1 set 2011

Sarah Scazzi e la follia di zio Michele Misseri


Il caso di Sarah Scazzi ha pure uno strascico, oso dire umano, per quanto riguarda zio Michele Misseri.
Nel gergo popolare si potrebbe dire se “c'è o ci fa”: prima confessa un omicidio improbabile, poi lo nega, accusa la figlia, poi nega e nega quello che ha appena negato.
Gli inquirenti non gli credono ed allora, fuori dal carcere, ricomincia ad urlare, a dire che è colpevole, ma ormai in pochi gli credono, tranne qualche giornaletto che cerca notizie per la curiosità dei suoi lettori.
Vuole tornare in carcere, vuole creare un altarino nel garage per Sarah, dove sostiene di averla uccisa, ma dove non ci sono riscontri scientifici del suo presunto delitto, che si ritrovano in casa.
Adesso chiede uno psichiatra, ma non sa probabilmente che i pazzi veri si considerano normali: solo i falsi pazzi e coloro che sono disturbati mentalmente, senza perdere la capacità di intendere e di volere, vogliono essere curati dagli psichiatri.
Michele Misseri non è pazzo, quindi deve dire ciò che sa e ciò che ha visto.