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21 mar 2019

Lezioni di civiltà? Ma andata a ….. - Arduino Rossi


Quante lezioni di civiltà ci fanno certi minchioni, in diretta televisiva, ma io ho da sempre una grande allergia verso le prediche dai pulpiti, da tutti i pulpiti: trovo i comizi, i discorsi ridondanti, retorici, sempre adatti ai poveri idioti, che si bevono tutto e si sentono felici …. per le belle parole udite.
Credo che lo scopo del pensiero espresso ad alta voce sia per spiegare, chiarire e proporre, non per imporre valori … supremi, che nascondono affari loschi e intrallazzi sozzi.
Il ceto mediocre italiota però ha bisogno di chi li guida, non avendo idee analitiche chiare, ma vive di parole apprese e ripetute quasi mnemonicamente.
La lezione di civiltà è sempre una grande minchiata, perché si parla di popoli….civili, contro quelli incivili, di….superiorità e di valori supremi, per perfetti ….scemi.
Non credo nelle parole scritte in cielo, o sulla pietra, che rimangono per sempre, o almeno quelle imposte da esseri umani, sapendo che dietro la retorica c'è sempre il capo cosca, il corrotto, il malato di mente, il faccendiere, il piccolo tiranno, il  truffatore di regime.
I pennivendoli, poverini, continuano a parlare di civiltà e di valori civili, atti civili, a cui rispondo con … gesti incivili, indegni e volgari, sì, con qualche gestaccio.
Cari minchioni, so bene che se non scrivete questo dovreste andare a pulire i cessi, al posto dei migranti, ma basta con la scemenza e la banalità, non siamo tutti ….giornalisti e fessi con il quotidiano sotto le ascelle puzzolenti.

16 set 2010

PRESENTATE NUOVE PUBBLICAZIONI SUI FIUMI ALPINI E SULLE ATTIVITA' FORMATIVE



PRESENTATE NUOVE PUBBLICAZIONI SUI FIUMI ALPINI E SULLE ATTIVITA' FORMATIVE

Sono più di trecento le proposte di educazione ambientale adatte alle scuole di ogni ordine e grado 


L'assessore provinciale all'istruzione Marta Dalmaso e l'assessore all'ambiente Alberto Pacher, che erano accompagnati da Fabio Berlanda, responsabile dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, e da Chiara Defrancesco, responsabile del settore informazione e monitoraggi dell'APPA, hanno presentato stamani ai dirigenti scolastici due nuove pubblicazioni di educazione ambientale destinate alle scuole trentine. 

Il primo volume di cui s'è parlato reca il titolo "Fiumi alpini e nuova Cultura dell'Acqua" ed è stato realizzato in collaborazione col "Centro internazionale civiltà dell'acqua", in rappresentanza del quale ha parlato oggi il suo presidente Eriberto Eulisse. Il volumetto, che sarà presto distribuito a tutti gli studenti degli ultimi anni delle scuole secondarie, contiene in sintesi tutto ciò che le istituzioni dell'Arco alpino, ma anche l'Europa attraverso la direttiva Quadro Acque stanno facendo in tema di protezione dell'acqua. 

La seconda pubblicazione di cui s'è parlato è intitolata "Guida delle attività di educazione ambientale". Curato dall'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, il libro da un lato propone alle scuole oltre un centinaio di attività della Rete trentina di educazione ambientale, dall'altro, come delle vere e proprie pagine Gialle, elenca altre duecento attività formative di soggetti che si occupano di educazione ambientale e che possono interessare la formazione scolastica.





"L'educazione ambientale rientra a pieno diritto in quella che noi abbiamo chiamato educazione alla cittadinanza" ha tra l'altro detto l'assessore Dalmaso nel suo intervento di presentazione alla nuova Guida delle proposte di educazione ambientale. "A questo proposito dobbiamo dire che l'intero mondo della scuola apprezza in modo significativo e unanime l'apporto che viene dall'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente in tema di proposte di educazione ambientale, di progetti, di esperti. L'investimento sui temi ambientali è, per la scuola ma anche per l'intera comunità, molto importante, è fondamentale perché quanto i ragazzi apprendono a scuola poi viene trasferito anche nelle famiglie, contribuendo a creare quella nuova cultura della sostenibilità. Quelli che presentiamo oggi sono strumenti molto attesi dagli insegnanti, perché la possibilità che viene offerta di scegliere tra moltissime proposte contribuisce a responsabilizzare i docenti e consente ai ragazzi di compiere esperienze importanti e diversificate, che aiutano il diffondersi di una cultura nuova, moderna e innovativa".

