Un
nuovo studio della McGill University pubblicato su Pnas propone una
forma di elettromagnetismo per intervenire sulle regioni del cervello
dove scaturiscono i meccanismi chimici che portano ad aver voglia di
fumare.
I
dubbi che sorgono sono ovi: contro la dipendenza fisica si può agire
in modo diverso, riducendo la dose di nicotina, come si fa con tanti
altri vizi, come l’alcool, le droghe, ma il problema è
psicologico, quindi la voglia di fumare segue altre strade, come
l’abitudine al gesto, il modello da imitare, il desiderio di
ribellione alle proibizioni ed altro ancora.
Quindi
è qualcosa di più di un meccanismo chimico, da sconfiggere con un
elettrodo.