Ora gli schieramenti politici sono chiari o quasi: nella lista dei nomi che decideranno del nostro destino dovrei inserire Gianfranco Fini, ma la sua posizione, legata troppo alle Istituzioni, lo rende schiavo del palazzo del potere.
Così il Grillo parlante nazionale ha rubato voti, come era prevedibile alla sinistra, o forse ha riportato votanti nei seggi elettorali.
Bersani è sempre l'uomo giusto del Partito Democratico: non ha perso alle elezioni, ma solo perché il malcontento è tanto.
In Francia i socialisti hanno raccolto a mani aperte la poggia di voti persi dalla destra, ma in Italia questo non è avvenuto: la mancanza di fiducia in un autentico cambiamento ha spinto verso posizioni che da sempre raccolgono il malcontento.
Poi abbiamo Di Pietro, che ha avuto il Movimento a 5 stelle come rivale a sinistra e la Lega che ha raccolto i voti del Nord.
Così il quadro è completo o quasi: subito la componente laica del Pdl è insorta contro le posizioni antiabortiste della Lega e di Formigoni.