L'assessore Pacher, da parte sua ha parlato di "occasione intrigante, grazie alla quale possiamo oggi presentare al mondo della scuola due pubblicazioni caratterizzate dall'essere fenomenali strumenti di educazione. Da un lato abbiamo il ripetersi di una consuetudine, di una felice consuetudine, e cioè la presentazione della Guida approntata dall'APPA per offrire alla scuola trentina un panorama di più di trecento offerte formative di educazione ambientale. Quelle che i giovani allievi vivono a scuola, soprattutto in campo ambientale, sono esperienze che segnano una vita intera, ecco perché è importante ogni anno sfogliare queste pagine gialle, per trovarvi quel che può servire ad arricchire in modo significativo la normale attività scolastica. Ma oggi presentiamo anche una preziosa pubblicazione sull'Acqua, approntata dal Centro internazionale Civiltà dell'Acqua, con cui la collaborazione è assai preziosa". 

Quello della tutela di questo bene prezioso, ha ancora detto l'assessore Pacher, "è un tema così importante, che il prossimo referendum popolare sarà sicuramente uno dei pochi che potrà contare su una maggioranza di elettori garantita. Questo volume, che ha come obiettivo la creazione di una diffusa cultura dell'acqua, verrà distribuito gratuitamente a tutti gli studenti trentini degli ultimi anni delle superiori." Comunque, ha concluso Pacher, "la crescente attenzione della nostra comunità nel suo complesso nei confronti delle tematiche della sostenibilità la si deve all'attività incrociata e collaborativa in cui sono impegnati da un lato i tecnici e gli esperti dell'APPA e, dall'altro, i docenti che lavorano a stretto contatto coi ragazzi. È grazie ad entrambe queste categorie di formatori e di operatori che il Trentino può proporsi come laboratorio di buone pratiche e fucina di sempre nuovi progetti didattici". (m.n.)



"FIUMI ALPINI E NUOVA CULTURA DELL'ACQUA"

Una rivoluzione in Europa: la Direttiva Quadro Acque.

Capire cos'è un fiume, conoscere le diverse Civiltà legate all'acqua e porle a confronto con l'attuale società dei consumi, sapere perché oggi è di cruciale importanza la tutela dei corsi d'acqua e degli ecosistemi ad essi connessi: un approccio attento e sensibile che approfondisce l'importanza del valore intrinseco dell'acqua in base a quanto afferma la Direttiva Europea Acque. In una società dominata dagli interessi economici risulta davvero cruciale l'elaborazione di un'innovata sensibilità nei confronti dell'acqua, risorsa tanto vulnerabile quanto preziosa. Realizzata dal Centro Civiltà dell'Acqua grazie al supporto della Provincia Autonoma di Trento e dell'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, la pubblicazione Fiumi Alpini e Nuova Cultura dell'Acqua si pone come importante strumento di educazione alla tutela dei fiumi e dell'ambiente alpino, patrimonio di inestimabile valore per le attuali e future generazioni. Rivolta agli studenti dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado e dei Centri di formazione professionale, la pubblicazione affronta tematiche quali l'importanza del bacino idrografico come unità di riferimento per la tutela dei corsi d'acqua e dei loro ecosistemi, ed approfondisce inoltre il concetto di funzione di auto depurazione dei fiumi, e di corpo idrico pesantemente modificato. Un importante passo in avanti verso una nuova Cultura dell'acqua, che coinvolge necessariamente il fondamentale ruolo della scuola, degli insegnanti, e di quanti, attenti ai delicati equilibri del mondo in cui viviamo, hanno a cuore che un bene prezioso come l'acqua possa essere tutelata, salvaguardata e rispettata. 

