Io non credo nella crisi della nostra cultura e soprattutto della crisi della razionalità, anche perché senza valutazioni sensate e razionali si finisce in fondo al pozzo della vita.
La crisi sta nella banalità trionfante e nelle mode sottoculturali, che sono tanto diffuse tra il ceto medio, detto mediocre, acritico, sempre in branco come pecore.
Io dico che senza il lume del pensiero occidentale, che ha come base il messaggio cristiano, escludendo i vari Gesuiti ambigui, ipocriti e dai doppi sensi con contraddizioni evidenti, senza il pensiero scientifico, ovvero la razionalità che sposa la matematica e l'oggettività, possibilmente senza dogmi assolutisti, siamo rovinati.
Oggi la fede cristiana ha sofferto per l'avanzare di una religione demenziale, come tutto ciò che non conosce le domande e i dubbi: si chiama positivismo, ovvero la religione della scienza, con il principio che esistono verità da non discutere, tradendo il primo principio scientifico, che tutto deve essere valutato e analizzato.
La risposta del pensiero della scuola di Francoforte invece ci pone sempre in ricerca della verità, mai ferma e assoluta, ma sempre da raggiungere in questo nostro Universo.
Quindi il positivismo ha sostituto un pensiero coraggioso, che dava verità e ricerca del bene, dell'altruismo, con una gelida totalitaria visione dell'esistenza, che alla fine crede nel nulla, ma il nulla genera solo nulla.
È questa la crisi dell'Occidente, ovvero nella perdita della fede del Dio amore sostituito dal nulla, con certezze anti scientifiche, perché la razionalità non può essere rinchiusa in formule matematiche da non discutere, poste come verità assolute e dogmatiche.
Il nemico dell'Occidente non sta nell'islamismo dilagante, ma nella perdita delle sue origini e del suo pensiero, che ci porterà, se non si reagisce, in un nuovo Medioevo, islamista o tecnocratico, ma sempre opprimente e totalitario.