Una famiglia, anzi una madre di famiglia aveva un appartamentino alla periferia di Bergamo da affittare: conobbe sul suo posto di lavoro una donna peruviana, che svolgeva il servizio di pulizia nell'ufficio.
Questa, appena saputo che ha questa casa, le chiede di affittarlo al fratello, o presunto tale.
La casa viene così affittata da questa madre di famiglia, che ha pure bisogno di quei pochi soldi per tirare avanti, ma dopo un po' di tempo il peruviano non paga più, dopo aver probabilmente del subaffitto, preferisce andare a puttane e ubriacarsi.
Inizia così il periodo di attesa per lo sfratto esecutivo e dopo un anno senza contratto, senza pagare, con lo sfratto esecutivo già in corso, con una data lontanissima per l'avvenuta espulsione del parassita, la donna si deve pagare spese condominiali e tasse.
Il diritto alla casa di questo peruviano era un diritto che cade su questa povera donna: è lei la sfruttatrice per i patronati, per la Cgil e per i preti e gruppi affini.
Il peruviano aveva i soldi per l'avvocato, il peruviano ha chi lo può ospitare, ma preferisce attendere il ritorno del mercato del lavoro per fare il caporale, con la benedizione dei sindacati, dei padroni e dei soliti preti.
Amen!