25 apr 2010

25/4 Fini e la sua linea ….moderata, aperta, ma non troppo (Arduino Rossi)



Il clima politico è quanto meno confuso: Fini prima chiede un cambiamento nella politica del Pdl, poi vuole fondare il suo gruppo autonomo in Parlamento.
Bossi alza la voce ed è pronto ad andare alle elezioni, mentre le opposizioni propongono una grande santa alleanza anti-Berlusconi all'ex del Msi: il quotidiano La Repubblica conta i voti presunti che raccoglierebbe Gianfranco Fini con il suo partito che non esiste, che non ha un programma e un simbolo.
La percentuale di un'ipotesi così lontana diventa un numero, il 6%, forse numero buono per altri usi, ma non in politica.
Di Pietro con l'Idv solidarizza con l'ex primo alleato di Berlusconi, scordandosi che i loro voti provengono da sinistra e molti elettori appartengono a tradizioni, a culture di estrema-sinistra: un tempo Fini era di quel gruppo politico che si scontrava non solo verbalmente con la sinistra storica ed extraparlamentare.
Erano altri tempi, i nemici diventano quasi alleati e tutto questo rumore è solo per ottenere un po' di attenzione, per far capire che bisogna trattare con lui, con Gianfranco, con l'uomo che fu “sdoganato” da Berlusconi, come disse la sinistra allora, per entrare nella logica dell'alternanza di potere.
Mentre tutto questo capita in Parlamento e manca poco per giungere a una nuova era, che ci farebbe scordare cosa significa destra e sinistra, in piazza a Roma e a Milano sono volati fischi, parolacce e qualche pomodoro marcio.