Poi ogni tanto queste nuove masse insorgono contro la gente comune: come in Calabria se la sono presa, come calabroni impazziti, contro tutti gli italiani che capitavano a loro a tiro.
Era una rivolta anti-italiana, contro i calabresi in generale, ma non contro i caporali e le varie organizzazioni criminali, troppo potenti per essere attaccati, quelli sparano.
Dopo aver distrutto auto e abitazioni la reazione della gente si è fatta sentire e fu violenta: i politici si sono divisi in due gruppi, quelli amici dei calabresi e quelli che difendevano gli insorti extracomunitari.
I sostenitori dei rivoltosi si sono armati di tutti i luoghi comuni e le banalità che da più di un decennio ascoltiamo: svolgono i lavori che gli italiani non vogliono più fare, sono utili all'economia, sono sfruttai dagli italiani e a un certo punto si ribellano.
Affermazioni ovviamente assurde, ridicole e imprecise se non false: svolgono i lavori che gli italiani non vogliono fare in quelle condizioni malsane e pericolose, per di più per 4 soldi, anche dieci euro al giorno per una durissima giornata di lavoro.