È possibile scaricare il volume completo all'indirizzo:






"Guida alle attività della Rete trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile per le scuole del Trentino " e "Pagine Gialle delle attività di educazione ambientale per le scuole del Trentino" anno scolastico 2010-2011

L'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente ha pubblicato la "Nuova Guida alle proposte di educazione ambientale per le scuole del Trentino anno scolastico 2010-2011". La nuova edizione è un doppio catalogo: da una parte la "Guida alle attività della Rete trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile", con più di 100 proposte, e dall'altra le "Pagine gialle delle attività di educazione ambientale", che raccolgono più di 200 attività formative offerte da soggetti che a diverso titolo si occupano di educazione ambientale. L'obiettivo è quello di creare un sistema coordinato e interdisciplinare di servizi per l'educazione allo sviluppo sostenibile in Trentino, che sia anche uno strumento di supporto alle attività delle scuole.

Quest'anno sarà possibile iscriversi alle attività della guida anche direttamente on-line all'indirizzo: 

22 lug 2013

Carceri e amnistia ... Laura Boldrini e il suo grado di civiltà

Laura Boldrini si fa un viaggio in carcere a Regina Cieli di Roma, parla di diritto e di legalità, di grado di civiltà per le condizioni nelle prigioni, scordandosi che non la dignità si misura e la civiltà nelle patrie galere, ma la ricchezza di un paese: l'Italia è povera, i crimini aumentano, l'emarginazione pure e il finale è sempre quello, disastroso.
Le carceri sono zeppe di carcerati, che non riescono neppure avere una sentenza definitiva...
Peggio di così non si può stare. 

25 giu 2017

#Google #News, i dubbi diventano #certezza - ARDUINO ROSSI

Le news di Google sono regolarizzate da un sistema imparziale?
Lasciamo perdere, le notizie che sbucano sono di un'ideologia precisa che io definisco un brutto ibrido tra il TG1 Rai e le ideologie californiane, un ibrido tra i valori dei quaccheri e i discorsi di Gentiloni, quelli letti o imparati a memoria, ufficiali e ridondanti di parole vuote.
Quanti atti di civiltà ci dobbiamo subire, poi io dico che perché chiamare civile ciò che nasconde solo ipocrisia vile e meschina.
Questo fa parte della logica demenziale e trionfante di oggi.
Pagherete caro e pagherete tutto, perché i cretini pagano sempre, gli asini, con o senza atti di civiltà, non volano, ma precipitano.
Questo vale sia per Google, che perderà il suo assoluto controllo della rete, che i minchioni che si bevono, con la bocca aperta per far entrare le mosche, tutti gli atti di civiltà che i telegiornali Rai, la stampa prezzolata e le bufale delle News di Google.

20 ago 2017

#Ius #soli, diamo la #cittadinanza #italiana ai #terroristi

Gentiloni vuole un atto di civiltà, così  definisce la terrificante ius soli, ovvero una legge che trasforma dei lavoratori stagionali in cittadini, tutta gente che toglieva e tolgono il lavoro ai più  poveri italiani, i braccianti del Sud o i manovali edili del Nord, per darlo ai nuovi attivati, un atto di civiltà.
La retorica di questa casta di parassiti che ci derubano e mantengono il potere sulla nostra pelle è  tanto patetica quanto criminale: ora il nostro futuro è  messo in dubbio, la nostra civiltà  verrà  distrutta, i capolavori dei nostri avi saranno abbattuti, perché  opere degli infedeli.
Non avremo più  spazio in casa nostra perché  loro sono a miliardi e ci devasteranno la nostra terra.
Loro hanno una sola arma per vincerci, oltre al numero incredibile di figli, miseri, senza possibilità  di saper leggere e scrivere in Italiano, sono peggio dei nostri pennivendoli.
Loro hanno il terrorismo come arma...vincente e noi abbiamo l'espulsione di massa per difenderci, ma se li rendiamo cittadini voteranno per la casta che li premia.
Così  costoro, per salvare i loro vitalizzi, ci vendono ai ... turchi.

