15 set 2010

Verso il secondo anno della missione popolare

 

Diocesi Piacenza-Bobbio
"il Nuovo Giornale"
Settimanale diocesano n. 30, pag. 14

Verso il secondo anno della missione popolare

Se ne parlerà al Convegno pastorale del 10 e 11 settembre. Mons. Busani: "Vogliamo riscoprire la bellezza del Vangelo come risorsa già presente nelle esperienze umane"

03 Settembre 2010

Fonte come da titolazione, rilevato da Ciani Vittorio x l'Ufficio Documentazione Diocesi Piacenza-Bobbio.

Laura Dotti intervista mons. Giuseppe Busani

La Chiesa di Piacenza-Bobbio s'incammina verso il secondo anno della Missione popolare. A partire dal convegno pastorale del 10-11 settembre, la diocesi concentrerà la sua riflessione sulle relazioni, sull'esperienza del limite e sulla questione della cittadinanza. L'accento sarà posto insomma sugli snodi fondamentali della vita umana, sottolineando quei passaggi che chiamano in causa maggiormente la fede. Perché la fede non può che affermarsi nel cuore della vita.


"Nel secondo anno della Missione, con la scelta di porre l'accento su questi tre ambiti   spiega il vicario episcopale per la Pastorale, mons. Giuseppe Busani, che abbiamo incontrato in attesa del convegno   c'è un dislocamento della prospettiva pastorale: se normalmente la Pastorale è strutturata nel tentativo di creare l'unità organica tra Parola, celebrazione e carità, in questo caso l'attenzione è dislocata sull'unità da trovare nella persona umana. Al centro c'è la persona umana".

Che bilancio si può fare del primo anno di Missione?

Il primo anno, che aveva come obiettivo gli esercizi di cristianesimo soprattutto attraverso la familiarità orante con la Parola, ha raggiunto parzialmente i suoi obiettivi.

Innanzitutto la comunità diocesana si è messa in cammino, e questo è positivo. L'evento più visibile è stato la missione dei ragazzi, gli altri momenti sono stati vissuti più nelle unità pastorali. Escludendo la Missione dei ragazzi, le persone che si sono coinvolte, sono state circa quattromila. Le unità pastorali hanno partecipato nella quasi totalità.

Le persone che si sono coinvolte erano quelle già impegnate in parrocchia. Queste persone hanno vissuto tuttavia esperienze significative insieme, di riscoperta della bellezza della Parola, del silenzio, del celebrare, del fare veglia.

Tutti hanno vissuto positivamente l'esperienza. Tuttavia, ci sono stati anche dei limiti: non abbiamo raggiunto persone nuove, se non in pochi casi, e non siamo riusciti a coinvolgere alcune fasce più giovani.

Si tratta ora di continuare il cammino, anche con l'esperienza degli esercizi spirituali, perché si è scoperto, a livello popolare, che sono belli, positivi. E un altro aspetto positivo è stato il coinvolgimento dei laici. Abbiamo vissuto una bella esperienza di collaborazione e corresponsabilità ecclesiale.

Con quale prospettiva continuerà il secondo anno?

Con un'attenzione particolare: riscoprire la bellezza del Vangelo come risorsa già presente nelle esperienze umane e di cui le esperienze umane hanno estremamente bisogno.

L'accento sarà posto dunque sugli snodi fondamentali della vita umana: tutti abbiamo bisogno di imparare a vivere le relazioni, tutti sperimentiamo la fatica di abitare le fragilità, tutti facciamo esperienza delle contraddizioni del vivere sociale e politico, dell'edificare la città. Vorremmo scoprire allora il Vangelo come risorsa, forza ed energia capace di aiutarci a vivere queste esperienze.

Senza la pretesa tuttavia di indottrinare tali dimensioni, perché il Vangelo non è una dottrina, ma è l'incontro già dato tra Dio e queste esperienze in Gesù Cristo. Nel Vangelo è già presente l'unità tra Dio e uomo, fra trascendente e immanente, tra spirituale e materiale. Occorre dunque scoprire questo tesoro, farlo emergere.

Se facciamo attenzione alle esperienze umane fondamentali, scopriamo infatti che l'uomo ha già dentro tracce di Vangelo. Tali esperienze sono già rivelatrici di Dio. Tuttavia sono esposte all'ambiguità, possono essere mortificate facilmente. Perciò occorre tenere accesa e viva la fiamma del Vangelo, affinché l'umano non sia mortificato ma condotto a pienezza e verità.

L'anno scorso è stata consegnata la Lettera pastorale del Vescovo "Prendi il largo". Quali documenti guideranno il cammino quest'anno?

La Lettera pastorale fa ancora da riferimento per la Missione, in quanto l'ha aperta e la conduce. Quest'anno non ci sarà dunque un'altra Lettera, ma il Vescovo ci darà degli orientamenti per compiere bene il cammino del secondo anno. Ci suggerirà alcuni passi evangelici che faranno da riferimento per il nostro percorso e alcuni punti chiave sui quali mettere la nostra attenzione.

Quale passo del Vangelo accompagnerà il cammino?

L'icona evangelica sarà Matteo 14, 22-33. In questo passo del Vangelo i discepoli vivono un momento difficile, quello del mare in tempesta. Sarà bello scoprire allora come in questo mare in tempesta Gesù è presente, non è distante dalle fragilità dell'uomo. È presente però in modo singolare, unico.

La parola centrale del brano è "Coraggio, sono io, non abbiate paura". Questo ci incoraggia a compiere ancora un altro passo nella missione. Perché la missione si fa se dentro il cuore dei credenti c'è fiducia.

Tre atti di fiducia ci permettono infatti di fare questo cammino. Il primo è che, quando accogliamo un invito, se viene da Dio, da chi ci vuole bene, questo invito ci fa vivere, ci mette in cammino. E lo abbiamo sperimentato l'anno scorso. Il secondo è che Dio ha creato un essere umano meraviglioso, pur in mezzo a tante fragilità, e abita con il suo Spirito il cuore dell'uomo. E noi abbiamo fiducia nell'uomo. Il terzo è che, pur in mezzo alle tempeste dell'umano, Dio c'è sempre, "Coraggio, sono io, non abbiate paura". E c'è sempre con una nuova rivelazione.

Come si svolgerà il percorso del secondo anno?

Il convegno pastorale diocesano ci darà i motivi di approfondimento e le linee pastorali. Il Vescovo presenterà i suoi orientamenti e noi li approfondiremo con alcuni relatori e il confronto tra le persone. Poi, con gli animatori della missione, che quest'anno vorremmo fossero ancora di più, vivremo tre sabati di formazione in ottobre. Intanto, si concluderanno i ritiri spirituali del 1° anno. A gennaio si aprirà quindi il secondo anno della Missione.

Nel frattempo, gli animatori si costituiranno in tre gruppi, legati alle relazioni, alla fragilità e alla cittadinanza. Questi gruppi aiuteranno le unità pastorali a istituire dei percorsi, ma anche a vivere momenti d'incontro. Perché una delle caratteristiche del secondo anno sarà proprio questa: incontrare l'umano in noi e l'uomo che è intorno a noi, perché le relazioni, la fragilità e il costruire la città sono problemi che appartengono a tutti.

Faremo dunque tre momenti, dedicati ai tre ambiti, in cui cercheremo di vivere esperienze aperte il più possibile all'ascolto e all'incontro con tanti.