7 set 2010

L'espulsione degli europei dall'Europa

 

A Parigi si discute su cosa fare degli immigrati europei indesiderati, in particolare dei rom, ovvero gli zingari.

Roberto Maroni, Ministro dell'Interno ha parlato al Seminario sull'immigrazione a Parigi: "Dobbiamo poter prevedere provvedimenti di espulsione e rimpatrio anche per i comunitari che non rispettano le regole ......Vi sono regole che stabiliscono il diritto di risiedere stabilmente nell'Unione, che però è regolato da limiti con sanzioni inadeguate".

Così la proposta di limitare il trattato di Schengen, entrato in vigore nel 1995 ora sta prendendo consistenza.

Non sarà più possibile transitare liberamente in tutta Europa?

In pratica per certe etnie la libera Europa resterà un mito.

Il principio che tende ad escludere poveri ed emarginati dal movimento di popoli all'interno del continente europeo tradisce la natura dell'Unione Europea.

Ora c'è una costituzione, con un parlamento che ci impone direttive da rispettare se non si vogliono pagare delle "penali", come ditte che lavorano sotto un appalto: spesso le direttive fanno accapponare la pelle e ci si chiede.

Chi mandano gli europei a Bruxelles?

Non certamente il meglio dei politici del continente, non proprio individui eccezionali anche quando lavorano nei loro Paesi, o così pare dalle direttive che ogni tanto ci cadono sulla testa.

Ora, per colpa di scelte del passato un po' azzardate si vuole limitare la libertà di movimento, fatto certamente ingiusto in se stesso.

Con questo non voglio fare del buonismo facilone e demenziale, anzi sono certo che sia colpa del buonismo che siamo arrivati a tanto: se ci fossero state delle leggi coraggiose, una struttura giudiziaria capace di punire i delinquenti in modo chiaro e inequivocabile non saremmo arrivati a confondere i bambini rom con i vecchi ladri professionisti, i topi di appartamento, i ricettatori con i ragazzini costretti ad andare a rubare con minacce e botte.

I ladri, i papponi, i caporali che sfruttano la loro gente, i mascalzoni di ogni etnia meritano il carcere, anzi devono andare in carcere senza attenuanti, mentre gli sfruttati, i maltrattati devono essere rispettati, anche ospitati: quantomeno il lavoro e le energie da spendere per l'integrazione devono essere consumati per loro.

Ora si vuole limitare la libertà di transito a chi non può mantenersi, ma ci si scorda che la povertà non è una colpa, ma e una malattia da curare: sì, è una patologia spesso legata a modi di vivere antiquati, a una scarsa programmazione dell'esistenza, a una scarsa specializzazione lavorativa, a una bassa cultura.

Il lavoro per l'integrazione deve essere affiancato all'educazione dei principi democratici, alla libertà individuale, al rispetto e alla libertà delle donne: senza tutto questo si torna al passato.

In apparenza scacciare chi vive ai margini della società, che non hanno un lavoro, un qualsiasi reddito è giusto: non possiamo certamente ospitare tutti i miseri della terra, che sono almeno 3, o 4 miliardi di persone.

Certamente la politica che ha permesso a molti di costoro di entrare in Europa aveva dei fini non sempre positivi e onesti, benché qualcuno con grande ipocrisia vede nell'ospitalità, verso tutti questi disperati, un obbligo morale, un atto caritatevole: in realtà loro erano e sono qui per semplici motivi economici, di mercato del lavoro.

Da noi alcune forze economiche e imprenditoriali hanno preso al volo l'occasione di pagare di meno la manodopera, anche se scarsamente preparata, anche se sempre con difficoltà di comprensione linguistica.

I nuovi venuti accettano qualsiasi paga, a ribasso, qualsiasi condizione e quasi mai sono sindacalizzati: quando poi rischiano di chiedere i loro diritti perdono il posto di lavoro, spesso, subendo quella strana legge che nel mondo del lavoro esiste, ma nessuno l'ha scritta: se crei problemi da un datore di lavoro non troverai altro lavoro dagli altri imprenditori, se non quello più brutto e malsano.

Ora gli stranieri sul nostro suolo sono tanti, troppi e molti non si possono neppure rimandare a casa perché comunitari: così non rimane che trasformare questa bellissima Europa senza confini, il sogno di molti utopisti del passato, solo un privilegio per gente con un conto in banca, con le carte di credito e la possibilità di pagarsi una stanza in albergo.

Comunque non posso dare tutta la colpa, di tutto questo, solo a chi sta preparando questi limiti legali: il gioco è stato almeno a tre, i repressivi vengono dopo i permissivi utopisti incalliti.

Infine ci sono gli sfruttatori, che hanno visto in questa massa di "pezzenti" un'occasione di guadagno.

Oggi si proverà a respingerli, domani si ….....rinchiuderanno, per impedire a loro di tornare una seconda, una terza volta.

Cosa capiterà quando saranno troppi?

Non azzardo ipotesi: sono stato profeta di sventura troppe volte in passato.