Lettera dal carcere da Olindo Romano e Rosa Bazzi a Mario Frigerio attraverso News Mediaset è quasi un disperato appello: "In quel periodo drammatico della sua vita, in buona fede, senza rendersene conto, contro la sua volontà, il maresciallo Gallorini le ha fatto dire ciò che lui voleva che lei dicesse, il mio nome, Olindo. Poi col tempo si capisce. Non è mai troppo tardi. Noi ci siamo rialzati. Lo faccia anche lei: solo così si può arrivare alla verità. Non quella che da tre anni alcuni vogliono far apparire come tale. Si è mai chiesto cosa c'è dietro tanti errori e indagini mal fatte?"
Siamo all'atto finale della strage di Erba e Mario Frigerio è lui, con la sua testimonianza, il pilastro dell'accusa.
Intanto i coniugi Romano sono stati condannati all'ergastolo per il massacro del 11 dicembre 2006, di cui è in corso a Milano il Processo d'Appello.
Olindo e Rosa proseguono: "Noi che da veggenti ci siamo tenuti sempre a debita distanza. Ci chiedevamo come facevano a raggirare, manipolare le persone. Sino quando poi è toccato a noi essere manipolati, usati da chi smaschera questi truffatori. Eppure non ha esitato a usare i loro stessi metodi, con noi e con lei Signor Frigerio............Lei sa che non sono io il suo aggressore. Non sono io che ha visto quella sera".
I dubbi sugli avvenimenti continuano ad esserci, specialmente per la ricostruzione pratica dell'azione criminale e per la mancanza di tracce degli accusati nell'abitazione, che un incendio non può aver ripulito totalmente.
I dubbi sono leciti, ma le confessioni spesso inchiodano, perché da noi, in Italia, le parole pesano come macigni.