La mia cara amica Caterina Salvini fra pochi giorni si sposerà, con un bravo ragazzo al quale vuole molto bene.
Ella è impiegata nell'Amministrazione dei Beni Comunali, ma presto si impegnerà a tempo pieno col futuro marito nel nuovo lavoro, in una riserva naturalistica.
Siamo state sempre in buoni rapporti, da brave colleghe d'ufficio: siamo vissute insieme per anni e abbiamo imparato a conoscere ogni sfumatura dei nostri caratteri.
Caterina, sino a pochi anni fa, aveva condotto un'esistenza frenetica e senza meta: era un'ottima lavoratrice e un'instancabile sportiva.
In ufficio era la più ordinata e sbrigativa: difficilmente sbagliava e nessun superiore si era lamentata di lei.
Ella era un poco schiva e isolata: non dava facilmente confidenza e si diventava sua amica solo dopo un lungo periodo di conoscenza.
Vestita semplicemente e sportivamente, quasi non volesse farsi notare: non era bella, ma sempre in forma.
I pettegolezzi nei suoi confronti erano rari, perché io ero muta come un pesce ed ella nulla lasciava trapelare della sua vita privata.
Qualche peccatuccio lo aveva commesso pure lei: era troppo moderna e indipendente per non avere una sua esistenza intima.
Inoltre non era più una ragazzina, ma una donna alla fine della prima giovinezza.
Aveva molti interessi in vari settori: psicologia, biologia e musica.
Forse erano troppi i suoi impegni o Caterina non sapeva interessarsi per molto tempo a una sola disciplina, perché si annoiava rapidamente con tutto: mutava opinione e si entusiasmava per nuovi progetti, senza ormai neppure sperare di condurli a qualche fine.
Lo sport era l'unica attività alla quale si dedicava con passione e con vigore.
Ne aveva praticato parecchio sino dalla prima adolescenza, ma non era mai stata una campionessa, pur eccellendo nella pallavolo, il suo passatempo preferito.
Le più pettegole in ufficio insinuavano: -Non ha trovato marito, non ha fidanzato e si sfoga nello sport!-
Ella era indifferente alle loro insinuazioni.
In apparenza era stata sfortunata, perché troppo ingenua: falsi amici avevano approfittato della sua franchezza.
Mi confidava spesso: - Solamente le competizioni sportive non mi hanno delusa!-
Assistetti a qualche sua partita di pallavolo: ella era bassa di statura e dal fisico minuto, ma questi limiti li superava con una grande volontà.
Giocava con foga ed era quasi commovente la sua passione: saltava con impeto sotto rete o si gettava per le palle ormai perdute, rischiando serie contusioni.
Incitava la squadra nei momenti di sconforto e non si dava mai per vinta: spronava le compagne in situazioni compromesse, trascinandole alla vittoria.
Era emotiva, ma in ufficio non si tradiva mai: rimaneva chiusa nel suo contegno, in una apparente indifferenza.
Era precisa in un senso maniacale dell'ordine: niente era stato smarrito da lei, ma qualsiasi documento ella lo ritrovava, in pochi minuti, anche se vecchio di anni.
Fu una sorpresa per tutti vederla una mattina in ufficio, con un abito elegante alla moda, per niente sportivo.
Le colleghe curiose le corsero incontro per chiederle dove l'avesse acquistato e quanto costasse.
La domanda più indiscreta fu: -Come mai ti sei vestita così? C'è una novità, o hai qualche speranza?-
Quelle malelingue sapevano solo pungere Caterina, che ne soffriva.
Intervenni, perché la vidi impacciata: -L'avete sempre criticata e oggi, che si è decisa a sfoggiare vestiti costosi come voi, la canzonate?-
-Ma no! Perché ci consideri così male? Volevamo solo complimentarci con lei per il suo buon gusto!-
Caterina era smarrita: aveva gli occhi malinconici e sognanti.
Era in balia delle importune colleghe e io le allontanai sgarbatamente.
Quando fummo finalmente sole le chiesi: -Che cosa ti sta succedendo? Dove è finita la Caterina tutta carattere e decisione?-
Ella rimase in silenzio, con lo sguardo basso e sorridente, presa dai suoi pensieri.
Io le domandai se c'era qualche delicato problema, ma Caterina, col volto irradiato da una improvvisa gioia, scosse il capo: -Non sono mai stata felice come oggi! Ogni cosa va a meraviglia!-
La interruppi: -Sei innamorata?-
-Non lo so neppure io. Ho conosciuto un ragazzo, Sandro, che mi ha fatto aprire gli occhi!-
Era incredibile: la razionale, accorta ed esperta Caterina si era presa una cotta da quindicenne.
In ufficio da allora ne combinò di tutti i colori: sbagliò dati importanti, smarrì documenti, spesso arrivò in ritardo e accumulò assenze.
Ci fu chi ritenne che ella fosse esaurita: era inimmaginabile per loro un'altra causa, un po' più simpatica, per un simile cambiamento.
Ogni giorno Sandro l'attendeva all'uscita: era molto gentile con lei, ma evitava i colleghi.
Essi si chiesero chi fosse quello sconosciuto e supposero strani rapporti un po' loschi della coppia.
Caterina riprese lo studio delle Scienze Naturali, che aveva abbandonato da anni.
I fine settimana li trascorreva con lui, alla riserva naturalistica, proteggendo le specie in via di estinzione.
Era diventata allegra e serena.
Si confidava con me, raccontandomi con fervore i suoi progetti: -Presto avrò la laurea e farò il concorso per entrare come addetta naturalistica nella riserva, dove c'è Sandro! E' un'attività stupenda ed egli è l'uomo migliore che abbia mai conosciuto!-
Era proprio innamorata come una ragazzina: io ero contenta per lei, ma temevo una sua delusione.
Invece la loro relazione proseguì felicemente: ella era diventata allegra e anche il suo abbigliamento era vivace.
Non indossava più i suoi vecchi abiti grigi, ampi e goffi.
Non era più stimata dal Capoufficio, perché non era più ligia ai suoi compiti.
I colleghi e in particolare, le colleghe erano gelose della sua giovanile felicità: la calunniavano e tentavano di soffocare con ogni tipo di maldicenza le sue speranze.
Il suo fidanzato le era vicino nei momenti difficili, con cordialità e con affetto.
Il lavoro nella natura, tra boschi, prati e animali selvatici, è oramai la sua vita: Caterina trascorre quasi tutto il tempo libero col futuro marito, tra poche difficoltà e molte soddisfazioni.
Io vado da lei qualche volta, ritrovandola sempre appagata.
La invidio un po', anche se non ha nulla di ciò che una dona oggi può desiderare: vestiti, gioielli, comodità.
RACCONTO TRATTO DAL LIBRO "Gli statali. Gioie e dolori per il posto fisso”
Scritto da Arduino Rossi
Morpheo editore – Narrativa
presente in IBS e altre librerie online
http://www.morpheoedizioni.it/Gli_Statali.htm