Certamente la politica che ha permesso a molti di costoro di entrare in Europa aveva dei fini non sempre positivi e onesti, benché qualcuno con grande ipocrisia vede nell'ospitalità, verso tutti questi disperati, un obbligo morale, un atto caritatevole: in realtà loro erano e sono qui per semplici motivi economici, di mercato del lavoro.
Da noi alcune forze economiche e imprenditoriali hanno preso al volo l'occasione di pagare di meno la manodopera, anche se scarsamente preparata, anche se sempre con difficoltà di comprensione linguistica.
I nuovi venuti accettano qualsiasi paga, a ribasso, qualsiasi condizione e quasi mai sono sindacalizzati: quando poi rischiano di chiedere i loro diritti perdono il posto di lavoro, spesso, subendo quella strana legge che nel mondo del lavoro esiste, ma nessuno l'ha scritta: se crei problemi da un datore di lavoro non troverai altro lavoro dagli altri imprenditori, se non quello più brutto e malsano.
Ora gli stranieri sul nostro suolo sono tanti, troppi e molti non si possono neppure rimandare a casa perché comunitari: così non rimane che trasformare questa bellissima Europa senza confini, il sogno di molti utopisti del passato, solo un privilegio per gente con un conto in banca, con le carte di credito e la possibilità di pagarsi una stanza in albergo.
Comunque non posso dare tutta la colpa, di tutto questo, solo a chi sta preparando questi limiti legali: il gioco è stato almeno a tre, i repressivi vengono dopo i permissivi utopisti incalliti.
Infine ci sono gli sfruttatori, che hanno visto in questa massa di "pezzenti" un'occasione di guadagno.
Oggi si proverà a respingerli, domani si ….....rinchiuderanno, per impedire a loro di tornare una seconda, una terza volta.
Cosa capiterà quando saranno troppi?
Non azzardo ipotesi: sono stato profeta di sventura troppe volte in passato.