29 apr 2012

costituzione - articolo 18 - lo Statuto dei Lavoratori rappresenta un atto di civiltà




L'articolo 18 

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori rappresenta un punto forte e chiaro della nostra legislazione, usando una frase abusata in modo cretino da anni, si può dire, in modo intelligente, che fu un atto di civiltà, di vera civiltà.
La fine del diritto del lavoratore di poter restare al suo posto, se ha sempre fatto il suo dovere, rappresentò la fine dello schiavismo, che Mario Monti vuole riproporre: i lavoratori dipendenti rischiano così di tornare ad un passato triste, quando loro erano solo dei servi senza diritti, ricattabili.
I diritti dei lavoratori permisero, anzi costrinsero, i padroni ad ammodernare le loro linee di produzione, oppure andarsene all'estero, ma poi preferirono assumere extracomunitari, disposti a tutto, a qualsiasi paga e a qualsiasi condizione lavorativa.
Con la fine dell'articolo 18 l'Italia scivolerà nella realtà lavorativa del Terzo Mondo....
Qualcuno deve avvisare Monti e amichetti. 

video articolo 18 - lo Statuto dei Lavoratori rappresenta un atto di civiltà




L'articolo 18 

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori rappresenta un punto forte e chiaro della nostra legislazione, usando una frase abusata in modo cretino da anni, si può dire, in modo intelligente, che fu un atto di civiltà, di vera civiltà.
La fine del diritto del lavoratore di poter restare al suo posto, se ha sempre fatto il suo dovere, rappresentò la fine dello schiavismo, che Mario Monti vuole riproporre: i lavoratori dipendenti rischiano così di tornare ad un passato triste, quando loro erano solo dei servi senza diritti, ricattabili.
I diritti dei lavoratori permisero, anzi costrinsero, i padroni ad ammodernare le loro linee di produzione, oppure andarsene all'estero, ma poi preferirono assumere extracomunitari, disposti a tutto, a qualsiasi paga e a qualsiasi condizione lavorativa.
Con la fine dell'articolo 18 l'Italia scivolerà nella realtà lavorativa del Terzo Mondo....
Qualcuno deve avvisare Monti e amichetti. 

30 set 2010

Libri - OTTOBRE PIOVONI LIBRI: PRESENTAZIONE DELLA MONTAGNA SACRA A CURA DI JULIEN RIES

Nell’ambito della campagna nazionale Ottobre, piovono libri, promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività culturali, l’Assessorato istruzione e cultura, in collaborazione con l’Associazione Forte di Bard, organizza, per mercoledì 6 ottobre, alle 18, alla biblioteca regionale di Aosta, la presentazione del volume Montagna sacra, edito dall’Associazione stessa con Jaca Book.



«La presentazione di quest’opera – rileva l’Assessore all’Istruzione e Cultura Laurent Viérin – s’inserisce nel quadro delle iniziative volute dall’Assessorato, che hanno come comune filo conduttore il tema “Lingue”, scelto come caratterizzante la cultura plurilingue della Valle d’Aosta. La montagna, presente nella mitologia di tutti i popoli come mezzo privilegiato di comunicazione con la divinità, è elemento di un linguaggio, quello dei simboli, che trascende il tempo e lo spazio, e ha quindi un valore universale. Nel contempo, si tratta di una realtà concreta, ben presente nella quotidianità dei Valdostani, una realtà che ha influenzato in maniera determinante la storia e la cultura della Vallée».



È difficile trovare una civiltà che non veneri una o più montagne sacre o che non ne abbia edificate a simulacri. Certamente tra i simboli cosmogonici, quelli cioè che mettono un popolo in relazione con le sue origini, il più diffuso nelle diverse culture è la montagna. Anzitutto si tratta di montagne in quanto tali, come le cinque montagne della Cina taoista, le quattro del territorio Navajo nel Sud Est degli Stati Uniti.

