Questa mattina nella Sala Depero della Provincia autonoma di Trento Lech Walesa ha tenuto una Lectio magistralis, ultima tappa della sua permanenza in Trentino in cui ha potuto conoscere realtà caratteristiche e luoghi un tempo visitati da papa Wojtyla. Giovani, Europa, impegno politico, libertà. Molti e importanti i temi toccati dal premio Nobel per la pace 1983 ed ex premier polacco dal 1990 al 1995, che si è rivolto ad un'attenta platea composta anche da non pochi ragazze e ragazzi.
Dopo una breve presentazione dell'assessore all'Agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini, Lech Walesa ha iniziato la sua Lectio magistralis in una sala Depero affollata con una considerazione di metodo: "Oggi desidero lasciare a voi qualcosa di me - ha esordito - ma allo stesso tempo mi piacerebbe prendere qualcosa da voi, la vostra saggezza, i vostri punti di vista". In altre parole, il fondatore di Solidarnosc ha invitato il pubblico ad intervenire, ad esprimersi, a dialogare. E, infatti, le domande alla fine della Lectio non sono certo mancate. Alcuni quesiti però li ha posti lo stesso Lech Walesa all'inizio dell'incontro: "Ci sono tre domande - ha detto - che io mi pongo oggi e riguardano le basi sulle quali vogliamo costruire un'Europa unita. Mi chiedo, anzitutto, quale progetto economico vogliamo adottare. E' chiaro, il libero mercato rimarrà, ma forse non nella forma moderna, perché ci sono grossi problemi di ingiustizia sociale." Altra domanda che Lech Walesa pone a se stesso e al suo pubblico riguarda il futuro: quali sono le basi per costruirlo? Il premio Nobel per la pace racconta che quando, nelle sue conferenze, pone questo quesito la metà dei partecipati risponde di ritenere sufficienti libertà, libero mercato e giustizia. Ma non sembra essere questa la posizione di Walesa che prosegue: "Il 50% sostiene invece che è necessario basarsi su valori condivisi; ma i vari paesi hanno principi diversi, ecco allora che è compito dei giovani costruire una tavola dei valori comuni". Terza e ultima - certo non per importanza - questione è la democrazia. Su quali basi vogliamo costruire una democrazia globale? Come potremo competere con le decisioni prese da Paesi molto più grandi e popolosi dei nostri come Cina e India?
Ha lo sguardo rivolto verso il futuro Lech Walesa, ma non dimentica certo il suo passato e la sua storia personale divenuta vicenda collettiva. Racconta così, anche a beneficio dei molti giovani presenti, la storia di una Polonia stretta nella morsa di 200.000 soldati comunisti stanziati nei suoi confini. La vicenda di uno sparuto gruppo di uomini convinti contro ogni previsione di poter cambiare la situazione con la non violenza. E questo in un momento storico in cui tra i politici europei e tra le gente comune dilagava la paura che un vero mutamento sarebbe stato possibile solo attraverso una catastrofica guerra nucleare. Lech Walesa racconta dunque dell'elezione a Papa di un polacco che contribuirà all'avvio di una rivoluzione inaspettata e pacifica. Da questa bella storia il fondatore di Solidarnosc trae un insegnamento per tutti: " Vorrei farvi notare - dice - che la forza, il denaro, il potere sono importanti; ma ben più importanti sono i valori e lo spirito