12 apr 2010

12/4 Le trattative con l'Iran sono ancora possibili (Arduino Rossi)


Trattare con l'attuale presidente iraniano è improbo: i tempi migliori per il dialogo sono passati.
Il malcontento popolare è tenuto sotto il pugno di ferro, il sentimento religioso e l'odio contro gli stranieri infedeli fa il resto: il regime ha dovuto fare dei brogli elettorali per mantenere il potere, ma questo traballa.
I duri del regime iraniano preferirebbero finire sotto le bombe atomiche statunitensi che veder cambiato il loro sistema sociale, economico, religioso: sarebbe la fine di tutto ciò in cui credono e il trionfo “dell'immoralità”, l'avanzare della corruzione portata dagli infedeli.
Alcool e usi non più islamici per loro sono alle porte, potrebbero invadere il Paese con costumi occidentali, con abitudini empie.
Con un avversario simile gli embarghi possono solo “provocare solletico”, le minacce far accrescere la voglia di combattere: temo che l'Iran continuerà ad arricchire l'uranio, per costruire la bomba atomica islamica sciita.
La diplomazia del dialogo ora darebbe l'idea di un Occidente pusillanime, mentre la linea dura porta allo scontro dalle conseguenze terrificanti.
L'unica via era quella dell'aiuto alle opposizioni ragionevoli, sconfitte con brogli alle ultime elezioni.
Forse è già tardi per riportare tutto in dietro, quando le occasioni per la pace sono sfuggite, ma non bisogna rinunciare: l'ultima possibilità sta nel trattare con gli Ayatollah, che sanno cosa sia un intervento militare statunitense, pesante.
Costoro possono immaginarsi quanto faccia male.