18 ago 2010

Il governo tecnico è quasi a portata di mano, ma ci sono ancora molti dubbi: il primo come sarà il rapporto interno tra le varie forze politiche.


Dopo la benedizione di Montezemolo e della Famiglia Cristiana ora non resta che attendere questa novità insolita e con troppe complicazioni: saranno tutti assieme appassionatamente.


Il problema sta tutto nel programma che non c’è, né dei fini che si dovrebbe proporre per formare un governo.


Non si parla neppure di riforme istituzionali, come si prometteva anni fa: il governo dovrà nascere, ma domani sarà già in bilico.


Ora le fazioni politiche hanno preso di mira il Capo dello Stato, che non ha il potere di sciogliere le Camere quando gli pare e piace, ma solo se non è più possibile formare un governo: il potere appartiene al popolo e viene esercitato attraverso i suoi rappresentanti.


Invece ci si chiede chi sta alle spalle di questo attacco al cuore del governo Berlusconi: una parte della Chiesa è decisamente contro, la Fiat è apertamente ostile.


Poi c’è parte del mondo della finanza e i potentati sociali ed economici.


Perché una parte delle forze cattoliche è contro il governo del Pdl?


La motivazione ufficiale è quella legata alla politica anti immigrazione, ma è vero pure che gran parte di questa politica è solo … propaganda.


Gli immigrati vengono fermati in Libia, ma entrano pure via terra, con permessi per turismo o per motivi di lavoro fasulli: una volta in Italia non escono più e rimangono sul territorio come clandestini.


Tutta la polemica contro la linea dura del governo pare una … farsa, una presa per il naso: tutti gli immigrati che l’Italia può contenere e oltre entrano impunemente, sono liberi di muoversi sul territorio e fanno i lavori che il mercato offre loro, compreso quelli illegali, come la prostituzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti.


Invece la Fiat vorrà qualcosa dal nuovo governo: un appoggio così plateale, che esce dalla tradizione storica della casa automobilistica torinese non si dà senza nulla in cambio.


Ci troveremo altri incentivi per la rottamazione delle auto?


Si vedrà al momento opportuno, quando ci saranno.


Intanto bisogna cercare un altro nemico di Silvio e lo bisogna rintracciare nel mondo che raccoglie denaro nella pubblicità: il monopolio televisivo di Mediaset è in declino per la concorrenza di Internet.


Informazione e film transitano tranquillamente attraverso la rete: è solo l’inizio, ma pure editori tradizionali italiani non vedono di buon occhio il monopolio di Berlusconi sulla pubblicità.


Un tempo si diceva che Berlusconi governava attraverso i suoi tre canali televisivi, con il controllo della televisione di Stato.


Oggi le cose sono un po’ diverse e l’uomo più ricco d’Italia rischia di essere superato dalla tecnologia: ormai è impossibile fermare Internet.


Senza Internet si finisce nel sottosviluppo.


Gli interessi personali di Berlusconi quindi non sono per lo sviluppo della rete, anzi, ma le forze interne ed esterne che agiscono per il trionfo di questo mezzo sono troppo potenti pure per Silvio.


E’ solo questione di attendere la fine di un impero antiquato: quello delle televisioni commerciali.


Intanto avanza l’impero di Google e il futuro pare saldamente in pugno a questo motore di ricerca, che ha tanti nemici, ma nessuno può fermarlo: la sua forza sta nella sua dimensione gigantesca.


La potenza di Google è tutta nel suo spirito imprenditoriale, che tende a premiare chi si sa muovere con intelligenza nella rete: è qualcosa che noi italiani spesso ci scordiamo, ovvero il merito che viene riconosciuto, senza amicizie e favoritismi.


I governi del futuro sono avvisati: avranno vita breve se non sapranno agire e passeranno tra gli sconfitti.


L’immagine non è tutto, contano i fatti.