Beppe Grillo rompe, ma rompe parecchio, è il suo mestiere di comico che si diletta a dire ciò che pensa della politica e dei partiti.
In un Paese democratico avrebbe trovato il suo spazio e non avrebbe subito censure, ma da noi ci sono troppi peccati mortali tra i politici e da comico irriducibile si è trasformato in aizzatore di folle, in politico ribelle, non dico rivoluzionario perché non lo è.
L'anomalia non sta in lui o nel suo Movimento 5 Stelle, nato in pochi mesi e passato al secondo posto, nei sondaggi, tra i partiti nazionali: lo strano è in questa realtà italiana che non sa mandare in prigione i corrotti, gli inquinatori, i faccendieri e li chiama politici e imprenditori.