Le montagne possono essere sedi della divinità o di esseri soprannaturali o ancora diventare l’Axis mundi che unisce il cielo alla terra, la natura alla soprannatura, il luogo di pellegrinaggio e di costruzione di eremi, ma montagne sono anche le costruzioni dell’uomo, basta pensare alle piramidi che varie civiltà hanno costruito. Nelle Americhe le piramidi hanno alla base una grotta o una fonte, l’asse del monte unisce cielo, terra e mondo dei morti. La montagna è, infine, un simbolo che possiamo ritrovare in pitture, come in oggetti di vario uso quotidiano o rituale che la rappresentano. I Monti Sacri possono essere geograficamente identificabili come il Kailasa in Tibet o immaginari come il Meru per gli Indiani. Il volume riporta immagini delle grandi e piccole montagne sacre dell’umanità, così come le montagne sacre costruite e le montagne sacre nell’arte. Dopo un’introduzione dell’antropologo delle religioni, Julien Ries, studiosi di diversi paesi presentano, per culture differenti, il senso e il posto che in esse hanno le montagne sacre. Un simbolo può essere universale, ma sfugge se non lo si coglie nel vissuto, nell’esperienza di una singola cultura che lo vive con proprie tradizioni, credenze e ritualità. Questo è il paradosso del simbolo, la sua universalità e la sua “attingibilità” sono dentro il vissuto culturale di un popolo o di una civiltà, e così è per la montagna.

29 apr 2012

articolo 18 - lo Statuto dei Lavoratori rappresenta un atto di civiltà




L'articolo 18 

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori rappresenta un punto forte e chiaro della nostra legislazione, usando una frase abusata in modo cretino da anni, si può dire, in modo intelligente, che fu un atto di civiltà, di vera civiltà.
La fine del diritto del lavoratore di poter restare al suo posto, se ha sempre fatto il suo dovere, rappresentò la fine dello schiavismo, che Mario Monti vuole riproporre: i lavoratori dipendenti rischiano così di tornare ad un passato triste, quando loro erano solo dei servi senza diritti, ricattabili.
I diritti dei lavoratori permisero, anzi costrinsero, i padroni ad ammodernare le loro linee di produzione, oppure andarsene all'estero, ma poi preferirono assumere extracomunitari, disposti a tutto, a qualsiasi paga e a qualsiasi condizione lavorativa.
Con la fine dell'articolo 18 l'Italia scivolerà nella realtà lavorativa del Terzo Mondo....
Qualcuno deve avvisare Monti e amichetti. 

statuto dei lavoratori - articolo 18 - lo Statuto dei Lavoratori rappresenta un atto di civiltà




L'articolo 18 

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori rappresenta un punto forte e chiaro della nostra legislazione, usando una frase abusata in modo cretino da anni, si può dire, in modo intelligente, che fu un atto di civiltà, di vera civiltà.
La fine del diritto del lavoratore di poter restare al suo posto, se ha sempre fatto il suo dovere, rappresentò la fine dello schiavismo, che Mario Monti vuole riproporre: i lavoratori dipendenti rischiano così di tornare ad un passato triste, quando loro erano solo dei servi senza diritti, ricattabili.
I diritti dei lavoratori permisero, anzi costrinsero, i padroni ad ammodernare le loro linee di produzione, oppure andarsene all'estero, ma poi preferirono assumere extracomunitari, disposti a tutto, a qualsiasi paga e a qualsiasi condizione lavorativa.
Con la fine dell'articolo 18 l'Italia scivolerà nella realtà lavorativa del Terzo Mondo....
Qualcuno deve avvisare Monti e amichetti. 

20 set 2017

No alla Ius soli, è un atto di civiltà e di intelligenza - ARDUINO ROSSI

Dire no a questa pessima e ingiusta legge è veramente un atto di civiltà, ovvero in difesa della nostra civiltà: è una faccenda di cultura e non di razzismo, ovvero impedire che l’Italia diventi un caravan serraglio e venga distrutto tutto ciò che i nostri avi ci hanno lasciato, dalle opere d’arte, alla nostra cultura.
La lotta è fondamentale perché è in corso un cambiamento nella logica di potere: la casta al potere teme questo cambiamento e vuole imporci una loro .... ormai disperata rimanenza al potere, comprando i voti dei nuovi…cittadini, che nulla sanno della nostra realtà, se non per un’istruzione scolastica pubblica di bassissimo livello, superficiale e memonica.

