La verità è qualcosa di complesso, ampio e difficile da valutare, ma almeno i dati oggettivi non si possono negare, poi questi numeri, che rappresentano l’oggettività, dovrebbero essere utilizzati con razionalità, causa ed effetto: è qui che….casca l’asino, infatti la razionalità dell’informazione giornalistica lascia molto, molto a desiderare.
I fatti vengono descritti con toni altosonanti, si usano termini di disappunto o entusiasmanti, a secondo del caso, se si tratta di un nemico o di un amico.
Quindi le notizie false possono essere facilmente smascherate, ma l’irrazionalità invece o un modo distorto di mostrare gli avvenimenti no, è molto più complesso: i colpevoli vengono difesi con argomentazioni banali, con giochi di parole, con battutine, che sminuiscono le colpe…spesso gravi.
Idiozie o fatti marginali o frasi estrappolate dal contesto, in mala fede, sono considerate di una gravità inaudita, da condanna morale e anche penale esemplare, perché non conta cosa sia, ma chi l’ha detto, scritto o fatto.
Tutto questo si chiama disonestà intellettuale ed è un vero peccato mortale, in tutti i sensi che si possono trovare a questa colpa gravissima.