Se uno è povero bisogna dargli gli strumenti per migliorare, per poter crescere.
I principali mezzi sono culturali, ovvero conoscenze tecniche e anche linguistiche per poter crescere, per trovare un posto di lavoro decente, per creare il suo nuovo lavoro meglio retribuito di quello precendente, da fame nel vero senso della parola sino ad oggi.
Invece cosa si fa?
Per la prima volta nella storia d'Italia il lavoro manuale, di bassa specializzazione, era ben retribuito, rispetto al passato, negli anni Settanta del secolo scorso, ovvero era un'occasione per investire in nuove tecnologie che nei primi tempi necessitano di alti costi e salari buoni, alti, tra i lavoratori, che le favoriscono.
Invece in quegli anni si è preferito favorire politiche che abbassassero il costo del lavoro e non investire in nuovi modi di produrre, perché era più semplice e meno....... eversivo socialmente.
La classe sociale al potere teme più di ogni altra cosa i cambiamenti, in Italia, ma anche nel resto d'Europa.
Quindi si preferisce importare manovalanza dal resto del mondo, per ridurre i costi e non mettere in moto movimenti sociali pericolosi per loro.
Infatti il potere da noi è nelle mani di burocrati, faccendieri e sindacalisti parolai.
Così le periferie sono diventate baraccopoli del Terzo Mondo, ma è importante che questo ceto dominante, sempre più simile a vecchi nobili decadenti e tarati, resti al suo posto.
L'immigrazione è sempre più un'arma eversiva, contro i lavoratori italiani, europei, contro gli integrati di origina straniera.
La classe dominante utilizza questa folla di disperati, lontano secoli dalla nostra realtà, per deviare i problemi, per mantenere i propri domini, che verrebbero spazzati via dalla logica liberista, da loro stessi sviluppata e favorita in passato.