La paura cresce e la politica di chiusura, a parole, avanza, mentre di fatto interessi economici ne favoriscono l'inserimento per sfruttarli dal punto di vista lavorativo: queste masse di disperati servono e vengono pagate pochissimo per lavori di bassissima specializzazione o di nessuna professionalità.
Poi costoro diventano un problema, non pagano gli affitti, non pagano le tasse, i servizi, scivolano nella microcriminalità, diventano spacciatori in alcuni casi.
La guerra dei poveri diventa dura e terribile: i più poveri della società si vedono togliere lavori che erano per loro una fonte di sopravvivenza.
L'extracomunitario accetta sempre per un euro in meno la mansione faticosa, insalubre: accettano senza, quasi mai, protestare certe situazioni insalubri e pericolose, sono abituati così, sono disperati e non hanno alternative.