28 set 2010

Il federalismo è la cura per tutto?

Oggi si cerca un lavoro dove non ci si deve sporcare le mani?
In parte è questo il motivo, ma soprattutto esistono infiniti limiti al lavoro dei potenziali imprenditori, non ultimo la rigidità burocratica, nonostante i tentavi di svincolarla dalle pastoie legislative.
Il federalismo è la cura per tutto?
Posso invece credere che non ci siano forme di stato migliori o peggiori, o quanto meno non credo che sia tutta colpa della struttura ancora centralista dello Stato italiano.

Penso invece che serva un modo differente di pensare: si devono vedere i lavoratori non solo per il loro costo, ma anche per la loro capacità produttiva.

Non servono tanti manovali mal pagati, ma tecnici e abili specialisti.

La ricerca non deve essere solo lasciata alle Università, ma deve essere una fonte di reddito per gli investitori: questa concezione della ricerca scientifica da noi non esiste eppure un’impresa che spende in ricerca si assicura l’avvenire e non teme i cinesi, né gli indiani.

Cosa si fa per tutto questo?

La ricerca non ha bisogno di soldi statali, ma di denaro privato, di privati che non si sentono dei criminali, dei potenziali evasori, con mille fastidi per aprire un laboratorio, con mille permessi per spostare un alambicco, o altro.

Quindi bisogna investire nella famiglia, nella ricerca, nell’ambiente: sono i tre cardini del nostro avvenire.

Se si vince su questi tre fronti, con un quarto che è la conservazione del nostro patrimonio artistico, si trionferà su tutte le crisi, quella presente e quelle future, altrimenti possiamo essere certi che la recessione arriverà pesante e il declino sarà inevitabile.

Tutto il resto sono chiacchiere, panzane da dire in campagna elettorale, o se preferite specchietti per le allodole: non facciamoci impallinare.