5 ott 2012

Carceri amnistia e indulto e le politiche radicali .. radicalizzate

Il partito radicale va alla guerra, in difesa dei carcerati, anzi dei condannati, dei pregiudicati, per una battaglia di civiltà: i bravi radical incalliti continuano a parlare di indulto e amnistia e si sono messi assieme ai papisti, ai frignoni e altri personaggi simili.
Che peccato che questa battaglia di civiltà la fanno sulla pelle dei più poveri, dei disperati derubati, delle vittime di ogni genere, donne violentate, molestate, vecchietti derubati, truffati...
Sì, la loro è una ... strana civiltà, con tanta vetusta retorica.
Però gli italiani sanno bene che tali civilissimi personaggi ne hanno già fatte abbastanza.... di battaglie e li conoscono.

29 apr 2012

Monti - articolo 18 - lo Statuto dei Lavoratori rappresenta un atto di civiltà




L'articolo 18 

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori rappresenta un punto forte e chiaro della nostra legislazione, usando una frase abusata in modo cretino da anni, si può dire, in modo intelligente, che fu un atto di civiltà, di vera civiltà.
La fine del diritto del lavoratore di poter restare al suo posto, se ha sempre fatto il suo dovere, rappresentò la fine dello schiavismo, che Mario Monti vuole riproporre: i lavoratori dipendenti rischiano così di tornare ad un passato triste, quando loro erano solo dei servi senza diritti, ricattabili.
I diritti dei lavoratori permisero, anzi costrinsero, i padroni ad ammodernare le loro linee di produzione, oppure andarsene all'estero, ma poi preferirono assumere extracomunitari, disposti a tutto, a qualsiasi paga e a qualsiasi condizione lavorativa.
Con la fine dell'articolo 18 l'Italia scivolerà nella realtà lavorativa del Terzo Mondo....
Qualcuno deve avvisare Monti e amichetti. 

15 lug 2015

Liberalizzazione cannabis, sono 218 le firme raccolte tra i parlamentari

E’ una misura di civiltà?
Visto che le fregature storiche sono sempre molto …. civili, ovvero atti di civiltà, azioni civili, pensiero civile, comportamenti … civili ed altre fregnacce simili, ecco a voi la porcherie delle porcherie, la liberalizzazione della cannabis, voluta da destra, sinistra e centro.
I  grillini, più patetici degli altri sono in prima fila: la fregatura è chiara, non si può dare lavoro, sicurezza e futuro quindi, ragazzi, … fatevi una canna e non badate se noi rubiamo a più non posso.
Alla faccia della civiltà, questa è la repubblica…. dei ratti di fogna.

17 giu 2017

#Politica #Italiana, un atto di #civiltà? #Mandiamo #Gentiloni a c....... - ARDUINO ROSSI

Si parla di civiltà, ovvero dobbiamo perdere i diritti umani, il diritto a vivere sulla nostra terra, da dare agli altri, agli...islamisti, far distruggere i nostri capolavori d'arte, la nostra storia, il futuro dei nostri figli e nipoti.

Questa porcheria storica, che segue altre schifezze immonde, la propagandano con la solita retorica da buonisti, qualcuno aggiunge anche buonismo per minchioni.
Parlano di civiltà e di bimbi, per intenerire i cuori ...buoni e i buoni sentimenti, che ci stanno costando già  troppo.
Diciamo che vogliono che caliamo i calzoni e ci poniamo a 90 gradi, con il culo verso il nemico.
Sì,  è  ora di mandare a casa questo sciagurato governo infame, che oltre ad averci rubato i soldi, per darli alle banche, per pagare i debiti dei loro amichetti, ora vogliono distruggere l'Italia. 

