La prigione è sempre un luogo di sofferenza, ma spesso non basta, infatti in troppi, pur di non lavorare, preferiscono il sole a scacchi, dentro una cella, che per brutta che sia, per loro, è sempre preferibile alla vita dura, di tutti i giorni, dentro una fabbrica, un’officina, un ufficio.
Così costoro, i recidivi, devono apprendere l’arte del reinserimento, con situazioni più faticose per loro, oso dire, con del lavoro….obbligatorio per esempio, in modo che si applichi anche in Italia il principio cristiano che chi non lavora non mangi neppure, come scrisse San Paolo.