto il mondo in Bolivia per questo vertice poco sentito nel mondo ricco, 15mila delegati.
Il presidente boliviano Evo Morales sostiene: “… non possono essere solo gli Stati a determinare una vera svolta, ma dobbiamo essere tutti noi, in prima persona''.
Si è parlato di una via alternativa al rispetto dell’ambiente: ''ci insegnano la strada giusta per salvare il nostro pianeta dai cambiamenti climatici. Perché non ci sarà giustizia mai sociale senza eco-giustizia''.
Il questo vertice “povero” si è pure rammentato la responsabilità dei consumi eccessivi dei Paesi ricchi: “….nessun media lo affronta in modo serio, relegandolo al gossip, non esistendo la volontà politica di cambiare consumi e vita dei 400 milioni di europei che sono gran parte del problema''.
Qualche verità c’è in queste affermazioni, ma il populismo terzomondista non aiuta a risolvere il dramma del pianeta: le foreste sono distrutte spesso per dare spazio ad un’agricoltura misera.
Le periferie delle città sono diventate delle megalopoli colme di inquinanti e spesso generano sprechi e non ricchezza.
Non è più il tempo dell’ideologia dei Paesi poveri contro quelli ricchi, ma di uno sviluppo sostenibile per tutti, con l’arresto di una natalità sconsiderata.