26 mar 2019

Battaglie di civiltà, la scemenza vuole tornare al potere - Arduino Rossi


I luoghi comuni si nutrono di banalità, come i modelli da seguire, a tutti i costi, che vengono da Nord delle Alpi, dove….si sa, la civiltà è….superiore.
E’ ver?
Lasciamo perdere tutto questo, ma un fatto è certo la scemenza vive di certezze dogmatiche, da non discutere mai, di sorrisetti ammiccanti, per fregare i cretini che si ritengono così nel gruppo dei più….intelligenti.
I furbastri invece puntano al potere e come le scimmie più si alzano e più mostrano l’orrendo sedere.

9 set 2011

Bin Laden - decimo anniversario 2011 - 2001 - 11 settembre


L’11 Settembre ha il suo decimo anniversario ed è un anniversario di … soddisfazione per la morte di Bin Laden e per il successo, parziale, nella lotta contro il terrorismo.
Al-Qaeda esiste ancora, ma non sembra così aggressiva come un tempo: dietro ai terroristi si sono scoperti i servizi, definiamoli così, deviati pachistani.
Certamente molti misteri stanno alla base di quello che fu un atto di terrorismo inspiegabile e il segnale forte di uno scontro di civiltà, nel quale non ho mai creduto, tra il mondo islamico e l’Occidente.
Che cosa è il terrorismo islamico?
Per dare una risposta a questa domanda prima bisogna chiedersi chi lo finanzia ancora oggi: dietro i gruppi di fanatici, pronti a morire per la fede di Maometto ci sono tanti, troppi interessi.
Qualcuno ha ipotizzato non tanto uno scontro di civiltà, ma solo di interessi economici per stabilire il “giusto” prezzo del petrolio.
Comunque non può entrare nella questione solo la faccenda del grezzo petrolifero, dobbiamo mettere nel quadro complessivo il sorgere della potenza economica cinese, il sorgere dell’India imprenditoriale e in genere, l’avanzare dell’Asia nel mondo economico.
E’ una realtà complicatissima e non si riesce a capire quale sia la causa, quale sia l’effetto.
Il terrorismo è stato generato dallo scontro tra economie?
E’ solo un rigurgito fondamentalista violento?
E’ il tentativo di conquista del mondo occidentale con la forza?
Partendo dal principio che l’addestramento dei terroristi costa, che per selezionarli servono istigatori, o meglio predicatori dell’odio, che hanno bisogno di strutture, scuole coraniche, per fare il lavaggio del cervello ai futuri “martiri”, non c’è dubbio che tutto questo ha un prezzo, probabilmente di milioni di euro, se non di miliardi di euro.
Poi i guerriglieri armati dell’Afghanistan, della Somalia o dello Yemen utilizzano armi leggere e talvolta pure pesanti: devono essere addestrati, forniti dì tutto l’armamentario e questo non può essere pagato da alcune attività criminali, che spesso i gruppi islamici integralisti disdegnano, per motivi religiosi.
Quindi chi finanzia questi esaltati ha degli scopi ben precisi, ovvero destabilizzare date zone, imporre un equilibrio del terrore, ma anche rendere difficile il commercio nel Mar Rosso, o tra la Siberia e l’Oceano Indiano, attraverso l'Afghanistan.
Oltre a motivi economici e commerciali il terrorismo si può rivelare un grande affare, con la corsa alla guerra, agli armamenti per la strana e misteriosa guerra al terrorismo: invece di intaccare le fonti economiche si preferisce colpire alcune zone del pianeta, che forse hanno solo marginalmente a che vedere con il terrorismo islamico.
Più che uno scontro tra islam e Occidente è giusto parlare di conflitto tra una visione del mondo settaria e chiusa, assolutista e la visione vincente attuale, con il relativismo morale, la tolleranza verso tutte le religioni, tranne quelle che ostacolano lo sviluppo economico: forse per questo motivo che un certo tipo di integralismo, non solo religioso, si chiude in un settarismo da esaltati e diventa violento, aggressivo verbalmente e poi passa talvolta all'azione.
Quindi è giusto differenziare le fasi di questo scontro: si passa da un livello culturale, tra una visione aperta e una visione chiusa, assolutista della vita, si arriva all'aggressione verbale, alla predicazione contro gli infedeli, poi si giunge all'azione violenta.
Il terrorismo entra però in questo scontro per scopi differenti, economici, di dominio mondiale e sfrutta questo che è un conflitto culturale e sociale e lo trasforma in un grande affare economico, in trame eversive e in giochi di potere loschi, celati, ma i cui scopi e i cui fini sono fin troppo evidenti.
Spesso i finanziatori del terrorismo islamico sono tra i più grandi nemici della religione mussulmana?
Può essere vero, anzi lo è probabilmente.

