15 set 2011

Aosta - Festa della Valled’Aosta, consegnate le onorificenze di Amis eChevalier


 Non poteva mancare un richiamo forte al momento di crisi che sta attraversandol’Italia, e con essa la Valle d’Aosta, nel discorso che il Presidente della Regione Augusto Rollandin ha tenuto durante laCerimonia di  scorso al Teatro romano di Aosta, nel quadro del ricco programma per la sesta edizione della Festa Valle d’Aosta.
Augusto Rollandin,Presidente della Regione Valle d’Aosta

“Malgrado ledifficoltà, la Regione Valle d’Aosta sa reagire, vuolereagire, e lo dice in una festa di popolo che vuole ricordare come loStatuto speciale ci serve in questi momenti per rinsaldare il legametra tutte le strutture, tra tutti i settori, per andare verso lacrescita, per aiutare i giovani a credere nel futuro e ad essere iprotagonisti di una Valle che deve continuare a vivere, vivere bene,sapendo che ci sono comunque dei sacrifici dafare”.

 

Sulla stessa scia il messaggio del Presidentedel Consiglio regionale della Valled’Aosta.

 

“La festa è anche un momento di incontro fraIstituzioni che si ritrovano non soltanto per celebrare una ricorrenzama anche per scambiarsi dei punti di vista. E questo ritrovarsiinsieme serve anche per ritrovare il coraggio di andare avanti e diaffrontare le sfide impegnative che ci attendono, visti anche i tempiche corrono. Diciamo quindi un messaggio per guardareall’ottimismo, in modo che ognuno di noi si porti a casa unacarica emotiva positiva da trasmettere poi alla propriacomunità.”



La cerimonia, che si eraaperta con la sfilata dei gonfaloni della Regione e dei Comunivaldostani, accompagnata dalla musica di sottofondo di ChristineHérin, in arte Naïf, ha avuto il suo momentoclou nella consegna delle onorificenze di Amis de laVallée d’Aoste e di Chevalier de l’Autonomie.

I riconoscimenti sono staticonsegnati, oltre che dal Presidente Rollandin, dal Presidente delConsiglio Alberto Cerise, dal Presidente del Consiglio permanentedegli Enti Locali Elso Gerandin e dal Sindaco di Aosta Bruno Giordano.Sono stati nominati Amis de la Vallée d’Aoste il giuristaGiovanni Maria Flick, l’imprenditore Paolo Vitelli e ilbanchiere Maurizio Sella.



Giovanni MariaFlick

” Mi fa molto piacere, non soloperché mi piace tantissimo la Valle, ma perché leragioni per cui mi viene data questa onorificenza, alla quale tengomolto, sono ragioni che stanno a significare quanto importante sia illavoro che la Fondazione Courmayeur - alla quale per lungo tempo hocercato di dare una mano, prima che impegni istituzionali miportassero altrove - ha fatto ed è stato il lavorare aldiritto, all’economia e alla politica, all’ombra dellemontagne. Mi pare un po’ l’applicazione di una delle cosepiù belle che ho letto sulla Valle, la dichiarazione deirappresentanti delle popolazioni alpine. 

Mi piace ricordare quelloche Chanoux dice: gli uomini delle valli vogliono essere artefici nondi separazione, ma di unione, non di odio ma di amore, nel rivendicarea sé il diritto di parlare oltre alla lingua della loro nazioneanche la lingua dei padri e sanno così di fare opera utile nonsolo per sé, ma per i popoli che in loro e nelle loro valli sicongiungono. I popoli delle Alpi formano i punti di sutura fra idiversi popoli separati dalla grande catena alpina. Ecco, io credo chelavorare al diritto, a Courmayeur, nella Fondazione e in Valled’Aosta voglia dire questo: capire lo spirito della montagnacome momento che unisce e non come momento chedivide”.



Maurizio Sella, a capo dellabanca Sella, proviene da una famiglia di imprenditori con unagrande passione: la montagna e da sempre legati alla Valled’Aosta. 



MaurizioSella

“Vuol dire un riconoscimento di chi nellaValle ha creduto molto, infatti noi come Istituto bancario abbiamo 5sportelli in Valle d’Aosta, che vuol dire il 5% degli sportelli,ma abbiamo quasi il 7% degli impieghi di tutta la regione e quasi il9% della raccolta. La Valle ci ha dato quindi grande fiducia e noi neabbiamo data altrettanto aiutando tante piccole e medie impresevaldostane a crescere con il nostro credito. La Valle d’Aosta haenormi possibilità, non c’è dubbio, giàoggi è in Italia una delle regioni italiane più ricche,sia della ricchezza per abitante sia la ricchezza complessiva. Tenutoconto della dimensione della regione, credo che i sacrifici oggi sononecessari per tutti, e dovranno farli anche i valdostani, ma penso chela Valle d’Aosta ne uscirà, come tutto il Paese, inottime condizioni”.



Paolo Vitelli si èappassionato alla montagna e alla Valle d’Aosta dopo una vitadedicata all’imprenditoria navale. 



PaoloVitelli

“E’ un grande onore e una grandesoddisfazione. Ho dedicato tanti anni nell’impegno di recuperareedifici, creare turismo, possibilmente creare valore aggiunto,perché sono un imprenditore. L’ho fatto con il cuore, conla passione, e oggi sapere che la Presidenza, la Governo regionale, loriconosce è una grandissima soddisfazione”. 



Grandi emozioni anchedurante la consegna del riconoscimento di Chevalier del’Autonomie. Alla cerimonia non ha potuto essere presente unadelle insignite, la fondista azzurra plurimedagliata Arianna Follis,salutata e ringraziata dal pubblico con un grande applauso.

Hanno invece ritirato ilpremio un commosso Umberto Lillaz, che ha dedicato una vita intera allavoro, emigrando sin da giovane in Venezuela, senza mai dimenticarela terra di origine e in particolare il suo comuneVerrayes.



UmbertoLillaz

“Ungrande premio, grandissimo, il più bello di tutti. Ne horicevuti trentasei finora, questo e il trentasettesimo, peròè il più bello di tutti”. 

Per averconcretamente contribuito allo sviluppo del sistema sanitariovaldostano con generosità e laboriosità ha ricevuto iltitolo di Chevalier de l’Autonomie anche Domenico Palombo,chirurgo vascolare di grande fama.

Domenico Palombo
"J’ai eu la chance de faire dans ma vie ce quej’avais envie de faire, c’est-à-direqu’à 19 ans je rêvais de devenir chirurgienvasculaire et  j’ai réussi dans mon intention.Surtout, je pense qu’il est fondamental d’avoir pu garderl’enthousiasme de mes 19 ans pour ma profession. J’aimebien faire ce que je fais et je pense qu’il s’agitd’un métier très difficile mais très riche,qui me permet de rester à côté des malades,d’être aimé par les malades, ce qui est trèsimportant, un métier qui touche  un peu à lascience, un peu à l’artisanat, fait d’audace et deprudence en même temps, donc c’est un métierextraordinaire, que j’ai beaucoup de chanced’exercer".