26 apr 2010

26/4 L'uranio che arriverà dalla Russia ci legherà le mani? (Arduino Rossi)



Putin ci fornirà il carburante per le nostre centrali nucleari e le scelte di politica estera subiranno le conseguenze: questo Silvio Berlusconi lo sa bene.
I tempi sono cambiati e ormai abbiamo più paura degli estremisti islamici, che delle centrali atomiche: spendere meno in petrolio significa risparmiare su tutto il resto.
Significherà dare meno denaro a chi vuole imporre un suo equilibrio strategico filo mediorientale in Europa, ma andare con Putin vuol dire scegliere i rifornimenti di materie prime sicuri per il futuro del Paese, pagandone il pegno.
Però dal punto di vista strategico comporta spostare l'Italia verso posizioni lontane dall'Occidente, sposare gli ideali, le aspirazioni storiche dei russi: sono ambizioni lontane dalla nostra posizione storiche nel mediterraneo.
Significa allontanarsi dalle posizioni europee di politica estera, sempre ostile alle scelte di Putin, considerato un mezzo tiranno per la scarsa libertà di stampa in tutta la Russia, per il controllo di vaste aree di influenza.
In questo però Berlusconi si dimostra un uomo del 3° Millennio, non più legato alla politica della Guerra Fredda, che pare ancora un'ossessione nelle menti di troppi politici europei, ma fa pure una scelta che porta l'Italia in una posizione un po' insolita: chi ci fornisce le materie prime ci influenza.
Ricordiamoci che la Russia ha una sua posizione per i Balcani, filo Serba, per l'Ucraina, per il Caucaso, per la Georgia: sono tutte scelte di politica estera che infastidiscono l'Europa, un po' confusa a dire il vero.
Ora dovremo stare in equilibrio in tante situazioni.
Non sarebbe stato meglio investire in “un'autarchica” energia solare ed eolica, cercando il più possibile una vera indipendenza energetica?