27 giu 2013

Wikipedia e la strana ricerca di soldi, la strana colletta di un’enciclopedia che potrebbe vivere nell’abbondanza grazie alla pubblicità, anche a poca pubblicità, senza far fatica. La diffusione delle idee, delle nozioni culturali e scientifiche sta alla base della civiltà, è la prima forma di lotta alla criminalità, alla microcriminalità in particolare. Infatti è giusto che la cultura si diffonda, ma un po’ di pubblicità, magari selezionata non uccide nessuno.


Wikipedia e la strana ricerca di soldi, la strana colletta di un’enciclopedia che potrebbe vivere nell'abbondanza grazie alla pubblicità, anche a poca pubblicità, senza far fatica.
La diffusione delle idee, delle nozioni culturali e scientifiche sta alla base della civiltà, è la prima forma di lotta alla criminalità, alla microcriminalità in particolare.

Infatti è giusto che la cultura si diffonda, ma un po’ di pubblicità, magari selezionata non uccide nessuno.

25 gen 2011

Libertà, dittature e integralismo, terrorismo e violenza

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Grande amico del terrorismo è la mancanza di libertà nel mondo: i diritti individuali di poter scegliere la fede in cui credere, o non credere sono principi inesistenti in tanti luoghi del pianeta.

Solo una politica economica mondiale, che affianchi sviluppo economico, commerci e libertà di opinione, di espressione, di comunicazione e di scelta ci potranno liberare dal terrorismo.

Infine la vera lotta al terrorismo si combatte a monte ed esattamente togliendo acqua ai pesci, che in questo caso sono i soldi che arrivano a finanziare i terroristi: monitorando i flussi di denaro e sequestrandolo, impedendo che arrivi dove non dovrebbe giungere, potrà portare pace a questo povero mondo, altrimenti, con queste politiche estere, con le troppe tolleranze colpevoli dovremo condividere con il terrorismo stragista per decenni, che ci porterà a scontri di civiltà insensati.

Io conosco gli incontri tra le civiltà, mentre gli scontri non so proprio cosa siano.

3 mag 2010

02/5 La bomba atomica iraniana e la sfida di Ahmadinejad (Arduino Rossi)



La strategia del presidente iraniana sembra folle, ma è solo il tipico comportamento dei dittatori, che devono sempre inventarsi nemici e alzare la voce per sfidare chi è più forte di loro sperando in un scontro, ma piccolo, poco più di una scaramuccia, per far sapere al suo popolo che ha affrontato l'orso americano e l'ha fatto fuggire con qualche graffio sul sedere.
Invece l'orso americano quando si infuria lascia delle ferite profonde e il dittatore teocratico si troverebbe nei guai seriamente, ma questa è tutta un'altra storia, dell'orrore se avvenisse veramente.
Sono tanti che vogliono dare una “santa” lezione all'Iran: i primi sono i nemici delle teocrazie in Occidente, ma anche nel resto del mondo, compreso i nuovi politici negli ex-imperi del socialismo reale.
Ci sono coloro che credono nella diplomazia esportata con i cannoni, coloro che vogliono dare una batosta a quel regime nato negli anni Ottanta, che sconvolse il mondo: non ne comprese il significato perché era il ritorno della guerra tra Occidente laico e cristiano contro l'Islam.
Per noi tutto questo ricordava il Medioevo, ma per loro era tutta attualità.
Poi ci fu la teoria di Oriana Fallaci, con il suo scontro di civiltà, tesi discutibile: io preferisco parlare di incontro di civiltà con attriti e qualche scintilla.