“Il coraggio di uomini come Terranova, Mancuso e Saetta, assassinati con ferocia dalla mafia, deve essere un monito per continuare con tenacia la lotta al crimine organizzato e respingere l’aggressione alla collettività e alla sfera istituzionale, con cui essa vorrebbe sopraffare questa terra”. Lo ha detto il Presidente dell’Ars, Francesco Cascio, alla vigilia degli anniversari degli assassinii di Cesare Terranova e Lenin Mancuso, morti per mano mafiosa nel 1979, e di Antonino Saetta e suo figlio Stefano, assassinati lo stesso giorno nel 1988.
Cascio ha aggiunto: “Oggi abbiamo mezzi di contrasto alla criminalità più incisivi e molte misure legislative che, come il Pacchetto sicurezza e la legge sul Piano straordinario contro le mafie, permettono di colpire con maggiore efficacia i patrimoni dei mafiosi, come dimostra il susseguirsi di importanti operazioni delle forze dell’ordine, come quella, solo per citare la più recente, condotta oggi dalla Squadra Mobile della Questura di Messina, che ha confiscato beni mobili e immobili per 20 milioni di euro ai boss del clan Mangialupi, dediti fra l’altro al riciclaggio di proventi illeciti con l’appoggio della 'ndrangheta calabrese”.
“Non dobbiamo mai dimenticare - ha concluso Cascio - che i successi odierni raggiunti nella lotta alla mafia sono il frutto maturo dello sforzo di quanti, senza risparmiarsi, con competenza e lungimiranza, si sono interrogati su questo grave fenomeno per neutralizzarne le infinite trame, fino a sacrificare la loro stessa vita”.